Da Matera a Bologna, 1000 km in bici come Alfonisina Strada: “Icona dell’emancipazione”

Da Matera a Bologna, 1000 km in bici come Alfonisina Strada: “Icona dell’emancipazione”
Da Matera a Bologna, 1000 km in bici come Alfonisina Strada: “Icona dell’emancipazione”

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Un evento che unisce sport, sostenibilità, paesaggio e diritti delle donne. Appena spenti i riflettori sul Tour De France, la bicicletta torna protagonista per celebrare un gigante del ciclismo.

Alfonsina Strada, originaria di Castelfranco Emilia, poi trasferitasi in una frazione di Castenaso, è nata nel 1891 e ha partecipato al Giro D’Italia nel 1924, 100 anni fa, quando le donne non votavano, si tenevano le ultime elezioni prima dell’avvento del fascismo che voleva le donne mogli, madri e sottomesse.

“La bellezza in bicicletta” un secolo dopo celebra le distanze percorse da Alfonsina Strada: dall’8 al 21 luglio, da Matera a Bologna, 1.000 chilometri in bicicletta, con strade e mezzi molto diversi, un evento che unisce sport, sostenibilità, paesaggio e diritti delle donne.

L’evento è stato presentato questa mattina a Palazzo D’Accursio da Roberta Li Calzi, Assessore allo Sport, Simona Larghetti, Consigliera del Comune e della Città Metropolitana, Andrea Satta, artista, cantante, pediatra e ciclista, Simona Lembi, Responsabile del Piano di Parità, Morena Tartagni, campionessa di ciclismo (in collegamento) e Antonella Tampellini, Presidente Fiab Bologna.

“È un gigante, la sua storia ci insegna che le conquiste in termini di uguaglianza sono molto lente” osserva Lembi.

“Prima e unica donna a partecipare al Giro d’Italia ed è un’icona dello sport femminile, del movimento e dell’emancipazione” ha detto l’Assessore Li Calzi.

«Percorreva 300 km al giorno – spiega Satta – noi ne percorriamo solo 100, e ogni sera offriamo in cambio una serata artistica, un coro in ogni città come luogo di comunità e un incontro con la referente del centro antiviolenza».

“Eccomi, non sono ancora invisibile, anch’io ho vissuto un ciclismo molto difficile, ho dovuto subire ingiustizie e pregiudizi in prima persona” racconta il campione Tartagni.

La sera di Bologna

Cento biciclette sui rulli la sera del 21 luglio in piazza Lucio Dalla attiveranno le dinamo e daranno energia al palco che ospiterà un lungo spettacolo dal vivo e la testimonianza della campionessa di ciclismo Morena Tartagni. E poi le canzoni dell’album di Andrea Satta “Niente di nuovo tranne te”, il gruppo musicale Têtes de Bois, il coro Farthan.

Per pedalare potete scrivere a [email protected], indicando nome, cognome e recapito telefonico.

L’itinerario

The itinerary, the one traveled by Alfonsina 100 years ago, goes from Matera to Bologna passing through Modugno, Canosa di Puglia, Campobasso, Castel di Sangro, Sulmona, L’Aquila, Terni, Lucignano, Imola.
Giornate di pedalata, pratica, musica e testimonianze la sera.

Un itinerario che prevede incontri con associazioni contro la violenza sulle donne: “La bellezza in bicicletta” è infatti un progetto ideato da Andrea Satta, musicista, pediatra e grande amante delle due ruote, in collaborazione con la Fondazione Una, Nessuna, Centomila e il Comune di Bologna, la Fondazione Teatro di Roma, l’Assessorato alla Cultura del II Municipio di Roma e il patrocinio del Comune di Roma Capitale, della Fondazione Treccani, Fiab – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Arci Nazionale, Associazione Culturale Medici Pediatri.

Chi era Alfonsina?

Nacque in una famiglia contadina. Ben presto si appassionò al ciclismo e fu soprannominata “il diavolo in gonna”. Avversata dalla famiglia per la sua passione, a 24 anni, nel 1915, sposò Luigi Strada che, invece, la incoraggiò e le regalò addirittura, il giorno delle nozze, una nuova bicicletta da corsa. L’anno seguente i due si trasferirono a Milano, dove Alfonsina iniziò ad allenarsi. Nel 1924 partecipò, prima donna in assoluto, al Giro d’Italia.

