«Conte guida la sinistra e porta il Pd alla battaglia. Vince con la serietà, perde con chi mette i veti» – .

«Conte guida la sinistra e porta il Pd alla battaglia. Vince con la serietà, perde con chi mette i veti» – .
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«Certo che sono soddisfatto, ma smettiamola di parlare ogni volta dell’Ohio d’Italia…». Carlo Calenda ha di che sorridere. Alle regionali lucane Azione ha ottenuto il 7,5%, posizionandosi a un soffio da Lega e Cinquestelle. E ha appena ricevuto l’endorsement dell’economista Carlo Cottarelli alle elezioni europee.

Determinanti per la riconferma di Bardi: la Basilicata insegna a vincere al centro?
«Insegna che si vince con la serietà. I cittadini sono stanchi dell’estremismo ideologico che non porta da nessuna parte. Quando da una parte hai un candidato europeista, moderato e liberale come Bardi, e dall’altra Giuseppe Conte che grida, pone veti, promette piogge di sussidi e vuole chiudere il petrolio in Basilicata, la sinistra è destinata a perdere . Questo vale anche a ruoli invertiti come in Sardegna, dove la destra correva con il Trux”.

È la domanda del momento: è possibile esportare a Roma il “campo conservatore molto ampio”, cioè il centrodestra più Azione e Italia viva?
“NO. Non vedo nessun campo vasto, solo un unico campo brullo. L’obiettivo di Action non è cambiato: costruire un grande partito della Repubblica, come stiamo facendo per le elezioni europee, che chiudono la stagione di un bi-populismo improduttivo e partigiano che parla di cose inutili mentre la sanità crolla, la scuola crolla pezzi e stipendi sono fermi”.

E come si fa senza alleati?
«Con una coalizione molto ampia e con il ritorno al proporzionale. Giorgia Meloni in un anno e mezzo non ha messo in campo soluzioni strutturali ai problemi reali. Mentre la sinistra è in preda a una crisi di posizionamento irreversibile: Conte è al comando, Schlein non riesce a gestirlo. Che il centro riformista e popolare si rafforzi è positivo, ma non cambia l’obiettivo di Action: imporre un time-out a questa guerra civile che colpisce sempre meno italiani”.

Lo sconfitto Marrese ti accusa: abbiamo perso perché un pezzo del centrosinistra è andato con Bardi.
“Senza senso. Il nostro è stato un processo lineare: prima abbiamo parlato con gli altri partiti di opposizione. Proprio come in Abruzzo: lì il candidato era una persona seria e preparata, siamo entrati in coalizione. Questa volta il Pd è scomparso, ha avuto il veto messo da “Giuseppi” su uno dei suoi ex governatori, Marcello Pittella. Poi hanno cambiato tre candidati senza nemmeno avere la garanzia del sostegno dei 5S del Piemonte”.

Conte prende tutto?
«Il Pd si sta dando fuoco come un monaco, da solo. L’unica regione presa dal centrosinistra resterà la Sardegna, dove Todde, dei 5S, ha vinto con 1.600 voti. Conte riesce a far perdere tutte le regioni ai Dem, a distruggere il Pd e la sua leadership, che è il suo obiettivo. Se non lo fermano, li farà schiantare. Non entro nella questione del nome di Schlein nel simbolo: nemmeno mio figlio con la sua lista al Liceo Tasso avrebbe dato questo spettacolo».

Allora in Piemonte chi sosterrà?
«In Piemonte non faremo liste d’azione. Alcuni rappresentanti sosterranno Cirio, altri no: libertà di voto. Puntiamo sugli europei. E smettiamola di leggere ogni volta le elezioni regionali in una prospettiva nazionale. Se così fosse, dopo la Basilicata dovrei parlare di un grande successo”.

Pittella sarà consigliere?
«Deciderà lui. Abbiamo solo chiesto che la sanità fosse al primo posto nell’agenda di Bardi”.

Elezioni europee, ti candiderai?
«Ho ancora tanti dubbi. Ne sto parlando con i miei genitori, ci penserò fino alla fine. Avevo proposto agli altri leader un accordo per non farlo. Ma dal momento che tutti si candidano, non ha avuto molto successo”.

Oggi annuncerà un big nelle liste Action. Qualche spoiler?
«Lasciamo un po’ più di suspense. Intanto ringrazio Carlo Cottarelli e Andrea Carandini, uno dei più famosi archeologi italiani, per il loro sostegno alla lista Noi siamo europei: di fronte a partiti che nominano pensionati politici, star o persone con i soldi che possono pagare la campagna elettorale in Europa, puntiamo su competenze migliori. Vorremmo che i cittadini leggessero il proprio curriculum, come si farebbe durante un colloquio di lavoro”

Ma vai da solo. Sei sicuro di poter superare il 4%?
“Certo. A Roma ho preso il 20%, alle politiche ho preso quasi 8 e siamo partiti da 2. La questione non è la soglia, ma mandare in Europa chi sa tenere traccia dei dossier. Le liste del Pd e degli Stati Uniti d’Europa sono il trionfo di ma anche: c’è chi è pro e chi contro il Green Deal, pro e contro le armi all’Ucraina, per il Gpa ma anche no. Non credo in questa politica. I nostri candidati hanno firmato un decalogo: dieci punti qualificanti del programma, senza ambiguità. E proprio per questa coerenza siederemo tutti nello stesso gruppo, Renew Europe”.

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Il Messaggero

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