tra i più giovani mai saliti sul podio – .

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Sulle montagne russe di Portimão, prima tappa europea della stagione MotoGP, lo showman del fine settimana è stato Pedro Acosta. Nel Gran Premio del Portogallo, infatti, il maravilla novellino ha mostrato tutto il suo talento con sorpassi spettacolari, conquistando un incredibile podio nella gara della domenica, rendendolo il terzo pilota più giovane della storia a farlo. Una precocità che non sorprende più: Acosta va sempre più avanti e si prepara a diventarlo rapidamente uno dei protagonisti assoluti della MotoGP.

Sorpassi e podio: che spettacolo in Portogallo!

Come detto, il Gran Premio del Portogallo è stata una grande conferma per Pedro Acosta. Weekend di crescita costante per lo spagnolo: costretto a passare dalla Q1, il pilota della GASGAS non ha battuto ciglio, superando brillantemente la prova e chiudendo la sessione di qualifica al settimo posto, risultato replicato in fotocopia nella Sprint Race. Domenica, però, lo spettacolo è avvenuto: giri veloci, traverse e sorpassi hanno dato vita ad un vero e proprio spettacolo che, complice anche la caduta di Maverick Viñales [a causa di problemi tecnici, ndr]gli è valso il primo podio in carriera in MotoGP.

Per dare un’idea chiara, basti pensare al fatto che tutto questo è accaduto soltanto al suo secondo Gran Premio di prima classe. Un risultato record per Acosta, che a 19 anni e 304 giorni diventa così il terzo pilota più giovane a salire sul podio nella classe regina; meglio di lui fecero solo Randy Mamola (19 anni e 261 giorni) ed Eduardo Salatino (19 anni e 274 giorni), rispettivamente nel 1979 e nel 1962.

Acosta: «Ho gestito meglio le gomme»

A fine gara, Acosta è molto lucido nel riavvolgere il nastro e raccontare la sua corsa: «Dobbiamo essere soddisfatti di come abbiamo gestito la situazione, perché in Qatar la cosa ci è sfuggita di mano. Qui il problema è stato il fatto che sono rimasto dietro a Bagnaia per molti giri: ero molto vicino perché cercavo il momento giusto per superarlo, ma purtroppo così facendo la pressione nella gomma anteriore è aumentata parecchio. A quel punto ho deciso di superarlo per vedere se potevo ottenere un buon risultato, ma è stato un disastro, perché ho rischiato di cadere due volte nella stessa curva. Poi ho provato a fare traiettorie diverse per uscire meglio dalla curva 3, ma ogni volta avevo più vibrazioni a causa delle turbolenze e non riuscivo a uscire bene dalle prime due curve. Mi sono concentrato e Ho visto cosa ha fatto Pecco: è uno dei migliori nella gestione della gommanon lo consuma molto e osservandolo da dietro ho potuto imparare moltissimo».

A è arrivato a Portimão podioil primo nella classe regina per il maravilla novellino. Un risultato incredibile per un pilota alla sua seconda gara in assoluto in MotoGP, arrivato forse un po’ prima del previsto. Risultato di una migliore gestione della partita rispetto all’inizio della stagione: «Dobbiamo essere molto contenti: il podio è arrivato prima di quanto tutti si aspettassero, considerando anche quello di ieri [sabato, ndr] Ero fuori dalla Q2. Oggi [domenica, ndr] Sono riuscito a gestire bene la gara, a differenza del Qatar dove all’inizio ho guidato al limite per restare vicino ai primi. Durante il warm-up ho provato qualcosa per migliorare la partenza, che alla fine ha funzionato. Ho perso la posizione solo a favore di Binder e Marquez, e posso considerarlo un buon risultato considerando che nello Sprint alla curva 3 ero 15°».

Alla fine, il gloss era acceso sorpasso più bello della corsa: «Certamente quello di Bagnaia. È stato davvero difficile superarlo perché la prima volta che ho provato sono andato lungo e lui mi ha superato. Ho provato a farlo innervosire, ma non si è trattenuto. Alla fine, però, ci sono riuscito e Penso che sia stata davvero una bella battaglia».

Il confronto con Marc Marquez

La strada di Acosta sembra essere sempre più quella del “pilota predestinato”: è quindi inevitabile parlare di lui e paragonarlo ad altri grandi di questo sport. In particolare, Pedro è stato (praticamente sempre) definito come “erede di Marc Márquez”, in parte per la nazionalità comune, in parte per i primati di precocità stabiliti (o battuti). Etichetta che lo stesso Acosta ha sempre cercato di scrollarsi di dosso, affermando in più di un’occasione di essere “solo Pedro Acosta”. Difficile però evitare il confronto, soprattutto se la sfida si pone anche in pista.

Partendo dalla statistica pura, il maravilla novellino è uno dei piloti più giovani ad aver conquistato un podio in MotoGP ed è stato ancora più precoce di Marquez, il cui primo podio arrivò “solo” all’età di 20 anni e 49 giorni. Qui però è bene sottolineare una differenza ‒ sostanziale ‒: mentre Acosta è andato sul podio alla sua seconda gara (e anche grazie ad un ritiro), Marquez è riuscito nella sua primissima gara in MotoGP dopo una rissa con un’altra leggenda, Valentino Rossi.

Inoltre, non bisogna dimenticarlo Marquez ha ottenuto la sua prima vittoria (e pole position) nella sua seconda gara assolutail Gran Premio americano, su una pista nuova per tutti [era il primo GP del Motomondiale sul circuito di Austin, ndr]. Un’impresa di cui, undici anni dopo, si parla ancora e che è ancora impossibile da superare. Anche per un predestinato come Acosta.

 
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