Lo Slam di Laver, il trionfo di Ashe, la Borg-mania, il lampo di Becker

Lo Slam di Laver, il trionfo di Ashe, la Borg-mania, il lampo di Becker
Lo Slam di Laver, il trionfo di Ashe, la Borg-mania, il lampo di Becker

C’è grande attesa per l’estate del 1968, l’estate degli studenti che invocano l’immaginazione al potere e di Wimbledon che riapre ai professionisti. Attraversano i cancelli di Doherty Pancho Gonzalez, che non giocava a Wimbledon dal 1949, Ken Rosewall, finalista nel 1954 e nel 1956, Lew Hoad, Andres Gimeno e Rod Laver che torna dopo cinque anni. Lui torna e vince subito in una finale tutta australiana, non proprio una rarità, in tre set contro Tony Roche, che però vince il titolo di doppio con John Newcombe. Nel torneo femminile vince Billie Jean King.

Laver confermò il suo titolo nel 1969, l’anno del suo secondo Grande Slam, un’impresa che nessuno era mai riuscito a realizzare. Ma di questa seconda edizione dell’Open resta la maratona, distribuita su due giorni, tra il 41enne Pancho Gonzalez e Charlie Pasarell: all’epoca, fu la partita più lunga nella storia del torneo. Durò cinque ore e 20 minuti. Furono giocati 112 game, 19 in più della partita più lunga dei Championships fino a quel momento, tra Jaroslav Drobny e Budge Patty sedici anni prima. Gonzalez, sotto di due set a zero quando la partita fu interrotta per l’oscurità, rimontò e vinse 22-24, 1-6, 16-14, 6-3, 11-9. “Gonzlaez è sempre stato considerato un campione a Wimbledon. Ha giocato le sue grandi partite altrove. “Questa volta ha mostrato al pubblico del Centre Court ciò che si era perso in tutti questi anni”, ha scritto David Gray sul Guardian.

Lo spettacolo continua un anno dopo: il 3 luglio 1970, Margaret Court batte Billie Jean King in quella che il commentatore della BBC John Barrett ha definito “una delle finali più emozionanti mai viste a Wimbledon”. Una finale trasmessa in diretta a colori. Grazie a quella vittoria, Court è sulla buona strada per il Grande Slam, il secondo nel singolare femminile dopo la prima impresa di Maureen Connolly nel 1953. Il torneo maschile, tuttavia, viene vinto da John Newcombe in cinque set su Ken Rosewall, nonostante l’ostilità dei fan. “Perché tutti mi odiano?”, chiede. “Faccio un errore e loro applaudono”. Ma non è abbastanza per spingere Rosewall al suo primo titolo a Wimbledon.

 
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