L’eroe della Resistenza. Filippi, il partigiano che fermò i treni della morte con gli ebrei – .

L’eroe della Resistenza. Filippi, il partigiano che fermò i treni della morte con gli ebrei – .
Descriptive text here

di Gaia

Gennaretti

Augusto Filippi è nato il 4 maggio 1924 dai miei bisnonni Vincenzo Filippi e Ida Morici, a Serra San Quirico, in provincia di Ancona. Aveva tre sorelle: Maria, mia nonna Elda e Bianca. Dopo aver ascoltato i racconti su di lui di mia zia Agar Brugiavini, che più di tutti gli altri nipoti è cresciuta con nonna Ida, recentemente ho avuto modo di fare alcune ricerche su mio zio Augusto Filippi presso l’Archivio di Stato di Ancona (in particolare nella bozza degli elenchi dei Comuni della provincia di Ancona e nei ruoli di immatricolazione dell’esercito). Raggiunta l’età per poter lavorare, Augusto divenne ferroviere.

Quando si costituì la Repubblica Sociale di Salò e i tedeschi della Wehrmacht entrarono in Italia, occupando gran parte della Penisola, Augusto aveva circa 18 anni e lavorava già come ferroviere. Nonna Ida raccontava che, quando cominciarono le deportazioni degli ebrei a bordo dei treni, cercava di ritardare le partenze di questi convogli fingendo guasti e malfunzionamenti di ogni sorta. Poi venne scoperto dai tedeschi e dovette fuggire. Fu così che il 18 settembre 1943 si arruolò come partigiano nel gruppo “Lupi di Serra” che inizialmente si stabilì sul Monte Sassone. Questo reparto era composto dal comandante Goffredo Lucarini, da Augusto Filippi che era il vicecomandante e dai partigiani Gioacchino Bernabucci, Angelo Biagioli, Piero Ferretti, Renato Fortuna, Aglauro e Rosolino Lucarini. Anche le sue sorelle Elda e Bianca avevano preso parte, nel loro piccolo, alla Resistenza facendo da staffette: portavano cibo ai partigiani. Nel marzo del 1944 il battaglione di cui Filippi faceva parte si trovava nella zona Chigiano-Valdiola (nel territorio di San Severino) e, nella tarda notte tra il 23 e il 24, giunse l’allarme di un imminente attacco proveniente da sud. Quattro battaglioni, formati da fascisti e tedeschi, avanzavano attraverso le montagne. L’esercito nazista attaccò allora i partigiani su un fronte molto ampio: i reparti avanzarono da Matelica su Braccano, da Castelraimondo su Gagliole e da San Severino su Chigiano.

La prima postazione a cadere fu quella di Braccano e, successivamente, fu la volta di Roti, dove perse la vita il capitano partigiano Salvatore Valerio. La caduta di Roti lasciò scoperta la zona di Valdiola, dove si erano ritirati gli uomini del battaglione Mario. Augusto Filippi fu tra i sei partigiani che quella notte furono presi dai nazisti, torturati e falciati con le mitragliatrici contro il parapetto del ponte Chigiano e poi gettati nel sottostante alveo del fiume Musone. Il corpo di mio zio è stato ritrovato proprio accanto a quello di un altro giovane come lui, lungo il letto del fiume. Uno dei racconti più frequenti di nonna Ida riguarda la notte in cui venne ucciso Augusto Filippi: le apparve in sogno e le disse “mamma, aiutami, ho tanto freddo”. Anni dopo, in suo ricordo, nonna Ida ricevette una medaglia per il sacrificio del figlio e il Comune di Serra San Quirico gli intitolò la piazza principale, dove si affacciava la casa di famiglia.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Exolaunch schiera il satellite ACS3 della NASA – SatNews – .
NEXT Monza, quante assenze contro la Lazio: il punto in infermeria