«Sì alla democrazia, no ai regimi di ieri e di oggi» – .

«Sì alla democrazia, no ai regimi di ieri e di oggi» – .
Descriptive text here

Giorgia Meloni non dice che i veri antifascisti siamo noi (non ama usare questa parola, lo sappiamo) e non dice nemmeno, esplicitamente, voi a sinistra siete gli antifascisti di ieri e noi sono gli antifascisti di oggi. Eppure è questo, come sottolinea Fratelli d’Italia, il senso del suo messaggio via social il 25 aprile. Poche parole – lo scorso anno la leader della destra fu molto più eloquente in occasione della sua prima esperienza, il 25 aprile, da presidente del Consiglio – ma molto precise: «Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo le fondazioni per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che opprimevano i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, ai quali siamo determinati a opporci con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!

Il passaggio fondamentale è quello sui totalitarismi di “ieri” e quelli di “oggi”. Il capo del governo tiene a sottolineare, con questa precisazione, che essere antifascista oggi significa anche essere – come non lo sono le manifestazioni di questo 25 aprile: senza bandiere gialloblù e senza slogan contro il militarismo russo – al fianco dei partigiani ucraini e manifestare solidarietà non solo per i palestinesi ma anche per la libertà di esistenza dello Stato di Israele. La stessa che si sta dimostrando mostruosa nelle manifestazioni di queste ore – anche con uno sguardo ad Hamas – tutte all’insegna della Palestina Libera e del cessate il fuoco, senza alcun cenno al 7 ottobre e alla tragedia degli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi in Gaza.

Così la Meloni è attaccata da tutte le parti – e c’è chi le dice che deve togliere la fiamma dal simbolo di FdI, chi deve andare in pellegrinaggio alla stele di Giacomo Matteotti a Riano e chi la ricorda come sempre e ormai è una litania che debba finalmente pronunciare la parola “antifascismo” – lui a sua volta non rinuncia ad attaccare. Lo fa in modo indiretto e allo stesso tempo molto preciso. Non accetta di essere messa alle strette su una questione non solo storica – gli avvenimenti di 79 anni fa, la loro memoria e il loro insegnamento – ma anche attualissima: la difesa della libertà dei popoli nel mondo contemporaneo. Gli antifascisti progressisti, ecco la sua convinzione, espressa nel breve ma succoso messaggio su Instagram, sono timidi nei confronti dei fascismi del presente.

È una discussione che deve essere nata in lei, secondo chi lavora con lei, anche da tutte le polemiche sul caso Scurati – che con in mano la squadra socialista di Matteotti ha tenuto il comizio sul palco milanese della festa del 25 aprile – e dalle accuse di nuovo fascismo censorio piovute sul governo e sul servizio pubblico negli ultimi giorni. La Meloni resta cioè colpita dallo strabismo di chi cavilla continuamente sul ritorno dei fantasmi totalitari del passato, senza vedere precisamente gli incubi totalitari che gravano oggi sull’Europa e sul mondo alle porte del nostro continente. Non ha sentito te e non ha sentito nessuno, perché nelle celebrazioni di ieri non c’è stato un monologo sull’Ucraina schiacciata dal dispotismo armato di Putin e sull’attuale impossibilità che quel popolo si senta libero.

PASSATO PRESENTE

La storia è storia, anche se tremendamente tragica come quella del Ventennio, ma “con la fine del fascismo” l’Italia si è liberata, mentre altri non sono liberi. Ed è un approccio, questo della Meloni, che coincide con quello dei discorsi di Mattarelli del 25 aprile, sia di quest’anno che di due anni fa, quando disse che oggi in Ucraina si combatte la Resistenza. È ancora. Meloni giorni fa si è rivolta ad alcuni giornalisti così: «Quello che avevo da dire sul fascismo l’ho detto cento volte e lo ripeto sempre. Potete continuare a ripetere che sono un pericoloso fascista. E vi ringrazio per avermi aiutato, visto che chi vede questo nostro governo vede anche che gli estremisti stanno dall’altra parte”. Gli estremisti stanno dall’altra parte – per esempio tra chi inneggia ad Hamas, chi brucia la foto del primo ministro in piazza come è successo ieri a Bologna o deturpa i suoi manifesti elettorali come è successo ieri a Napoli o insulta la comunità ebraica – mentre il diritto di cui la Meloni si sente interprete è quello del rispetto dei principi democratici per tutti e ovunque e che mantenga una postura democratica e istituzionale. Quella vista ieri mattina all’Altare della Patria. Dove il capo del governo insieme ai presidenti delle Camere (entrambi di destra, Fontana e La Russa, e c’erano anche il ministro Crosetto e il presidente della Consulta, Barbera) e soprattutto insieme a Mattarella ha deposto una corona di fiori fiori per i martiri della Liberazione.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
Il Messaggero

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV l’eliambulanza la trasporta all’Ospedale Bambino Gesù – .
NEXT Netanyahu e Sinwar, i due nemici giurati costretti a contestare la tregua nella Striscia – .