Kurt Cobain, 30 anni fa la sua morte chiudeva la breve rivoluzione della Generazione X. Ma il fuoco infuria ancora – - – .

Kurt Cobain, 30 anni fa la sua morte chiudeva la breve rivoluzione della Generazione X. Ma il fuoco infuria ancora – - – .
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NONon guardò nessuno, immobile e pallido, nell’ora e mezza in cui giocò all’allora Palatrussardi milanese. E così via nelle altre tappe del tour. Sì, per molti Kurt Cobain, la cui morte oggi segna 30 anniun colpo di fucile che mise fine ai sogni di tanti, già morti un mese e mezzo prima, in quello piccolo e triste giro d’Italia chi aveva il suo tappa più sinistra di Romaquando il cantante fu trovato disteso sul pavimento in una stanza d’albergo dopo aver ingerito 60 pillole di Rohypnol.

Erano solo i presagi del finale in un garage di Seattle, dove tutto ebbe inizio, con il quale Kurt avrebbe posto fine alla breve rivoluzione dei Generation ragazzi senza più santi né eroi Quello nel grungedistorsori e invocazioni che mettono a fuoco e in fiamme ogni plastificazione della roccia, aavevano trovato un fragile punto d’appoggio. Trent’anni dopo, per alimentare il ricordo di quell’incendio, viene lasciato solo Eddie Vedder del Pearl Jam, presunto antagonista di una rivalità che solleticava l’opinione pubblica, tanto meno i due.

Perché da Layne Staley del Alice in Chains a Chris Cornell dei Soundgarden fino a Mark Lanegan, molti dei cavalieri del grunge, caddero nel pozzo nero di Cobain, l’incapacità di venire a patti con il proprio successo e le proprie aspettative. Ma quel fuoco, però, arde ancora. Perché arde nelle canzoni dei Nirvana, sempre attuali e nella rabbia, sempre viva, dei ragazzi di oggi, figli dei contestatori di ieri. Quali altri Kurt non hanno ancora trovato.

 
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