La decisione dopo quanto accaduto con un testimone indagato per falsa testimonianza
La procura antimafia Antonella Fratello ha preferito non rivelare i nomi dei testimoni convocati alla prossima udienza del processo in corso a Napoli per l’omicidio dell’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone, ucciso da un colpo di pistola calibro 38 sparato in quota di una lite scoppiata nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 sul lungomare di Napoli.
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Una decisione dettata probabilmente per evitare condizionamenti, visti i precedenti. Nell’ultima udienza, l’esame del primo testimone, proprietario di uno degli chalet dove sono avvenuti i fatti, è stato caratterizzato da diversi “non ricordo”. Il secondo testimone, un suo collega, non si è nemmeno presentato e il giudice ha deciso di disporre l’accompagnamento forzato. Nel corso dell’udienza, proprio a causa del suo atteggiamento omissivo, è stato indagato per falsa testimonianza. Il giudice ha disposto l’assegnazione di un difensore d’ufficio. Alla fine il testimone si è avvalso della facoltà di non rispondere e la Corte d’Assise (presidente Cristiano) ha deciso di trasmettere gli atti al pubblico ministero.
Nel corso dell’udienza il giudice ha accolto la richiesta di sospensione dei termini cautelari in attesa della trascrizione delle perizie balistiche. È stata ascoltata anche la Polizia Scientifica: gli agenti testimoni hanno confermato che il proiettile calibro 38 speciale che ha ucciso Maimone è stato fatto esplodere da una distanza di circa 15 metri e che il colpo non è stato sparato in aria. Sono stati inoltre acquisiti il ricognizione fotografica e la perizia relativa al rinvenimento di residui di scarpe bruciate. Infine, è stato fissato il calendario delle prossime udienze: 17 aprile, 8 e 14 maggio.
