quasi tre al giorno – .

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ma la riforma della giustizia non è tra le priorità di questo governo – Antonio Polito/CorriereTv

L’ultimo a finire sui giornali è stato Erminio Diodato, imprenditore della provincia di Varese che ha trascorso cinque mesi in carcere e due mesi agli arresti domiciliari per spaccio di stupefacenti mai commesso. Gli è stato corrisposto un risarcimento di 60mila euro. Ma fa impressione scoprire dalla relazione del ministero della Giustizia al Parlamento quanti ce ne sono come lui. Dal 1991 a oggi lo Stato ha riconosciuto la responsabilità di un’ingiusta detenzione – e quindi risarcito – nei confronti di 30mila italiani. Non si tratta di errori giudiziari, che sono ovviamente terribili ma sempre possibili in un sistema. Si tratta di misure di detenzione cautelare valutate ingiustificate da un giudice superiore o negate con sentenza di assoluzione o proscioglimento. Il calcolo è fatto velocemente. Ogni giorno in Italia vengono arrestate ingiustamente da due a tre persone. La spesa totale finora pagata dallo Stato per questi risarcimenti ammonta a quasi un miliardo di euro. Eppure, degli 80 provvedimenti disciplinari adottati contro i magistrati, solo otto si sono conclusi con una punizione lieve, una censura o un avvertimento. E i nomi dei magistrati puniti restano segreti per un provvedimento del Csm. La maggioranza di centrodestra ha dato priorità in Parlamento alla riforma dell’autonomia rafforzata delle regioni e alla riforma della presidenza del Consiglio e ha messo la riforma della giustizia nel dimenticatoio. Ora dobbiamo ammettere che leggendo questi numeri dobbiamo riconoscerlo aveva la priorità sbagliata.

24 aprile 2024

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