Esplosione nel bacino di Suviana, come funziona la centrale di Bargi – .

Esplosione nel bacino di Suviana, come funziona la centrale di Bargi – .
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Bologna, 9 aprile 2024 – Sei centrali, quattro dighe e due grandi bacini artificiale: Brasimone e Suviana. L’Appennino alle spalle di Bologna tra le valli del Limentra, del Setta e del Brasimone è un complesso complesso di opere di ingegneria realizzate nel corso del ‘900 per sfruttare le risorse idrauliche della zona per produrre energia elettrica.

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Un obiettivo che, per entrambi i bacini, andò di pari passo con il progresso del trasporto ferroviario di inizio secolo: i due invasi furono infatti realizzati dalle Ferrovie dello Stato, a partire prima dal Brasimone, poi dalla Suviana per sostenere l’altissima domanda di energia che il avrebbero richiesto i nascenti collegamenti veloci Bologna-Pistoia e la Direttissima Bologna-Firenze.

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Oggi ci sono quattro dighe che garantiscono l’approvvigionamento idrico necessario al funzionamento delle centrali: le dighe di Pavana, Scalere, Suviana e Santa Maria. Costruita nel 1975, la centrale di Bargi ha la particolarità di funzionare in due sensi di marcia, sfruttando quindi non solo la potenza del salto d’acqua dal bacino sovrastante: durante la notte, infatti, l’acqua può essere respinta dal bacino di Suviana verso il Brasimone, riservando la produzione di energia alla parte diurna della giornata – quando è maggiore la richiesta di prelievo dalla rete elettrica.

Nel 1995 l’area è stata regolamentata istituendo il Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, e oggi l’area è caratterizzata dalla compresenza dell’attività delle diverse centrali idroelettriche, del centro ricerche dell’Enea e da un’offerta turistica che nel tempo si amplia tra trekking, ciclismo e pesca.

La centrale più potente dell’Emilia Romagna

La centrale idroelettrica di Bargi, il più potente dell’Emilia Romagna, si trova in comune di Camugnano, nell’alto Appennino bolognese. Turbina e ripompa l’acqua tra i laghi di Suviana e Brasimone.

Il Lago di Suviana è un lago artificiale situato nell’Appennino bolognese, formatosi in seguito alla costruzione di a Diga alta 91,5 m, iniziata nel 1928 e completato nel 1932. È un bacino alimentato principalmente dal torrente orientale Limentra e si trova interamente nel territorio della città metropolitana di Bologna. Le due sponde confinano ad est con il comune di Camugnano e ad ovest con il comune di Castel di Casio.

Sul lago si affacciano i paesi di Suviana, Baigno, Badi, Bargi e Stagno. È il lago più grande della provincia e uno dei maggiori dell’Emilia-Romagna.

Quando fu costruita la diga di Suviana

Costruito da Ferrovie dello Stato alimentare con le acque del lago (che ancora esiste ed è a valle della diga) una centrale idroelettrica per fornire energia alla nuova linea ferroviaria Bologna-Firenze, denominata Direttissima. Questa centrale, che ha una potenza efficiente lorda di 26760 kW, sfrutta le acque del bacino di Suviana e quelle del bacino di Pavana, al quale il lago è collegato tramite un tunnel ferroviario sommerso.

Poi, negli anni Settanta, l’Enel ha costruito una nuova centrale a monte, quella di Bargi, alimentata anche dalle acque del vicino e sovrastante bacino del Brasimone, collegato al Lago di Suviana tramite una condotta che sfrutta il dislivello tra il due invasi (circa 384 m).

La particolarità della centrale di Bargi

La particolarità della centrale di Bargi è che si tratta di un impianto di generazione e pompaggio che scambia, a seconda delle necessità, notevoli volumi d’acqua tra i due bacini: nelle ore di massima richiesta viene utilizzato per produrre energia elettrica mentre nelle ore di minimo carico, generalmente notturne, pompa l’acqua da Suviana al Brasimone. Il bacino del Brasimone, di circa 6,4 milioni di m3, si è formato con la costruzione della diga delle Scalere, una diga a gravità alta 40 m e lunga 158 m in muratura, costruita con pietra locale, che intercetta le acque del torrente Torto e del torrente Brasimone , principale affluente di sinistra del fiume Setta, che ha un bacino idrografico di 73,7 km²; sulla sponda sud-orientale del lago si trova il Centro Ricerche Enea Brasimone.

