la festa di tutti il ​​25 aprile – .

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Sessione solenne in Regione Liguria il 25 aprile

Si è svolta questa mattina, nella sala del Consiglio regionale, la solenne seduta per celebrare il 79° anniversario della Liberazione.

Subito dopo l’apertura, su invito del presidente Gianmarco Medusei (Lega), l’Assemblea Legislativa della Liguria ha osservato un minuto di silenzio per ricordare i caduti civili e militari della Guerra di Liberazione.

Nella seconda parte dei lavori ha tenuto il discorso ufficiale Guido Levi, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Genova e direttore della rivista “Storia e Memoria” dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.

Alla cerimonia erano presenti le massime autorità civili, militari e religiose della Liguria.

Il presidente del Consiglio regionale ha dichiarato: “Siamo qui uniti per celebrare la solenne seduta, per dare il giusto e doveroso rilievo ad una giornata fondamentale per la storia del nostro Paese, il primo passo che ha condotto l’Italia verso quel percorso istituzionale che ‘ha la trasformò in una Repubblica democratica, fondata sui principi della Costituzione che ancora oggi fermamente ci tutela e ci eleva al ruolo di Nazione moderna e libera.

Sono onorato di sedere in quest’Aula in qualità di Presidente dell’Assemblea Legislativa, perché proprio in luoghi come questo tutti quei solenni principi vengono vissuti pienamente: nel confronto politico aperto, nel rispetto dell’avversario che ha un’idea opposta, nella interesse reciproco nel fare tutto il possibile per governare meglio tutti coloro che hanno scelto i propri rappresentanti, qualunque sia la bandiera, lo stemma, il colore, l’ideale.

È doveroso ribadire, anche quest’anno, che tali valori sono parte integrante dei lavori di questa assemblea, come stabilito dalla Legge Regionale n.9 del 16 aprile 2004, il ‘Testo unico degli interventi regionali per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana’, che sottolinea come ogni attività istituzionale espressa in questa Aula sia ispirata e attuata nel fondamento della guerra di liberazione dal nazifascismo, contro ogni forma di dittatura e di oppressione.

Il 25 aprile è la festa di tutti e non di una sola parte, dei cittadini e dei loro rappresentanti, della società civile: in questa celebrazione non può e non deve esserci divisione.

L’Italia del 2024 è un Paese che, dopo quasi ottant’anni, nonostante le difficoltà dovute alle continue sfide che si presentano ogni giorno, alle tensioni internazionali, ai cambiamenti dell’economia mondiale e dei mercati globali, continua ancora a godere di una “preziosa eredità da custodire”. tutelato, costruito da chi ha saputo voltare pagina, ricostruendo una nazione dalle macerie, per farla camminare con le proprie gambe seguendo la strada della Democrazia e dei Principi Fondamentali della Costituzione”.

Il professor Guido Levi ha elaborato una ricostruzione delle vicende della Resistenza a Genova.

“Il 25 aprile rappresenta – ha spiegato il prof. Levi – tante cose insieme: la fine dell’occupazione tedesca, la liberazione dal fascismo dopo 20 anni di dittatura, la vittoria della Resistenza con il contributo fondamentale degli Alleati, un momento di protagonismo popolare forse unico nella storia italiana, la pace dopo i 5 anni di una guerra spietata e sanguinosa, l’inizio dell’avventura della nuova Italia democratica i cui valori sarebbero stati presto incisi nelle pagine della Costituzione italiana, la speranza di un futuro migliore.

Genova e la Liguria furono le protagoniste assolute di questa vicenda, era un evento preparato da tempo, visto che per la prima volta si cominciò a discutere di progetti di liberazione nell’estate del 1944. Gli ordini arrivarono dall’Alta Liberazione Nazionale Comitato Italia. Il momento sembrò propizio, in virtù dell’avanzata alleata lungo la penisola, della liberazione di Roma avvenuta in giugno e soprattutto della liberazione di Firenze in quel periodo in corso.

