Stadio di Bagnoli, niente di fatto. Palla in tribuna, si prende il suo tempo – .

Questa mattina presso la sede del Ministero per il Sud a Roma si è svolto un incontro a cui hanno partecipato il ministro per le Politiche di Coesione e il Sud Raffaele Fitto, l’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella, il sindaco di Napoli Manfredi e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis .

IL “Mattina” riferisce la nota del Ministero sull’incontro.

Come informato dal Ministero in una nota, al termine del tavolo si è convenuto sulla necessità di effettuare verifiche tecniche sulla realizzazione delle opere all’interno del sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio e al tempo stesso di verificare l’opportunità di intervenire sullo Stadio Maradona.

Il sistema mediatico-informativo segue oggi uno schema che potremmo definire pigro, per non dire supino. Sono i protagonisti a dettare l’agenda e i media si limitano sostanzialmente a fare da cassa di risonanza. Quindi un attore della vita pubblica, nel bene e nel male, può dire quello che gli piace e trovare le sue parole equiparate a notizie. È quello che è successo con l’ultima dichiarazione di Aurelio De Laurentiis che nella notte ha annunciato che no, non perderà più tempo aspettando la ristrutturazione dello stadio Maradona, ma ne farà uno nuovo – tutto suo, solo con i suoi soldi – inoltre a Bagnoli. Dove, è bene chiarirlo, siamo più o meno nelle stesse condizioni in cui eravamo nel 2004, vent’anni fa, quando il Napoli gareggiò nelle finali dell’America’s Cup di vela. Già allora Bagnoli era un guscio vuoto. Bassolino e colleghi provarono a vendere il panorama, la location, insomma il solito, più vari progetti: ricordiamo addirittura una farfalla che avrebbe dovuto essere costruita lì. Le farfalle stanno ancora aspettando. La finale si è conclusa a Valencia, dove la città si è trasformata in vent’anni. Qui stiamo ancora discutendo del riempimento del mare (ecco un’altra testimonianza del dibattito infinito).

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