ma cambiare allenatore non basterà – .

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A Roma la rosa bianconera ha ribadito limiti tecnici, tattici e caratteriali che solo Giuntoli e non Allegri può risolvere

Un passo alla volta, forse tre quarti più che avanti, ecco Juve sta raggiungendo i suoi massimi obiettivi stagionali. Giocando spesso male, come hanno ammesso più volte gli stessi protagonisti, ma restando sempre a galla. Qualificazione per la finale Coppa Italia è solo l’ultimo tassello di un anno che, tra mille difficoltà, sogni e delusioni, è arrivato ormai a maggio in piena linea con i piani aziendali. E alla fine questa è la cosa più importante, direbbe Massimo Allegri.


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Fatto sta che da febbraio in poi la Juve ha mostrato tutti i suoi reali limiti, che vanno ben oltre una guida tecnica ormai molto criticata dai tifosi bianconeri. Eppure la classifica di Un campionato dice che la Signora è prossima ad avere accesso al prossimo Champions League , ha acquistato il biglietto per il nuovo Mondiale per Club e la Supercoppa Italiana ed è ad una partita dal sollevare il trofeo nazionale. Ma la sensazione è che tutto questo sia più frutto di spirito di squadra e di imprese estemporanee che di un vero e proprio progetto a lungo termine.

Partita dell’Olimpico contro il Lazio potrebbe essere preso come un emblema. In campo abbiamo visto una squadra che ha rivelato grosse lacune tecniche, con troppi giocatori incapaci di indirizzare la palla e che hanno commesso errori grossolani sui fondamentali. Giocatori che sbagliano letture, che non hanno una visione ampia del gioco, che sbagliano le giocate più basilari, i passaggi più semplici. Ma, cosa ancora più preoccupante, manca loro la personalità necessaria per indossare la maglia del club più titolato d’Italia. Un peso enorme, che spesso affonda chi deve portarlo. Non basta l’esperienza, non basta “essere nazionale”.
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Ed è per questo che cambiare allenatore non basterà per rimettere la Juventus davanti a tutti, almeno in Italia. Chi pensa che affidare la squadra a Thiago Motta, o chi per lui, sia sufficiente, rimarrà deluso. C’è bisogno di una rivoluzione profonda nella rosa (sì, non solo Alex Sandro…) per rilanciare le ambizioni della Juventus. Ma questo non avverrà nel breve termine, come ha chiarito lo stesso Giuntoli. Puntare sui giovani di talento significa avere pazienza e sperare di aver fatto le scelte giuste. Non solo in panchina.

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