cosa sappiamo del gioco con i robot – .

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Rottura meccanica fa affidamento su due cose per il suo successo: il fatto che Titanfall 3 sia perso nel limbo e che la modalità PvP di Armored Core 6 si sblocchi solo dopo diversi capitoli della (complessa) campagna principale. Grazie alle lacune lasciate da questi due giganti, la nuova proprietà intellettuale di Mecha BREAK potrebbe avere la forza di emergere e lasciare il segno.

Come esperienza solo multiplayer divisa per classi e con una modalità battaglia reale (ci sono pochissime informazioni precise), questo gioco non si presenta sul mercato nel migliore dei modi, ma nelle parole degli sviluppatori (e nel travagliato percorso che questo gioco ha vissuto) si intravede una passione per i robot che potrebbe tradursi in qualcosa a cui vale davvero la pena giocare.

I video di gameplay mostrati mostrano un flusso di gioco frenetico con laser, mitragliatrici, missili e un sacco di combattimenti corpo a corpo. Il motto del gioco è blitz, brawl, blaze (assalto, scontro, blaze) per sottolineare il ritmo molto rapido degli scontri e la quantità schiacciante di eventi sullo schermo. Essendo un titolo solo multigiocatoreresta tuttavia da vedere se gli sviluppatori saranno riusciti a creare un mondo che non solo racconti la sua storia semplicemente esistendo, ma sia anche un luogo in cui i giocatori vorranno tornare.

La terza volta è quella giusta

La prima cosa che colpisce di Mecha BREAK è la resilienza del suo team di sviluppo nel voler creare a tutti i costi un videogioco sui robot giganti. Il progetto, infatti, è morto e risolto due volte. Seasun Games, nel 2015, aveva investito in uno studio britannico per realizzare la sua visione, ma nel 2017 tutto andò in fumo a causa di non meglio specificati “conflitti creativi”. Dai resti di quel progetto iniziò però un importante lavoro per tradurre l’idea in un titolo mobile i cui mech sarebbero stati realizzati con l’aiuto di storici designer giapponesi come Takayuki Yunase e Junya Ishigaki, autori del design robotico di opere come Xenogears, Gundam, Eureka Seven e Armored Core VI.

Mecha BREAK si concentrerà su manovre aeree e trasformazioni per coprire grandi distanze e massimizzare le possibilità di schivata.

Data la complessità dei progetti, la necessità di creare un universo narrativo e visivo credibile e i limiti dell’hardware mobile, il team ha deciso di cambiare direzione una seconda volta per realizzare la propria visione. come titolo AAAA parte i design dei maestri del genere, tutto è stato ricostruito da zero sotto il nome in codice BREAK (Biped Reinforced Engineering & Assault Kinematic System) da cui è nato Mecha BREAK, il gioco presentato ai The Game Awards 2023.

Con paragoni come Titanfall per lo stile occidentale e Armored Core 6 per quello orientale, questo gioco ha fatto del suo meglio in Enormi scontri multiplayer la sua identità. La sua modalità battle royale può contare fino a 60 giocatori, ognuno con il proprio mech e ognuno equipaggiato con un kit di abilità esplosive.

La strategia di sviluppo per gestire così tanti robot giganti pieni di parti mobili ed effetti visivi e sonori è stata chiamata “Geometria Virtuale” e consiste nel far eseguire il rendering della macchina del giocatore solo i modelli nel suo campo visivo e con un livello di dettaglio proporzionale alla distanza. Come questa soluzione tratterà proiettili a lungo raggio, missili, laser e tutti gli elementi degli scontri a fuoco lo si vedrà solo durante la beta prevista per il prossimo agosto.

Quello che sappiamo del gameplay

Dal punto di vista dell’universo narrativo che dovrebbe rendere credibili questi scontri di massa tra robot super tecnologici, purtroppo, c’è davvero ben poco di originale. Le premesse, infatti, sono quelle di Armored Core 6: un’incredibile risorsa futuristica contesa tra diverse fazioni che si fanno la guerra a bordo di robot giganti. Mecha BREAK, tuttavia, non si affida alla storia per attirare i giocatori nel suo gregge.

