L’auspicio dell’Onu, “confidiamo nei negoziati tra Egitto e Israele per una tregua” – .

L’auspicio dell’Onu, “confidiamo nei negoziati tra Egitto e Israele per una tregua” – .
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AGI – L’Onu non è coinvolta nei negoziati tra Egitto e Israele sul cessate il fuoco, ma spera che “i colloqui siano fruttuosi e si veda un cessate il fuoco umanitario”. Lo ha detto il portavoce Stephane Dujarric, commentando la notizia riguardante il viaggio di un’altra delegazione egiziana in Israele. Il tempo stringe: o si raggiunge un accordo sulla tregua, senza che Hamas frapponga ulteriori ostacoli, oppure avrà inizio l’operazione militare su Rafah da parte delle forze armate israeliane. Una circostanza, quest’ultima, che la comunità internazionale cerca di evitare, a partire dalla stessa ONU, convinta che la crisi igienico-sanitaria a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, sia destinata ad aggravarsi con l’aumento della temperatura previsto nei prossimi settimane. Oggi c’erano 40 gradi. “E siamo solo a fine aprile – ha aggiunto Dujarric -. I nostri colleghi umanitari ci ricordano che più di un milione di persone, tra cui uomini, donne e bambini, sono rifugiati nella zona”.

Una fonte egiziana, secondo il Jerusalem Post, afferma che “al momento non ci sono colloqui sugli ostaggi tra Israele e Hamas, né c’è una nuova offerta israeliana a questo riguardo”. “C’è un tentativo da parte dell’Egitto di riavviare i colloqui con una proposta egiziana che comporterebbe il rilascio di 33 ostaggi: donne, anziani e malati”. Il quotidiano israeliano, citando un funzionario informato degli incontri, riferisce che una delegazione egiziana si è incontrata con funzionari israeliani, cercando un modo per riavviare i colloqui per porre fine alla guerra a Gaza e restituire i rimanenti ostaggi israeliani. Il funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato, ha detto che Israele non ha nuove proposte da fare, anche se è disposto a prendere in considerazione una tregua limitata in cui verrebbero rilasciati 33 ostaggi, invece dei 40 discussi in precedenza.

Funzionari dell’intelligence israeliana ritengono che ci siano 33 donne, anziani e ostaggi malati rimasti vivi a Gaza, su un totale di 133 ancora detenuti da Hamas e altri gruppi terroristici palestinesi. Non è stata presa alcuna decisione sulla durata della tregua, ma se un tale scambio venisse concordato, la pausa nei combattimenti “sarebbe certamente inferiore a sei settimane”, ha detto il funzionario. La visita della delegazione egiziana fa seguito alle notizie diffuse dai media israeliani di una visita al Cairo giovedì del capo dell’esercito israeliano, il tenente generale Herzi Halevi, e di Ronen Bar, capo dello Shin Bet, il servizio di intelligence interno israeliano. L’Egitto, preoccupato per un potenziale afflusso di profughi palestinesi dalla vicina Gaza se la guerra dovesse continuare con l’offensiva da tempo promessa da Israele nella città meridionale di Rafah, ha assunto un ruolo sempre più attivo nei negoziati.

Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, parlando dei diciannove membri dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi accusati da Israele di essere legati alle milizie di Hamas, ha spiegato che quattordici restano sotto inchiesta, mentre in un caso non è stata trovata alcuna prova, e altri quattro restano” sospeso” in attesa di nuove prove. I sospettati si dividono in due gruppi: il primo, composto da 12 persone, riguarda le accuse lanciate a gennaio da Israele, che aveva parlato di “prove evidenti” di mescolanze tra membri dell’Unrwa e di Hamas. Il secondo, composto da nove, riguarda le accuse denunciate nei mesi di marzo e aprile. Del primo gruppo di 12, otto restano indagati, mentre uno è stato archiviato. I restanti tre restano sospesi perché “le informazioni fornite finora da Israele non sono sufficienti per avviare un’indagine”. Per quanto riguarda il secondo gruppo di sette, uno è sospeso in attesa di nuove prove. Gli altri sei restano indagati. Gli ispettori dell’Onu, ha aggiunto il portavoce, si sono recati in Israele per discutere con le autorità e stanno programmando un nuovo viaggio a maggio.

 
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