Parte e completa regolarmente quattro tappe: la Milano-Genova (arrivando con un’ora di ritardo dal primo ma precedendo molti avversari), la Genova-Firenze (dove conclude cinquantesimo su 65 concorrenti), la Firenze-Roma, arrivando a soli tre quarti d’ora dal primo e precedendo un folto gruppo di concorrenti, e la Roma-Napoli dove conferma la sua resistenza.

Nella tappa L’Aquila-Perugia, però, Alfonsina arriva fuori tempo massimo. A quel punto i giudici si dividono in due fazioni: chi vuole escluderla e chi è favorevole a farla proseguire. Il direttore della Gazzetta, Emilio Colombo, che aveva consentito la partecipazione di Alfonsina al Giro e aveva capito la curiosità che la prima ciclista italiana della storia suscitava nel pubblico, propone un compromesso: ad Alfonsina sarà consentito di proseguire la corsa, ma non è più considerata in gara. Lei accetta e prosegue il suo Giro.

All’arrivo di ogni nuova tappa viene accolta da una folla che la acclama, la celebra, la sostiene con calore e partecipazione. Alfonsina continua a seguire il Giro fino a Milano, osservando gli stessi tempi e le stesse regole dei corridori. Un giro di dodici tappe per un totale di 3618 chilometri, che si conclude con la vittoria di Giuseppe Enrici dopo il duello con Federico Gay. Dei 90 corridori partiti, solo 30 arrivano a Milano. E Alfonsina è tra questi.

Negli anni successivi ad Alfonsina fu negata la possibilità di iscriversi al Giro. Tuttavia, partecipò comunque per lunghi tratti, come aveva fatto al suo esordio. Partecipò a numerose altre competizioni finché nel 1938, a Longchamp, conquistò il record dell’ora femminile (35,28 km).

Rimasta vedova, si risposò a Milano il 9 dicembre 1950 con un ex ciclista, Carlo Messori, con il cui aiuto continuò la sua attività sportiva. Aprì infatti un negozio di biciclette con piccola officina di riparazioni in via Varesina a Milano. Rimasta nuovamente vedova nel 1957, gestì il negozio da sola. Ogni giorno, per andare al lavoro, Alfonsina usava la sua vecchia bici da corsa indossando una gonna larga. Abbandonerà la bicicletta solo molti anni dopo, per una Moto Guzzi 500cc. Morì il 13 settembre 1959 all’età di 68 anni, a causa di un incidente con la sua moto. (Fonte: Enciclopedia delle donne)

Chi è Morena Tartagni?

Milena Morena Tartagni (Predappio, 21 settembre 1949) è una ciclista su strada e su pista italiana, attiva negli anni ’60 e ’70. Ai campionati mondiali su strada ha vinto tre medaglie, due argenti e un bronzo; ha inoltre vinto dieci titoli nazionali, due su strada e otto su pista.

Si trasferisce a Bollate (Milano). Nel 1966 ottiene le prime vittorie in una corsa “internazionale” a Prato e Adria (Rovigo). Queste vittorie le consentono di indossare per la prima volta la maglia azzurra della Nazionale ai Campionati del Mondo al Nürburgring in Germania, dove è la più giovane partecipante. Nel 1967 ottiene sette vittorie su strada, il secondo posto nel campionato nazionale Elite su strada e la vittoria del suo primo titolo italiano nell’inseguimento su pista.

Nel 1968 partecipò ai campionati mondiali svoltisi a Imola, e arrivò terza, prima atleta italiana a salire sul podio mondiale. Nello stesso anno vinse i campionati italiani su strada e su pista. Nel 1968 stabilì il record mondiale dei 3 km in pista al Velodromo Olimpico di Roma.

Nel 1969 si conferma campionessa italiana su strada e su pista. Nel 1970 partecipa ai Campionati del mondo su strada a Leicester (UK) piazzandosi seconda dietro alla sovietica Anna Konkina. Nel 1970 vince i campionati nazionali su pista e si classifica seconda ai campionati nazionali su strada.

Nel 1971, ai campionati mondiali in Svizzera, fu di nuovo seconda dietro a Konkina, ma vinse la corsa su strada. Nel 1972 a Bassano del Grappa vinse i titoli di velocità e inseguimento, ma fu terza su strada. Fu seconda su strada nel 1973. Nel 1974 vinse il Giro della provincia di Varese (anche nel 1975), e fu terza nei campionati assoluti su strada. Nel 1976 vinse il Trofeo Alfredo Binda a Cittiglio.

Cessò l’attività sportiva nel 1980, dopo aver ottenuto più di 100 vittorie.

 
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