Nel giro di poche settimane, però, lo scenario sarebbe cambiato e il momento della Liberazione si sarebbe nuovamente allontanato e solo con il nuovo anno si sarebbero preparati i piani insurrezionali.

La questione più problematica fu rappresentata dal rapporto con gli Alleati, poiché era evidente la volontà di subordinare le forze partigiane agli Alleati. Coloro che si battevano da mesi e avevano pagato un enorme tributo di sangue alla causa non potevano accettare queste condizioni, ma un accordo venne comunque raggiunto.

L’insurrezione scoppiò presto, la sera del 23 aprile, per iniziativa dei SAP della parte occidentale della città, ansiosi di scongiurare la ritirata tedesca iniziata nella mattinata e da ovest le operazioni militari si spostarono verso il centro. , dove si trasferirono dapprima i gruppi responsabili del sabotaggio delle mine tedesche situate nel porto.

La mattina del 24 aprile scoppiò l’insurrezione che vide protagonisti i Sap nei vari quartieri della città, e molti cittadini comuni che imbracciarono per la prima volta le armi per dare il loro contributo alla liberazione della città e ai piani insurrezionali preparati con tanta cura dai comandi mutati sotto la pressione degli eventi.

L’atto di resa, avvenuto nel pomeriggio del 25 aprile, fu un risultato eccezionale. Caso unico in Europa di resa di un corpo d’armata tedesco alle forze partigiane.

La liberazione delle città fu, quindi, il risultato di un’azione coordinata tra partigiani e alleati, e la Resistenza non fu nemmeno un fenomeno solo italiano ma bensì europeo, poiché in tutti, e ripeto in tutti, i territori occupati dai le forme di resistenza delle truppe nazifasciste avvennero in nome di quei valori di libertà e democrazia che erano stati calpestati, o in nome di un rinato spirito nazionale che, proprio in tempo di guerra, si era affrancato dalla retorica patriottica del fascismo.

Nella Resistenza furono gettate le basi della nuova Italia democratica, i cui principi e valori furono magnificamente tradotti nel linguaggio giuridico della nostra Costituzione nell’immediato dopoguerra.

Non dobbiamo però dimenticare che la Resistenza è stata l’erede dell’antifascismo ed è stata anche un evento che ha riavvicinato i popoli del vecchio continente e ha unito i fratelli nella lotta contro un nemico comune, chiudendo di fatto quel terribile ciclo di indipendenza europea. guerra civile iniziata con la Prima Guerra Mondiale e proseguita poi con la pace punitiva di Versailles.

Molti storici individuano nelle vicende della Resistenza europea le radici di quel processo di integrazione continentale che ebbe inizio ufficialmente con la Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950 o, l’anno successivo, con la firma del trattato che istituiva la Comunità Europea del Carbone e dell’Energia. «Acciaio dai rappresentanti di Francia, Germania, Italia e dei tre paesi del Benelux. A spingere in questa direzione è stata soprattutto l’anelito alla pace dopo la tragedia delle due guerre mondiali. Era necessario modificare l’ordine internazionale per evitare che tragedie simili si ripetessero.

Di qui l’importanza dell’articolo 11 della Costituzione italiana che da un lato «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli» e dall’altro «ammette, a parità di condizioni con gli altri Stati, limitazioni di sovranità necessarie ad un sistema che garantisce la pace e la giustizia tra le nazioni.

Dagli avvenimenti della Liberazione deriva una grande eredità politica e morale, per l’Italia come per l’Europa, che ci porta a riflettere sul significato di libertà, democrazia, giustizia, sulla necessità di preservare, e se possibile rafforzare, valori e principi che rappresentano i nostri più alti traguardi.”

Tag: Liguria 7u7 Regione 7u7 solenne 7u7 sessione 7u7 tutti 7u7 giorno 7u7 7u7 aprile #25

 
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