un giovane ambizioso presso MBH Bank-Colpack – .

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Dietro Pavel Novak e Florian Kajamini, alla corte di MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb, cresce il talento di Lorenzo Nespoli. Atleta brianzolo, di Giussano, classe 2004, che al suo secondo anno da U23 ha vinto la maglia GPM al Giro Next Gen (nella foto di apertura NB Srl). Lo ha fatto nell’ultima tappa, quella di Forlimpopoli, che ha incoronato il talento di Widar.

«L’idea di guardare alla classifica GPM è nata nella tappa di Fosse – racconta lo stesso Nespoli – Mi sono ritrovato nella fuga e ho guadagnato molti punti. Ma me ne mancava uno per prendere la maglia blu, quindi nell’ultima tappa sono andato di corsa per conquistare questo importante obiettivo personale. Il team mi ha aiutato molto e per questo li ringrazio ancora.”

Lorenzo Nespoli ha vinto la maglia azzurra nella classifica GPM al Giro Next Gen (foto NB Srl)
Lorenzo Nespoli ha vinto la maglia azzurra nella classifica GPM al Giro Next Gen (foto NB Srl)

Contro i “grandi”

La prima esperienza al Giro Next Gen ha permesso a Nespoli di misurarsi con i più forti atleti del panorama under 23, con buone risposte ma anche con la certezza che c’è ancora tanto lavoro da fare.

«Sono uscito stanco – ammette – tanto che in queste settimane mi sono riposato un po’. Come esperienza, considero positiva la Giro Next Gen.. Siamo stati davvero forti per tutte le otto tappe, ho aiutato Kajamini e Novak. Devo dire che mi è sembrato di correre con i professionisti, che è quello che ho fatto alla Coppi e Bartali e al Giro d’Ungheria. Infatti, secondo me, al Giro Next Gen siamo andati più veloci in salita che alla Coppi e Bartali. Durante la gara rosa abbiamo fatto tutti numeri incredibili, i watt medi giornalieri erano molto alti».

Un fisico particolare per il brianzolo: alto, snello ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Un fisico particolare per il brianzolo: alto, snello ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Questo è il tuo secondo anno presso Colpack, come ti sei trovato?

Sto bene. Nel 2023 ho avuto qualche problema fisico, ma sono stati facilmente risolti. Quest’anno la preparazione è stata fatta in modo diversoprendendomi cura di gara in gara, con obiettivi prefissati. Sono cresciuto molto, ma c’è ancora molto da fare.

Come vanno le cose con il personale?

Mi trovo molto bene con gli allenatori Antonio Fusi e Dario Giovine. Ma anche con Gianluca Valoti e Antonio Bevilacqua il rapporto è molto bello, sincero e positivoSiamo tutti molto uniti, un fattore importante, perché quando siamo in ritiro o alle gare tutto passa più facilmente.

Chi ti segue, Fusi o Giovine?

Entrambi. Io abito vicino a Fusi e quando sono a casa lui spesso mi segue. Giovine invece mi fa i tavoli ed è con lui che mi confronto in ritiroRispetto al 2023, abbiamo fatto un buon lavoro, preparando bene gli eventi. Ad esempio, per il Giro Next Gen abbiamo trascorso tre settimane a Sestriere.

Now comes the Giro della Valle d’Aosta…

Sarà un bell’appuntamento. Anche in questo caso i nostri attaccanti saranno Kajamini e Novak, ma potrò dire la mia anche ioSpero di allenarmi al meglio in queste settimane, ma la salita rimetterà tutti al loro posto. Penso di poter fare bene in Valle d’Aosta, sarà una gara importante per me.

Hai un fisico particolare, sei molto alta: 185 centimetri, ma anche leggera, appena 65 chilogrammi.

Una caratteristica che mi accompagna da sempre, da quando ho iniziato ad andare in bicicletta da bambino. Ora penso di essere uno scalatore-passeggero. Rispetto agli scalatori puri, pago qualcosa in salita, ma in piano ho un passo migliore, il che mi aiuta anche nella cronometroAnche da junior non ho vinto molto, ma sono sempre arrivato in classifica e due delle quattro vittorie che ho ottenuto sono state due salite in salita.

Cosa ti manca per compiere il passo finale?

In salita penso di non essere lontano dall’essere competitivo, ma in generale c’è molto da fare. In pianura sono veloce e riesco a gestire ritmi elevati meglio dei corridori più leggeri. Durante gli otto giorni del Giro Next Gen mi sentivo bene anche nelle tappe finaliquesto è un buon segno.

Un gruppo con cui riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra i compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Un gruppo con cui riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra i compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Quindi pensi di poter diventare un corridore a tappe?

Dipende da cosa decidi con la squadra. Ho capito alla Coppi e Bartali, dove sono stato in un piccolo gruppo per due tappe, che i giorni dopo mi sentivo davvero bene. Quindi gli obiettivi possono essere diversimagari risparmiando energia e poi concentrando tutto su un unico palco. Oppure distribuire le forze per essere competitivi in ​​altre classifichecome fatto al Giro Next Gen. Forse potrei anche provare a mettermi alla prova in una corsa a tappe. di minore importanza per vedere se riesco a curare il generale.

Forse l’anno prossimo si apriranno finestre diverse…

Il 2025 sarà importante. Penso che correre con i professionisti sia più adatto alle mie caratteristiche. Preferisco avere ritmi alti, con meno sprint, la costanza è il mio punto forte.

 
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