Come è stato realizzato

La galleria di deviazione in pressione Brasimone – Stagno (da cui partono le metadotte) ha un diametro di 5,40 me una lunghezza di 4757 m. Lo scavo della galleria, ad eccezione dei primi 210 m a valle dell’opera di presa, è stato effettuato a sezione piena con talpa meccanica Robbins. Il pozzo piezometrico è del tipo differenziale a tubi cilindrici concentrici, ed ha un’altezza di 68 m rispetto al fondo del tunnel di deviazione. Per il dimensionamento idraulico del pozzo si è tenuto conto delle manovre operative o accidentali più impegnative, sia semplici che combinate. Le due condotte forzate che corrono fuori terra e parallele hanno un diametro che varia da 4,40 ma 3,60 m per una portata massima di 104,6 m3/s.

Bene pianta: ecco le dimensioni

La centrale di Bargi lo è del tipo a pozzo, edificato sulla riva del Lago di Suviana. Fu scelta una costruzione di questo tipo perché le pompe dovevano trovarsi 25 m sotto il livello massimo di portata del bacino di Suviana e una centrale elettrica sotterranea sarebbe stata più costosa. Le dimensioni della centrale sono 61×37 m a pianta rettangolare, alta 54 m. Al primo piano interrato si trova il piano di riparazione, da qui partono i pozzi verticali che arrivano fino al fondo della centrale. Qui ci sono due carriponte da 250 t ed uno più piccolo da 15 t. Quando è necessario sollevare l’alternatore per la revisione, ogni 15 anni, i carroponti lavorano in tandem sollevando una trave a cui è agganciato l’alternatore, che pesa circa 400 t.

Le turbine – le pompe sono della Riva Calzoni e della De Pretto Escher Wyss, hanno una potenza di 165 MW ciascuna, sono monostadio e pompano circa 47 m3/s di acqua verso il Lago Brasimone, che è quindi in grado di riempire in 6 ore la centrale in piena operatività. Queste macchine non sono suscettibili di regolazione della potenza nel pompaggio, mentre sono in generazione. La valvola stellare ha un diametro interno di 2,30 me pesa 160 tonnellate. L’energia elettrica in uscita dagli alternatori alla tensione di 17 kV viene condotta all’esterno tramite cavi in ​​olio fluido, dove due trasformatori Marelli trifase a tre avvolgimenti (17/132/400) elevano la tensione a 400 kV. Per quanto riguarda l’avvio del pompaggio, come per altri impianti di questo tipo, viene utilizzato il metodo Back – to – Back, che consiste nel trascinare il gruppo che deve pompare da parte dell’altro gruppo, che viene avviato in generazione. Il gruppo che deve pompare accelera fino a raggiungere i giri, poi corre parallelo alla rete e viene spenta la macchina motrice che era stata avviata in generazione. Si apre quindi la valvola stellare e a questo punto l’acqua comincia a salire verso il lago superiore.

La centrale di Bargi è particolare perché può fare questa operazione anche con una macchina di un’altra centrale, cioè Suviana. In questo caso dando inizio ad una generazione di Suviana è possibile trascinare un gruppo di Bargi fino alla chiusura dello scambio e del parallelo con la rete di quest’ultima. In questo modo (ovviamente dopo aver sezionato il lato 132 kV di Suviana) si crea un sistema isolato, regolato in frequenza con velocità crescente da zero al sincronismo, un “albero elettrico” tra le due centrali.

Cosa succede in caso di blackout

Davanti ai lavori di assunzione è stato posizionato un grande materassino per proteggere la sponda del lago dall’erosione dovuta alle forti correnti provocate dal funzionamento della centrale elettrica. La stazione dell’alta tensione dista circa 700 m dalla centrale ed è dotata di doppia sbarra. Collega la centrale di Bargi con la dorsale italiana a 380 kV attraverso due linee (Calenzano e Martignone). Questo impianto rientra nel piano di riavvio della rete nazionale in caso di blackout ed è in grado di erogare la sua massima potenza entro 4 minuti. La centrale è stata realizzata dall’Agenzia Nazionale per l’Energia Elettrica (Enel) con la progettazione seguita dal Centro di Progettazione e Costruzione Idraulica ed Elettrica di Torino. Il primo parallelo del primo gruppo avvenne nel maggio 1975.

 
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