“Domani ci servirà tutto per vincere. Partite precedenti? Ogni partita è diversa” – .

“Domani ci servirà tutto per vincere. Partite precedenti? Ogni partita è diversa” – .
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Roma 22 aprile 2024 – Alla vigilia della semifinale di ritorno, in casa Lazio C’è emozione, dobbiamo recuperare due gol di svantaggio e i ragazzi Tudor non escono sconfitti. L’ambiente è accusato di tentare l’impresa contro il Juve, per la terza traversata da quando il croato è allenatore della squadra capitolina. Una sfida che il tecnico biancoceleste ha lanciato personalmente partecipando a una conferenza stampa davanti alla stampa, dopo due settimane di silenzio. Ecco le sue parole.

Cosa chiede alla squadra e ai tifosi per riuscire nell’impresa contro la Juventus? “E’ una partita importante perché giochi per arrivare in finale, contro una squadra forte e con un risultato non facile. Devi provarci fino alla fine con tutte le tue forze per passare, devi crederci e giocare una partita perfetta. Non commettere errori e andare avanti con tutte le nostre forze, questo è il nostro obiettivo e vediamo cosa succede”.

Quanto manca questa Lazio per essere quella che hai in mente Tudor? “Per ottenere il risultato bisogna fare sempre tutto bene. È difficile parlare di percentuali, da quando sono arrivato abbiamo sempre giocato buone partite. Ho impostato un tipo di calcio diverso, ma non mi accontento mai, cerco sempre di crescere e migliorare. Come ho detto, dopo il Genoa forse potremo fare un passo indietro e farne due avanti. Stiamo crescendo, vedo grande voglia e partecipazione da parte dei giocatori. Diciamo che siamo sulla strada giusta”.

La prestazione in campionato contro la Juventus può essere un modello da seguire? “Abbiamo giocato due partite contro di loro e ogni partita è diversa dall’altra. Cambiano gli interpreti, i dettagli, le idee sono le stesse ma poi tante situazioni possono cambiare la partita. Bisogna crederci, questo è il bello del calcio. Spero che sia una partita lunga… ho visto i ragazzi molto motivati ​​e ci credono. Abbiamo fatto poco, dovevamo recuperare dopo il Genova. Oggi faremo qualche rifinitura e sceglieremo chi partirà domani”.

Cosa manca a Castellanos per sfondare e domani giocherà lui o Immobile? Come sta anche Guendouzi? “Immobile si è allenato ieri, sta bene ed è stato convocato. Guendouzi ha fatto due allenamenti e ci sarà anche lui. Con Taty Ho fatto una bella chiacchierata proprio ieri, a volte gli importa troppo. Ha qualità interessanti e sente di poter fare ancora di più, io cerco di tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Per me con il Salernitana ha giocato un’ottima partita anche se non ha segnato, poi come ogni attaccante quando non segna pensa al gol. Deve invece pensare a come gioca e a come riesce a creare occasioni da gol. Cerco di consigliare loro di pensare più a come aiutare la squadra, piuttosto che al gol in sé”.

Luis Alberto può tornare titolare fisso? Anche Felipe Anderson lo ha utilizzato a centrocampo, potrà tornare stabilmente in attacco?Anderson ha sempre giocato nel suo ruolo, può giocare sia da trequartista che da esterno. Ha sempre giocato un ruolo offensivo, ora gioca più centralmente prima che sulla fascia. Luis Alberto giocava tanto, anzi giocava quasi sempre”.

