“La prestazione più deprimente di sempre. Spalletti? Deve riflettere sui suoi errori…” – .

“La prestazione più deprimente di sempre. Spalletti? Deve riflettere sui suoi errori…” – .
“La prestazione più deprimente di sempre. Spalletti? Deve riflettere sui suoi errori…” – .
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Intervista al campione del mondo Fulvio Collovati – (RomaForever.it)

Lunga intervista in due parti all’ex campione del mondo 1982 con l’Italia Fulvio CollovatiDifensore di professione, con una storia calcistica lunga 18 anni che abbraccia alcuni dei club più forti del nostro campionato (tra cui Roma), abbiamo parlato con lui del fallimento della nazionale italiana agli europei In GermaniaCollovati parla, giustamente e senza giri di parole, di uno dei “la performance più deprimente della storia” ma non si identifica nell’unico Luciano Spalletti l’unico responsabile della sconfitta.

I l Problemi italiani a livello sportivo e nazionale del resto si trascinano da anni visto che la nostra selezione manca dal Mondiale da due edizioni: “Il sistema calcio deve cambiare, ma non c’è semplicemente alcun interesse a farloafferma a questo proposito l’ex calciatore che è passato anche lui Milan e Inter” .Soluzioni? Sento solo chiacchiere, le stesse, da anni“. Ma per un’Italia “senza talenti“, spiega Collovati, una delle scelte coraggiose da fare è quella di tornare alla “blocchi blu nelle squadre di Serie A proprio come è accaduto in passato in occasione della grandi cicli vincenti.

La prima parte dell’intervista a Fulvio Collovati

11 luglio 2002, Giancarlo Antonioni, Marco Tardelli, Fulvio Collovati e Paolo Rossi scherzano prima della partita di beneficenza tra le vecchie glorie di Italia e Germania – (RomaForever.it)

Come accennato Fulvio Collovati ha concesso a Roma per sempre una lunga intervista. In questa prima parte – non potevamo fare altrimenti – abbiamo parlato dell’Italia e di cosa non ha funzionato agli Europei. Nella seconda parte, che troverete prossimamente sul nostro sito, ci siamo concentrati sulla sua carriera e in particolare sul suo periodo romano, parlando anche di Da Rossi e di squadra che sta nascendoNel frattempo, ecco il suo commento su ciò che ha visto in Germania con la sua opinione su Luciano Spalletti.

“Spalletti ha sbagliato, ma non vedo alternative migliori. Il problema non è il tempo, deve capirlo. La Nazionale non è un club”

Collovati, è impossibile non lasciare la nazionale dopo questo ennesimo fallimento. Di chi pensi che siano le responsabilità principali?

“Non c’è un singolo colpevole. Le responsabilità sono del movimento in generalenon siamo riusciti a qualificarci per la Coppa del Mondo due volte di fila e sentiamo ancora le stesse cose, solo chiacchiere. Paradossalmente, i giovanissimi di allora, 10-12 anni, avrebbero potuto giocare adesso. Il calcio italiano ha bisogno di cambiare ma non c’è interesse a farloÈ tutto. Chi ha la poltrona la tiene strettac’è poco da dire. I giocatori sono questi, il materiale è questo, stiamo parlando di buoni giocatori, alcuni eccellenti, ma non è una nazionale di talenti“.

La gestione Spalletti, al netto di quanto detto, vi ha convinto? È giusto o sbagliato lasciarlo ora sulla panchina azzurra?

“Ti dico di no, era uno dei le prestazioni più deprimenti nella storia della nazionale. Continuare con lui? Francamente, non vedo alternative migliori.. È giusto continuare con lui perché dopotutto è seduto sulla panchina azzurra da un anno, penserà agli errori che ha fatto, alle scelte che ha fatto, ma deve rendersi conto che la nazionale non è un club, non c’è bisogno di “tempo”. Lo sapeva benissimo, non c’è un lavoro quotidiano con la squadra, e lui deve esserne consapevole”

Ormai la parola “ripartenza” ha quasi perso il suo significato, così come gli slogan che hanno ripreso a riempire i giornali. Da “ripartiamo dalle scuole calcio”, a “valorizzazione dei giovani”. Se ne avessi la possibilità, quale decisione prenderesti per il movimento calcistico italiano?

“Imporrei che nelle squadre, che ormai sono diventate 30 giocatori, almeno 15 devono essere italiani. E di questi 4-5 obbligatori sul campoNon si tratta di criticare i giocatori di altre nazionalità, certo che no, ma questi ultimi devono rappresentare un valore aggiunto per le squadre e non togliere completamente spazio agli altri”.

 
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