ecco Bob, il cameriere robot – .

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Dietro le novità del ristorante La terra delle Sirene al Circolo dei Forestieri di Sorrento, che ha deciso di affidare il servizio di sala ai robot, non ci sono solo circuiti e software ma anche il volto “umano” del giovane Leonardo Fontana. Erano suoi i robot ripresi dalle telecamere e dai post social. A 33 anni, sulla scia dell’Industria 4.0 guida l’espansione della robotica nell’ambiente fuori casa con Bob – Il cameriere robot: il risultato di 5 anni di sviluppo tecnologico, un aiutante che viaggia tra i tavoli in autonomia come un esperto corridore potendo contare su un assortimento di sensori e stabilizzatori che gli permettono di trasportare fino a 40 kg su un massimo di 4 vassoi. «L’idea di introdurre i robot è frutto di un’esperienza diretta. Io stesso faccio il ristoratore – ammette Fontana, che gestisce due bar e un ristorante e ha maturato esperienza in un’azienda tecnologica nel settore della sicurezza – Dopo un viaggio in Cina mi sono appassionato alla robotica e ho importato nel mio locale i primi modelli per quanto riguarda l’organizzazione del servizio. La successiva collaborazione con OrionStar ci ha permesso di potenziare il servizio ed estenderlo in tutta Italia. Grazie al nostro software diventa semplice per il professionista gestire un asset del genere in autonomia.”

Lo testimoniano i 250 modelli attivati, da Treviso a Milano, da Manduria a Gallipoli e fino al Passo Giau: “Dopo lo scetticismo iniziale, grazie anche al sostegno della Fipe, è aumentata la credibilità di un’offerta simile. Quell’adagio secondo cui le macchine sostituiranno il personale”, dice Fontana, che nel 2019 è stato inserito anche nella Top 100 under 30 di Forbes Italia. Bob, infatti, è più un fedele aiutante che un concorrente in sala. Infatti, “permette al cameriere di liberarsi di alcune incombenze per concentrarsi maggiormente sull’interazione con il cliente e su attività di up-selling, suggerendo altri prodotti o abbinamenti di menù”, spiega Fontana. Esiste anche la funzione di consegna del piatto al tavolo, molto richiesta dalle catene di ristorazione. C’è anche la possibilità di trasformare il monitor frontale di Bob in uno schermo per campagne di marketing, ordini, richiesta informazioni e guida il cliente al tavolo o al bagno (grazie al microfono e all’altoparlante con cui “ascolta” e “parla” propri clienti, con la garanzia della privacy e della non archiviazione dei dati). Il tutto per 10-12 ore consecutive, un costo di circa 350 euro mensili e una manutenzione minima.

Caratteristiche premiate dal mercato che nel frattempo sperimenta i kiosk (totem digitali per le ordinazioni self-service, ed) e guardiamo l’altro lato del servizio: la cucina. «Con un’altra startup stiamo pensando a come automatizzare alcuni processi ripetitivi in ​​cucina con la possibilità di incidere sul food cost grazie alla razionalizzazione delle operazioni. Negli USA, ad esempio, Nala Robotics ha già lanciato il primo ristorante con cucina totalmente robotizzata. A Dubai, in Cina o in Giappone l’uso dei robot è molto avanzato. Per noi occidentali potrebbero essere di grande aiuto. Il cuoco resterà sempre centrale, così come il cameriere, ma i compiti cambiano”. E forse anche lo stipendio. Il personale, infatti, avrà un ruolo di “maggiore responsabilità e attenzione nei confronti dei clienti che non hanno paura di interagire con il robot”, assicura Fontana. Un trend che si riscontra anche nelle richieste che arrivano da altri settori come quello industriale e ospedaliero che fanno i conti con la carenza di personale qualificato. Quasi un ritorno al passato dell’ospitalità, spinto dall’innovazione.

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