Gas serra e radiazioni ionizzanti, nuovi strumenti per misurarli – Ambient&Ambienti – .

Gas serra e radiazioni ionizzanti, nuovi strumenti per misurarli – Ambient&Ambienti – .
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È il progetto europeo TraceRadon, a cui partecipano 17 partner internazionali tra cui l’ENEA

IL monitoraggio del gas serra e di radiazioni ionizzanti è un passo importante per comprendere i livelli di inquinamento dell’atmosfera, come interagiscono tra loro e con le altre variabili, e quali possibili azioni intraprendere. Per questi motivi sono stati sviluppati nuovi sistemi di misurazione e monitoraggio

dal consorzio di 17 partner internazionali del progetto europeo TracciaRadondi cui fa parte anche l’ENEA con l’Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti (INMRI), l’Istituto di Radioprotezione e il Laboratorio di Osservazioni e Misure per l’Ambiente e il Clima.

Queste nuove misure sono state calibrate radonun gas radioattivo naturale generato nel suolo e nelle rocce che si accumula all’interno ed è considerato la principale fonte di radiazioni ionizzanti.

I dati più accurati ottenuti con queste nuove metodologie saranno utili alle reti di monitoraggio atmosferico calcolare entrambi i livelli di CO2, che dire protezione dalle radiazioni.

Secondo gas serra di origine antropica, il più abbondante dopo l’anidride carbonica, il metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali, influenzando in modo incisivo la temperatura terrestre e il sistema climatico.

“Il radon può essere usato come tracciante naturale per studi atmosferici che riguardano il trasporto di masse d’aria e le concentrazioni di inquinanti gassosi che si accumulano soprattutto nella parte dell’atmosfera direttamente influenzata dalla superficie terrestre”, spiegano i ricercatori Francesco Cardellini E Marco Capogni dell’INMRI-ENEA. “La variazione dell’altezza di questo strato (da poche decine di metri a qualche chilometro) incide sulla concentrazione degli inquinanti nell’atmosfera e quindi anche su quella del radon. Di conseguenza, una misura precisa, accurata e affidabile della concentrazione in atmosfera e del flusso dal suolo di questo elemento è di notevole importanza per i modelli atmosferici che consentono, ad esempio, la stima dei gas serra come la CO2”, aggiungono.

Tra i principali risultati raggiunti dal progetto vi sono: sviluppo di nuovi metodi E procedure di calibrazione strumenti utili per misurare le concentrazioni di radon outdoor (da poche unità fino a centinaia di becquerel per metro cubo), da utilizzare nelle reti di monitoraggio atmosferico e di radioprotezione. “In particolare, ENEA ha sviluppato una camera di accumulo per le misurazioni del flusso di radon dal suolo, i cui dati, combinati con analisi fisiche del suolo e parametri atmosferici, hanno permesso di validare diversi modelli matematici di trasporto di questo gas”, sottolineano i due ricercatori dell’INMRI -ENEA.

Esperti provenienti da tutta Europa, inoltre, hanno partecipato presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia ad una delle quattro campagne di misura per mettere a punto procedure in grado di rilevare, in modo sempre più affidabile, i flussi di radon dal suolo. “Il miglioramento di questi tipi di misurazioni aiuterà la ricerca sui cambiamenti climatici e sulla radioprotezione, compreso il loro utilizzo per identificare i cosiddetti aree prioritarie a rischio radonun gas incolore, inodore e insapore, che può rappresentare un grave rischio per la salute: il suo decadimento radioattivo genera atomi instabili, radionuclidi, che una volta inalati emettono energia sotto forma di radiazioni nel sistema respiratorio”, spiega Alessandro Rizzo dell’Istituto di Radioprotezione.

Già oggi, nell’infrastruttura di ricerca europea ICOS, di cui fa parte l’Osservatorio ENEA di Lampedusa, sono presenti stazioni dove viene misurato in continuo il radon presente nell’atmosfera. “Tuttavia, strumenti e misurazioni di questo gas necessitano ancora di essere migliorate soprattutto in presenza di basse concentrazioni, in modo da fornire dati sempre più affidabili per lo studio dell’inquinamento atmosferico – e per il monitoraggio delle radiazioni a supporto dei sistemi di sorveglianza nazionale”, sottolineano Damiano Sferlazzo E Francesco Monteleone del Laboratorio di Osservazioni e Misure per l’Ambiente e il Clima dell’ENEA. “Grazie a questo progetto mireremo ora a trasferire i nuovi strumenti ai laboratori di taratura per le misurazioni nel campo delle radiazioni ionizzanti, agli organismi che sviluppano standard (es. IEC, ISO) e infine agli utenti finali attivi nel monitoraggio dei gas ad effetto serra e delle radiazioni protezione”, concludono i ricercatori.

Tag: Serra gas ionizzanti radiazioni strumenti misura AmbientAmbienti

 
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