Considerazioni sparse post Lazio – Juventus (2-1) – .

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Il situazionismo permette alla Juve di accedere alla finale.

È noto che il caso, la sorte, il disordine del destino possono determinare le vicende umane. La superstizione è prodromica e preparatoria a questo tipo di eventi poiché mira, di per sé, a evitare l’imprevisto. Eppure la Juve ha costruito il suo passaggio alla finale di Coppa Italia proprio sul puro caso. Come si dice a Roma: se lo accettiamo? Ahimè sì. Nonostante il destino avverso, la Lazio dimostra di avere ancora qualcosa da dire che, si spera, possa esprimersi nelle restanti giornate di campionato.

Premendo l’uomo sull’uomo, intensità, Dannazione e la fame sembra finalmente aver attanagliato i giocatori biancocelesti dopo un periodo di lunga apatia. Sperando che questo risveglio da favola non sia solo frutto del bacio inappropriato del principe croato subentrato in panchina. Se così fosse sarebbe una sconfortante rivelazione di mancanza di professionalità. Volendo però credere il contrario, assistette ad una grande partita durante la quale molti degli assiomi fondanti questo meraviglioso e maledetto gioco furono smentiti.

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Allegri ormai è una sorta di stregone che con esoterismi e sabato strega letteralmente ogni partita con cui si confronta. L’inerzia è chiaramente della Lazio ma sono bastate due sostituzioni per consentire un’epica miopia complessiva per raggiungere la finale di Coppa Italia. Poco? Non si sa perché negli annali non è la bella partita a rimanere impressa ma il risultato.

Uomo di festa: Castellanos. Sostituto di “zanabria” (cit. il presidente abusivo della Società Sportiva Lazio) nel calciomercato, portando con sé un taglio del bulbo pilifero degno di un cacciatori di trappole di notevole fama che porta con sé una fame atavica e una voglia di incidere che il nostro poco persiano Ciro sembra aver perso. Segna due gol, inganna, lotta, commuove, sposta. Chapeau Taty!

Il merito delle due partite è sicuramente della Juventus. Resta l’amarezza all’Olimpico vista la prestazione della prima finalista. Ciò dovrebbe ripristinare un nuovo equilibrio in entrambe le squadre. Se la Lazio riesce a mettere un altro mattone sul percorso di rinascita partendo dal buon risultato, la Juve dovrebbe fare seriamente un po’ di introspezione per capire cosa la porta ad essere una comparsa nella lotta scudetto ormai da troppo tempo. Sarebbe riduttivo non usare la finale come esca.


 
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