perdita di 40-50 milioni. E i grandi restano – .

Ieri è suonato il gong per il bilancio 2023-24. A giugno non si sono registrate plusvalenze, quindi la perdita (in miglioramento rispetto ai -85 del 2022-23) dovrebbe attestarsi sui 40-50 milioni. È un piccolo segnale del nuovo corso di Oaktree. Il fondo statunitense avrebbe potuto chiedere al management qualche operazione in uscita per evitare di coprire il deficit. Non lo ha fatto e, presumibilmente, dovrà fare un’iniezione di capitale in autunno: 22 milioni sono stati coperti dalla conversione di un vecchio credito Zhang, ma il deficit posticipato deve essere coperto anche sfruttando una norma Covid. L’orizzonte di proprietà è di medio-lungo termine: non c’è fretta di rincorrere un ritorno sull’investimento. Ma i principi di una gestione volta alla sostenibilità, quelli, valgono fin dall’inizio.

guadagni

La differenza con gli ultimi anni autarchici? L’Inter deve sbarcare il lunario ma, finanziariamente parlando, non ha più il fiato corto. Il maxi-prestito da 275 milioni più interessi a carico della casa madre è stato annullato con l’escussione del pegno: il creditore è diventato azionista. È vero che l’Inter era solo l’oggetto (o meglio, la garanzia) del finanziamento ma quella spada di Damocle pendeva sulle prospettive e sulle strategie del club. Ora resta il bond da 415 milioni, la cui scadenza nel 2027 offre tutto il tempo per valutare il da farsi. L’Inter non ha emergenze di cassa. E la proprietà, che vanta asset under management per 192 miliardi di dollari, offre tutte le assicurazioni in termini di possibile sostegno. Un aspetto importante, questo, anche per la campagna trasferimenti.

sul mercato

Oaktree sa bene di non impoverire la rosa nerazzurra, prerequisito per lo sviluppo dei ricavi. Anche a costo di qualche sforzo iniziale. Così il presidente Beppe Marotta si muove su un doppio binario sul mercato: mantenere alta la competitività – quindi niente cessioni di grandi nomi – e al contempo rispettare un equilibrio tra acquisti e cessioni e, soprattutto, continuare a contenere il “costo squadra”. Questo parametro, dato dalla somma degli stipendi dei tesserati e dall’ammortamento dei “cartellini”, è il termometro dell’intera dirigenza. La sola massa salariale è, a oggi, in aumento nel 2024-25, alla luce del rinnovi di Lautaro, Barella e Inzaghi (ed entrerà in vigore quello di Dimarco): si parla di circa 14 milioni in più che raddoppiano con gli arrivi a parametro zero di Zielinski e Taremi, ma che vengono in parte compensati dalle partenze di Cuadrado, Sanchez, Sensi, Klaassen, Audero (17 milioni risparmiati). Se però calcoliamo anche gli ammortamenti, tra rinnovi e svincolati, il saldo rispetto al 2023-24 diventa positivo per un paio di milioni (in caso di svalutazione di Correa il 30 giugno 2024 il risparmio sarà maggiore).

più entrate

Siamo solo all’inizio del mercato e molto altro accadrà, soprattutto con le operazioni accessorie. In ogni caso, la linea è tracciata: verso la sostenibilità. Inoltre, i ricavi della prossima stagione beneficeranno degli introiti del Mondiale per club (con la questione se includerli tutti nel 2024-25 o la metà con il 2025-26) e dei maggiori ricavi commerciali: il nuovo main sponsor Betsson porterà circa venti milioni in più rispetto allo scorso anno. Di conseguenza, il bilancio al 30 giugno 2025 dovrebbe confermare il trend di riequilibrio contabile. Già nel 2023-24, se non ci fossero stati gli interessi pesanti, l’utile sarebbe stato vicino. L’obiettivo è di raggiungerlo entro il 2026.

 
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