Basta il carattere per compiere l’impresa o serve qualcosa in più? Si riprenderà Lazzari o sarà come il recupero del Genoa? “Manuel è in dubbio, vediamo se riuscirà a recuperare. Le parole del presidente sono bellissime, piacciono a ogni allenatore. Poi quando parliamo di impronta dell’allenatore dobbiamo considerare tutte le cose, il lavoro dell’allenatore è complicato e si basa sì su tante cose, non solo sul carattere, ma anche sullo stile di gioco e sulla mentalità. Nella mia carriera ho visto tante etichette e tante esagerazioni, ma penso che ogni allenatore debba essere analizzato con più attenzione. serve fluidità ma aggressività, serve compattezza e saper difendere sia alto che basso. Non dobbiamo regalare nulla e resistere 90 minuti, magari anche ai supplementari. Lavoriamo su queste cose ogni giorno, non lavoriamo solo con il carattere, non si vince solo con i giocatori, si vince con la qualità dei giocatori. L’allenatore è importante, ma poi serve qualità se non hai Felipe che dà quella palla, se non hai Daichi che fa quella giocata e Matias con quel velo non vinci le partite. Spero che i miei domani siano questi e il loro un po’ meno”.

Cosa chiede alla difesa e quanto tempo resta per eliminare tutti gli errori? “È una cosa che abbiamo analizzato e stiamo cercando di lavorarci. Stiamo subendo qualche gol per errori individuali. Qui ci sono stati tanti ingressi in area, ora lavoriamo molto sul duello e andando così avanti si perde la lucidità per tornare indietro e coprire meglio. È difficile ottenere tutto, forse ottieni risposte migliori su alcune cose, più lavori su un aspetto più sei bravo, ma forse perdi qualcosa su altre cose. Dobbiamo lavorare per avere quella solidità e restare sul pezzo anche difendendo basso, cosa che la Juve fa a ottimi livelli. Sono bravi in ​​questo.”

La Juventus è una squadra che concede poco, spesso fai fatica a calciare prima di entrare in area, come trovi il coraggio di tirare in porta? C’è la sensazione che si cerchi più l’assist che il gol… “Dipende un po’ anche dalle caratteristiche dei giocatori. Lavoriamo sul coraggio di attaccare con tanti giocatori, poi lavoriamo su alcune situazioni. Con il Salernitana Ho visto quattro gol e potevamo segnarne di più, ho visto cose interessanti. A Genova è più complicato, ma lavoriamo tutti i giorni su questo, su dettagli che in realtà alla fine non sono dettagli”.

Potrebbe Isaksen essere un incursore della Lazio di Tudor del futuro? “Le caratteristiche dei giocatori sono importanti. Quando formiamo le rose, a noi allenatori piace vedere le statistiche e vedere quanti gol segnano in più o in meno i giocatori, così sai su cosa lavorare. E’ chiaro che lo stile di gioco è importante, con il calcio offensivo i numeri possono salire. Isaksen mi piace, è un bravo ragazzo che ha doti importanti, l’ho fatto giocare, poi magari qualcuno ha fatto meglio ma lui è lì e aspetta il suo momento, la mentalità e il peso di certe situazioni, il Un campionato è un campionato difficile e dobbiamo crescere, lui è molto attento a quello che dico e si applica bene in allenamento, è una dote che mi piace. Io dico che decidono sempre i giocatori, penso che sia impossibile per un allenatore far giocare un giocatore peggio di un altro”.

Cosa hai imparato sulla Juventus nei due precedenti? “La domanda è giusta, ma non so dare la risposta. Ne abbiamo parlato con lo staff e i giocatori. Ci sono due o tre cose in cui loro sono stati bravi e altri in cui abbiamo fatto bene. Ci abbiamo lavorato, ma non posso dirvi su cosa abbiamo lavorato.

Come ti prepari per una partita del genere? “I giocatori si preparano da soli per una partita come questa. L’allenatore ti dà degli input, ma se non capisci da solo non puoi fare niente. Giocare queste partite piace a tutti, la motivazione è altissima e per me è più facile preparare questa partita.

Kamada era tra i più attesi dell’estate, quanto può essere decisivo uno come lui? Su cosa deve ancora lavorare? “Da Kamada ci siamo sentiti tante volte, ho sempre spiegato che un certo stile di gioco è migliore per alcuni giocatori e meno per altri. A me è capitato tante volte, sono cose del calcio che succedono in ogni squadra, non c’è motivo di meravigliarsi o indignarsi. Kamada è un giocatore completo, tutte le sue qualità sono ad un buon livello e questo è importante”.

FILIPPO MONETTI

 
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