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Formula Uno Red Bull Ford – .

È una tipica giornata inglese, fredda e uggiosa, ma Christian Horner sorride ancora mentre mostra la sua ultima creazione, il Red Bull Power Train. Il reparto motori è l’ultima aggiunta al Red Bull Technology Campus, che è sicuramente l’attrazione più interessante della grigia Milton Keynes. Una struttura realizzata in sole 54 settimane, eppure imponente e completa, almeno a detta del team principal della scuderia anglo-austriaca, con tutto ciò che serve per fare della Red Bull un costruttore, dopo anni di soddisfazioni da team cliente. La sfida è importante: competere con costruttori di motori storici come Mercedes e Ferrari con un progetto recente ma ambizioso. E a leggere il curriculum del team di Max Verstappen, non potrebbe essere altrimenti. Ad accompagnare la Red Bull in questo viaggio ci sarà un colosso dell’automotive, la Ford, che affiancherà gli uomini di Milton Keynes attraverso la sua divisione dedicata al motorsport, denominata “Ford Performance”.

l’efficienza è la parola d’ordine

Una delle parole più utilizzate da Christian Horner è efficienza, riferita sia ai tempi che ai costi. La Formula 1 corre veloce e con tempi così serrati è fondamentale che il lavoro venga svolto in tempi rapidi. Per questo, come sottolineato dal team principal, uno dei fattori chiave è la progettazione del motore, su cui è fondamentale poter lavorare rapidamente. Altro elemento fondamentale è l’affidabilità, sia in termini di tempi che di costi. Più una power unit è affidabile, meno bisogna lavorarci e spendere. Per questo motivo si è investito molto nella fase riguardante i test di durata. Un investimento redditizio nel lungo periodo: ogni power unit, come riportato, costa circa 800 mila sterline (circa 945 mila euro al cambio del 2 luglio 2024). Inutile dire che è meglio effettuare i test con la massima cura, piuttosto che rischiare di perdere un intero motore. Oltre al lato economico, infatti, c’è anche quello sportivo da considerare, con spese limitate dal budget cap. Accanto ai tanti uomini del team Red Bull Power Train ci sono gli americani della Ford Performance, forti delle conoscenze acquisite nel mercato automobilistico e in altri settori del motorsport.

la combinazione perfetta

Red Bull e Ford si sono trovate al momento giusto. Il team di Milton Keynes ha dovuto fare i conti con l’addio della Honda alla Formula 1 (tornata poco dopo la firma di un accordo con Aston Martin) e da lì è nata la decisione di diventare costruttore. L’idea di Christian Horner e dei suoi uomini era inizialmente quella di acquisire la proprietà intellettuale del costruttore giapponese e sviluppare un proprio progetto. Un compito non così semplice da realizzare, come specifica lo stesso Horner: “Non si tratta solo di prendere i loro motori e svilupparli, ci sono molti altri fattori, soprattutto quello delle forniture”. La decisione, causa Covid, di posticipare il cambio di regolamento al 2026 ha infine portato la Red Bull a scegliere di diventare costruttore vero e proprio. Una scelta contemporanea alla volontà di Ford di tornare in Formula 1, che ha portato all’accordo siglato a inizio 2023. Una partnership che porta benefici a entrambi: da parte Red Bull, la collaborazione garantisce mani e soprattutto menti a supporto di quelle già presenti nel reparto Power Train (molte delle quali ex Mercedes, come Horner ricorderà un paio di volte durante la visita), da parte Ford, il matrimonio con Milton Keynes si traduce in nuove competenze tecniche, trasferibili anche al reparto automotive. Inoltre, anche il lato marketing non è da sottovalutare, se si considera che Ford è un’azienda americana e che la F1 non ha mai avuto così tanto successo negli Stati Uniti come negli ultimi tempi.

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una squadra completa

“Costruendo il reparto Power Train a Milton Keynes siamo diventati l’unica scuderia insieme alla Ferrari a produrre telai e motori nello stesso posto”, ha più volte sottolineato Christian Horner. Un fattore, quello della coesistenza dei due reparti, che può velocizzare notevolmente le comunicazioni tra i diversi team di lavoro, facendo risparmiare tempo prezioso in una Formula 1 sempre più frenetica. Diventare motoristi è un passo importante e rischioso, soprattutto se si considerano le tempistiche ravvicinate in cui la Red Bull ha dovuto realizzare le strutture per realizzare le Power Unit. Essere motoristi, però, rende la scuderia di Milton Keynes completamente indipendente, il che permetterà di evitare situazioni come quella creatasi con Honda, come sottolineato dal team principal. E grazie alla collaborazione con Ford Performance, i ragazzi del team di Christian Horner non saranno soli in questa avventura. Per scoprire come andrà a finire, non ci resta che aspettare il 2026.

 
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