lo scenario da incubo prende forma – .

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Nato potrebbe essere coinvolto in un ipotetico conflitto a Taiwan se i combattimenti risultanti da quella guerra raggiungessero in qualche modo il territorio americano Pacifico. È questo lo scenario messo nero su bianco da un rapporto del NATO Defense College dal titolo Nato e in contingenza a Taiwan. Naturalmente la fonte coincide con un documento accademico e non riflette una posizione formale dell’Alleanza Atlantica. Eppure non è da escludere che un’ipotesi del genere possa servire da riferimento in un’eventuale ipotesi pianificazione strategica del blocco.

Il filo rosso che collega la Nato a Taiwan

Il rapporto è stato scritto da James Lee, assistente di ricerca presso l’Institute for European and American StudiesAccademia Sinica di Taiwan. La domanda a cui cerca di rispondere è la seguente: un attacco armato della Cina contro l’isola scatenerebbe la crisiarticolo 5 del Trattato Nord Atlantico, cioè l’articolo secondo il quale un attacco contro un membro della NATO è considerato un attacco contro tutti i suoi membri?

Ci sono due risposte basate su altrettanti contesti da considerare. “Se le ostilità fossero limitate alle immediate vicinanze di Taiwan o della Prima Catena di Isole, è improbabile che venga attivato l’Articolo 5“, si legge nel documento.

Ma fa attenzione secondo caso presi in considerazione: il rischio che un conflitto fantasma possa aggravarsi al punto da spingere la Cina ad attaccare il Strutture militari americane situato in Hawaii OH Guam. È stato più volte sottolineato che i due territori non rientrano negli obblighi di difesa collettiva della NATO, dato che ilarticolo 6 del Trattato limita l’applicazione della predetta difesa al territorio di “Paesi membri in Europa o Nord America o nelle isole sotto la giurisdizione di una delle parti nell’area del Nord Atlantico a nord del Tropico del Cancro“. Ma il rischio di a effetto domino non dovrebbe essere ignorato.

Lo scenario peggiore

Il documento suggerisce che si potrebbe invocare l’articolo 5, a seconda di come vengono definite le Hawaii, ma che anche in quel caso”il campo d’azione degli Alleati sarebbe relativamente limitato“. Allo stesso tempo, come accennato, c’è il rischio di un possibile coinvolgimento dell’Alleanza Atlantica. Se non direttamente, allora in a forma indiretta finalizzato alla cooperazione con gli Stati Uniti. Washington potrebbe, ad esempio, chiedere agli alleati della NATO di imporre sanzioni contro la Cina, o ai membri dell’alleanza che operano nelIndo-Pacifico – come Regno Unito, Francia, Germania e Canada – per sostenere le operazioni americane.

Tutto ciò – uno scontro Cina-USA/NATO – aumenterebbe il rischio di “UN finestra di vulnerabilità in Europa“. Il motivo è semplice: se gli Stati Uniti concentrassero le risorse nell’Indo-Pacifico, l’Europa rimarrebbe esposta a possibili attacchi nemici. Per questo il documento suggerisce di creare un piano di emergenza per Taiwan riferito al Vecchio Continente.

D’altra parte, alcuni analisti ritengono che uno scontro che coinvolga attacchi cinesi alle Hawaii alla fine si tradurrebbe in una risposta americana, che a sua volta scatenerebbe una battaglia su vasta scala tra i due paesi.

Pertanto, la NATO sarebbe inevitabilmente coinvolta nella lotta se il Dragone attaccasse gli Stati Uniti sul territorio continentale.

 
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