CREMA – Gianpietro Maccalli gettò la spugna, chiudendo la storica pasticceria Treccia d’Oro. Una storia che finisce dopo 70 anni: era il 1954 suo padre, Vittorio, alzò per la prima volta le saracinesche in piazza Garibaldi. Tre generazioni di cremaschi hanno acquistato da lui e dal figlio prelibatezze, a cominciare dalla Treccia d’oro, un dolce le cui origini risalgono agli anni ’30. Sembra che la ricetta sia stata proposta per la prima volta in una fiera di Padova dal pasticcere Zironda, nella cui attività Maccalli iniziò poi a lavorare come apprendista. Quando il titolare decise di andare in pensione, subentrò Vittorio, contribuendo alla fama del dolce che ha dato il nome al negozio. Una storia che Maccalli, Cavaliere dal 1993, ha portato avanti fino al 2021, anno della sua morte. E ora la decisione del figlio Gianpietro, che ha informato gli amministratori comunali. «Difficoltà nel reperire personale, ma anche ragioni strettamente personali», la conferma diL’assessore al Commercio Franco Bordo che ieri era da Maccalli. Poco più di un mese fa, il titolare ha avviato la ricerca di un maestro pasticcere, nel tentativo di potenziare l’organico.
Il negozio non è in vendita, né il marchio Treccia d’oro. Come a voler lasciare la porta aperta a una futura generazione di Maccalli, magari a suo figlio, nipote di Vittorio.
Dal 2016 la pasticceria è un’attività storica, riconosciuta dalla Regione. «In un negozio ormai vuoto – ha continuato Bordo – ho conosciuto i titolari che, addolorati, mi hanno informato della decisione di chiudere questa gloriosa attività».
Il sindaco, Fabio Bergamaschi, Ha aggiunto: “Una bella, lunga storia di imprenditoria locale che volge al termine. Una storia che si è incrociata con quella di tante famiglie clienti. Come sindaco vi saluto con rammarico, ma anche con grande rispetto per il lavoro svolto”.
