Con la chiusura dell’inchiesta per falso in bilancio nelle comunicazioni di Visibilia Editore spa, il ministro del Turismo Daniela Santanchè rischia ora un altro processo oltre a quello per truffa ai danni dello Stato.
A questo punto i difensori hanno venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere l’interrogatorio degli indagati, 17 in totale, tra cui il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Poi la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio.
Secondo quanto emerso dalle indagini del Nucleo di Polizia economica e finanziaria della Gdf, coordinato dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi, i bilanci sarebbero stati truccati per sette anni, tra il 2016 e il 2022 per nascondere milionari “perdite”. e permettere all’azienda di restare in piedi. Solo tre settimane fa la Procura di Milano aveva chiuso l’inchiesta per truffa aggravata sulla cassa integrazione a zero ore nel periodo dell’emergenza Covid. Al momento la difesa del ministro non ha richiesto l’interrogatorio.
Tuttavia, l’accusa di fallimento che le veniva contestata unitamente a quella di falso in bilancio veniva stralciata dal procedimento principale, poiché nessuna delle società del gruppo Visibilia veniva dichiarata insolvente. Lo stralcio prelude ad una probabile richiesta di licenziamento.
Restano aperte per il ministro altre questioni giudiziarie: la vendita della villa a Forte dei Marmi acquistata da Kunz e Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, e altre sul fallimento del gruppo Ki Group-Bioera, in cui anche Santanchè aveva incarichi e quote.
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