Se in Sardegna aveva perso (per un pelo), in Abruzzo aveva confermato, in Basilicata ieri ha vinto davvero la destra. Questa volta, purtroppo, non si tratta delle solite sciocchezze diffuse da pennarelli e busti: c’è stato un vero e proprio aumento di voti per uomini delle caverne di tutte le sfumature (lega esclusa). Naturalmente ha votato meno della metà degli aventi diritto, otto punti in meno rispetto alle elezioni di un anno e mezzo fa e quattro in meno rispetto alle regionali di cinque anni fa. Il progressivo svuotamento del suffragio universale, iniziato 31 anni fa con l’introduzione delle leggi elettorali antidemocratiche, continua il suo cammino (accolto, per ora, dal potere). Ma, come si vede dalla tabella sottostante, la destra è cresciuta (anche a prescindere dal doloroso dietrofront dei calendulian-renziani, dietrofront relativo date le idee storicamente ispiratrici di destra dei due soggetti in questione) . Solo la Lega ha subito una sconfitta netta, con uno spostamento di voti alla sua destra (verso i postfascisti che, a differenza delle precedenti elezioni, mantennero i voti presi nel ’22) e alla sua “sinistra” (verso i forzitalioti che, nonostante previsioni di estinzione dopo la morte del padrone aumentano voti e percentuali). Il centrosinistra allargato se la passa male, complice il tracollo dei “grillini” (che hanno perso due terzi dei voti ottenuti sia nel ’19 che nel ’22): al di là dei risultati “istituzionali” (il candidato dei cavernicoli aveva già vinto cinque anni fa), per la prima volta dopo decenni la destra ha la maggioranza numerica assoluta tra gli elettori lucani. Ha votato a favore più di un avente diritto su quattro. E la sinistra? Quanto a quello cosiddetto radicale, non è arrivato. Il partito moderato (AVS + PSI) può vantare la vittoria (molto relativamente) con quasi il 6% dei voti. In realtà è la stessa percentuale ottenuta cinque anni fa, se aggiungiamo i Verdi al PSI. Possiamo consolarci pensando che il voto ha riguardato solo l’1% degli elettori nazionali, ma resta un brutto segnale (comprensibile peraltro, vista la cosiddetta opposizione di centrosinistra al regime meloniano). Ecco i numeri.
F.G
incontro | 2024 voti | 2024% | 2022 voti | 2022% | Voti 2019 | 2019% |
FdI | 45 | 17.4 | 44 | 18.2 | 17 | 5.9 |
FI | 34 | 13.0 | 27 | 11.2 | 26 | 9.1 |
Lega | 20 | 7.8 | 22 | 9.0 | 55 | 19.2 |
Azione | 20 | 7.5 | 24 | 9.8 | non presente | |
Altri | 31 | 11.8 | 7 | 2.9 | 24 | 8.1 |
GIUSTO | 150 | 57,5 | 124 | 51.1 | 122 | 42.3 |
PD | 36 | 13.9 | 37 | 15.2 | 22 | 7.8 |
M5S | 20 | 7.7 | 61 | 25.0 | 59 | 20.3 |
AVS (+altri) | 15 | 5.8 | 8 | 3,4 | non presente | |
Altri | 37 | 14.0 | 13 | 5.5 | 75 | 27.5 |
CENTRO SINISTRA | 108 | 41.4 | 119 | 49.0 | 156 | 55.6 |
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