Mecha BREAK non punterà sull’originalità del suo universo narrativo ma sulle spade, le manovre aeree e le mitragliatrici dei suoi robot

La grafica, i combattimenti e la frenesia di questo gioco sembrano quelli di un vero anime robotizzato. Sappiamo già che ci sarà diverse classi di mech (assalto, corpo a corpo, cecchino, ricognizione e supporto) per dare varietà al gameplay e ognuno di questi avrà abilità personalizzate, acrobazie di volo, armi e armature.

Il cuore del gioco, accanto alle diverse modalità sparatutto in arena (una per 6 e una per 12 giocatori), sarà però Mash Mark: un PvPvE battaglia reale da 60 mech su una mappa di 256 chilometri quadrati. Qui i giocatori non solo si scontreranno tra loro ma dovranno vedersela con alcuni boss. Uno di questi è un altro robot gigante che riempie il cielo di laser e missili.

Alcuni mech saranno meglio equipaggiati nel combattimento corpo a corpo, ma tutti tenderanno a voler terminare il combattimento avvicinandosi all’avversario

Altre informazioni che si possono ricavare dai trailer e dalle dichiarazioni rilasciate dal team di Seasun Games è che il combattimento avrà una naturale tendenza a avvicinare i mech spostare le fasi finali di un combattimento in un combattimento corpo a corpo, una caratteristica che i fan di Gundam apprezzeranno. Chi ha provato l’alpha poi paragona il gioco ad Halo in termini di frenesia, struttura delle battaglie e durata degli scontri.

I piloti e gli scioperanti

I robot Mecha BREAK si chiamano Striker e ognuno ha un pannello di controllo un pilota specifico con molta esperienza. Ognuno ha cinque abilità, tutte incentrate su un’identità di combattimento specifica, quasi in stile hero shooter. Il Panther, ad esempio, ha una lancia in grado di infliggere danni ignorando lo scudo del nemico, uno scudo che mitiga tutti i danni provenienti dal fronte, una lama laser che lo spinge verso il nemico e due potenziamenti al suo scudo che lo trasformano in una protezione totale e si ricaricano più velocemente.

Il mech in questa immagine è Tricera, un carro armato con enormi proprietà difensive ottenute a scapito della mobilità ridotta.

Trica, invece, è il classico carro armato armato di mitragliatrici Gatling, un drone autoriparante, una forma meno mobile ma più robusta e un cannone Howitzer per fare tanti danni. Ci sono poi robot come Alysnes che hanno una seconda vita quando vengono distrutti grazie a pezzi di ricambio orbitali; Ci sono cecchini che diventano invisibili; esploratori che possono individuare gli avversari dietro i muri; e persino mech di supporto curativi che, con la semplice pressione di un pulsante, diventano spietate macchine per uccidere.

Purtroppo, i personaggi pilota non sono neanche lontanamente interessanti quanto i robot che pilotano, ma crediamo che saranno una parte minima dell’esperienza complessiva. La parola d’ordine di Mecha BRAKE è velocità, sia nei movimenti che nei combattimenti, con tutta una serie di effetti visivi e sonori studiati appositamente per trasmettere le sensazioni tipiche di un anime di questo genere. La scelta di essere un titolo solo multigiocatoretuttavia, limiterà il divertimento che questo gioco può offrire al numero di utenti attivi dopo il lancio iniziale.

I modelli dei vari Striker in Mecha BREAK appaiono dettagliati e complessi anche nelle situazioni più frenetiche

Sappiamo che Mecha BREAK sarà un titolo live service, che ci sarà un battle pass e che sono in fase di sviluppo nuovi Striker. Nemmeno i re di tutti i mech, io Gundamsono riusciti a trasformarsi in uno sparatutto di successo con Gundam Evolution, un gioco molto in stile Overwatch che ha chiuso poco più di un anno dopo il suo lancio, ma Seasun Games si concentrerà sul genere degli sparatutto in arena e dei battle royale. Solo la beta e il periodo post-lancio ci diranno se abbastanza persone saranno affascinate da questo gioco da consentirgli di reggere il confronto a lungo termine.

 
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