Già negli anni ’90 Flavio Briatore definì la Formula 1 “un business, non uno sport”, dimostrando di aver già capito la direzione che Bernie Ecclestone avrebbe imposto alla categoria. E l’inglese, patron del circus negli anni dell’ascesa e poi della caduta del Team Principal Briatore, ebbe un ruolo importante nel ritorno in F1 del manager piemontese.
la telefonata
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L’ex direttore della Fom, che compirà 94 anni a ottobre, ha raccontato di essere stato contattato telefonicamente da Luca De Meo, amministratore delegato del gruppo Renault. «Abbiamo parlato a lungo. Era disperato», ha spiegato Ecclestone a Blick, «poi è saltato fuori il nome di Briatore. Abbiamo subito convenuto che, in una situazione confusa come quella che sta affrontando la squadra, ci sarebbe voluto un uomo d’azione, un bandito tra gli angeli. Dopotutto», scherza l’inglese, «di santi in Formula 1 ce ne sono già troppi».
le prime decisioni
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Il manager italiano, già Team Principal negli anni di successi con il tandem Renault-Alonso, torna così in squadra nel ruolo di executive advisor con l’ambizione di ricostruire una struttura ancora molto frammentata e con due piloti, Ocon e Gasly, che nelle prime sette gare del mondiale sono riusciti a raccogliere solo un punto. E lo zampino di Briatore si è già visto nella scelta di chi guiderà la monoposto francese nel 2025: Ocon e la squadra si separeranno a fine anno mentre Gasly ha firmato un rinnovo pluriennale in attesa dell’arrivo di Carlos Sainz Jr. Briatore non ha nascosto la volontà di puntare sullo spagnolo per il futuro della scuderia francese: “C’è molto interesse nei suoi confronti”, ha confermato in Austria, dimostrando di non aver perso l’approccio diretto anche nelle trattative.
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l’uomo giusto
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“La grande forza di Flavio è sempre stata quella di non tirare troppo per le lunghe le discussioni, di fare e pensare in grande”, conferma Ecclestone. “In Formula 1 non servono amici, serve solo il successo”. Oltre al fronte Sainz Jr., Briatore si sta muovendo con la Mercedes per ottenere la fornitura di motori a partire dal 2026. Una visione ampia e a lungo termine, forse proprio quella che è mancata finora al management della scuderia francese. Difficile dire se Flavio saprà risollevare le sorti della scuderia, ma quel che è certo è che se Alpine cercava un uomo d’azione, sembra aver scelto il profilo giusto.
