gol di Gakpo e doppietta di Malen – .

Cody Gakpo ha abitudini strane: da anni porta con sé un ippopotamo di legno e palleggia come pochi. L’Olanda prende i palleggi e ringrazia: meritava di andare ai quarti di finale, è più forte della Romania, e non di poco, ma il viaggio a Berlino è merito soprattutto del numero 11. Un passaggio al turno successivo in due atti. Il primo: dopo 20 minuti controllati dalla Romania, Gakpo inventa un palleggio più tiro dalla sinistra che porta in vantaggio l’Olanda e cambia l’equilibrio della partita. Cody, democratico, ha avuto un impatto anche nella ripresa. Prima segna in fuorigioco – annullato dal VAR – poi salta Dragusin e libera Malen a porta sostanzialmente vuota: 2-0 Olanda e partita finita. Malen, ancora lui, in pieno recupero corre tutto il campo in contropiede, salta Razvan Marin e segna il 3-0.

convincere l’Olanda

Rambo Koeman, insomma, continua con la tattica del sottomarino. Non gli importa a nessuno, tutti dicono che vinceranno gli altri, e invece è tra i primi otto e, sabato a Berlino, giocherà contro Austria e Turchia. Comunque vada, partirà con il 51% di possibilità di raggiungere le semifinali. Buttatelo via… Dopo un girone chiuso al terzo posto, Monaco ha confermato: l’Olanda ha qualità davanti e Van Dijk parte dietro, il che è un buon inizio. Le soluzioni non mancano. Depay ha perso un paio di occasioni ma sta bene, si vede, e Denzel Dumfries ha fatto i solchi sulla destra: ottima partita. Il punteggio è meritato.

la partita

La Romania se la gioca senza paura, perché Iordanescu, pronto ad andare a prendere soldi all’Emirates, ci prova con l’organizzazione. La partita inizia con lunghi periodi di possesso giallo, almeno fino al gol che dà forza all’Olanda. Eccolo: Gakpo palleggia Ratiu dalla sinistra e calcia forte sul primo palo, dove Nita non arriva. Da lì, tanta Olanda. Reijnders alla mezz’ora ha uno spunto verticale per Dumfries, che crossa basso per Depay, anticipato da Dragusin come nei film: all’ultimo momento possibile. Soprattutto, Xavi Simons prima dell’intervallo spreca un gran regalo di Dumfries, che aveva rubato palla sulla linea di porta al tenerissimo Racovitan, un nome da medicina, ma in realtà un grattacapo per il suo allenatore. Il secondo tempo è un dominio, come spiegano le azioni. Minuto 9: altro cross di Dumfries, Ratiu in disperata parata su Depay. Minuto 13: Van Dijk manca di poco. Minuto 17: Gakpo esce dal pressing nella sua metà campo, attraversa il campo e va a tirare. Ottimo Nita. Minuto 23: gran punizione di Depay sotto la barriera, senza coccodrillo. Dal nulla. Minuto 26: Veerman, appena entrato, allarga di destro di poco a lato sul secondo palo. A 7 minuti dalla fine, 2-0: Gakpo si allontana sulla sinistra e libera Malen in area. Al 93′, il terzo gol.

Romania

La Romania, si capisce, era una squadra senza singoli degni di un ottavo posto all’Europeo. Dragus, l’attaccante, non ha mai sputato fuoco. Hagi e Man, sulle fasce, ci hanno provato con qualche palleggio ma non hanno mai impensierito Verbruggen. Alibec, entrato con Mihaila, non ha cambiato niente. Il migliore è stato a lungo Radu Dragusin, a cui l’Italia ha fatto tanto bene, ma sul 2-0 ha anche delle responsabilità. E allora via, subito a Bucarest. Resta una bella avventura e una grande curva che al 90′, in preda alla depressione, ha iniziato a cantare “Romania, Romania”. Grazie.

 
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