Colpa di Game Pass? Lo afferma un ex manager di Microsoft – .

Colpa di Game Pass? Lo afferma un ex manager di Microsoft – .
Colpa di Game Pass? Lo afferma un ex manager di Microsoft – .

La notizia della chiusura di Tango Gameworks, Arkane Austin e degli altri studi Bethesda ha scatenato un acceso dibattito che ha coinvolto sia la community che gli addetti ai lavori, tra cui alcuni ex dipendenti Microsoft come Brad Hilderbrand.

Ex responsabile senior delle pubbliche relazioni presso 343 Industries, La Coalizione, Compulsion Games e altre entità all’interno della galassia delle filiali di Xbox Game Studios sostengono che la causa principale dei problemi che sta attraversando la divisione videogiochi di Microsoft sia da ricercare in Game Pass.

Secondo quanto spiegato da Hilderbrand sulle pagine LinkedIn, ogni videogioco first party che sbarca nel catalogo di Game Pass è inevitabilmente destinato a non raggiungere gli obiettivi di vendita. Per l’ex dirigente Microsoft, l’altro problema di Game Pass è rappresentato dal fatto che lo slancio dato dall’ingresso delle esclusive Xbox nel servizio in abbonamento dura solo poche settimane, con i titoli in questione che restano in cima alle classifiche più giocato ai videogiochi dagli utenti Xbox per non più di un mese o due.

Per Hilderbrand la situazione è ulteriormente aggravata dalla mancata crescita degli abbonamenti Xbox Game Pass o PlayStation Plus, una stagnazione del mercato sempre più preoccupante che riduce ulteriormente il potenziale margine di profitto dei videogiochi sviluppati per essere offerti a un pubblico che avrebbe dovuto essere più ampio. rispetto a quello attuale (dipendente, appunto, dalle stime di crescita non soddisfatte del Game Pass).

L’ex dirigente di Microsoft ritiene quindi che ilcrisi attuale del settore dei giochi è impossibile da risolvere con strategie come quella adottata dall’azienda di Redmond con il Game Pass. Per Hilderbrand, inoltre, l’eventuale scelta che Microsoft farà per chiarire i dubbi su Call of Duty al day one su Game Pass aggraverà ulteriormente la situazione: nel caso in cui futuri COD dovessero lanciare nel servizio in abbonamento, infatti, Microsoft sarebbe costretto a perdere enormi ricavi generati dalle vendite del gioco sulle console Xbox (soprattutto negli Stati Uniti), mentre altrimenti finirebbe per inimicarsi tutti coloro che hanno deciso di iscriversi a Game Pass nella certezza di poter un giorno accedere ai videogiochi della saga sparatutto di Activision.

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