Momento d’oro della Samp, condizione atletica e infortunio di Pedrola le uniche pecche – .

Meglio non svegliare il cane che dorme, procedere tranquillamente nel silenzio più assoluto, lasciare maturare gli eventi, cercando il più possibile di frenare le emozioni. Sì, ma come ignorare che la Sampdoria, caduta due mesi fa sull’orlo del baratro, ora gioca per il massimo degli obiettivi stagionali possibili?

A livello prospettico, il tema principale non lo è il successo sulla Reggiana, emerso come il naturale epilogo di un confronto impari, tanto quanto il pareggio siglato all’ultimo minuto dal precario Ascoli sul campo del Palermo: un risultato che sconvolge il quadro della zona playoff e getta un sacco di pepe sull’ultimo turno della stagione regolare. Nel lotto delle combinazioni spuntano ipotesi che solo poche settimane fa sembravano pura utopia. COSÌ, l’aritmetica dice che la Samp potrebbe finire ottava, ma anche settima e addirittura sesta. Conclusione che consentirebbe un approccio molto soft: partita pulita a Marassi con due risultati favorevoli su tre.

Esaminando le variabili, molte di esse derivano dalle motivazioni degli avversari in questione e dall’andamento dei risultati parziali nei 90 minuti finali. E a questo aggiungiamo un ulteriore aspetto, che riguarda il Catanzaro, ultimo avversario dei blucerchiati, già fiduciosi nel quinto posto finale e nella curiosa posizione di dover scegliere il proprio avversario nel turno d’apertura dei playoff.

L’allettante lotteria delle eventualità porta a perdere, almeno in parte, il contatto con il calcio giocato, al quale è necessario ritornare. Ebbene, a questo riguardo La Sampdoria ha rispettato in pieno i piani, che prevedevano una vittoria a scapito della matricola granata. Da segnalare una novità confortante: l’approccio molto allegro, così diverso da quello delle partite precedenti. Per un quarto d’ora, fino al gol decisivo, gli ospiti non vanno oltre la metà campo, soffocati dal pressing del Doria: del tutto senza precedenti in termini di efficacia.

Verrà da dire: durante quel monologo blucerchiato il portiere ospite non ha mai dovuto sporcarsi i guanti, ma l’atteggiamento inedito è stato d’impatto e il vantaggio è stato frutto di questa linea di condotta.

Esecuzione magistrale di Esposito conferma un presupposto chiaro: questa Samp difficilmente diventerà una macchina da gol, ma vanta una serie di elementi capaci di estrarre la giocata decisiva in ogni momento. Lampi di classe sporadici quanto vuoi, ma decisivi.

Tratto dalla Pagina Facebook Ufficiale dell’UC Sampdoria

L’altro motivo di fiducia deriva dalla tenuta stagna del una retroguardia a prova di bomba. Non si può trascurare un dato significativo: nelle ultime quattro partite la Samp ha subito un solo gol. E siccome, da quando esiste il calcio, i campionati si vincono con una fase difensiva funzionale… È vero che in alcune ultime partite Ghilardi si è concesso qualche svolazzo e nell’ultima è stato Facundo a regalare qualche brivido (oltre a procurarsi una Ammonizione in avvio assolutamente evitabile), ma il reparto si è rivelato roccioso e l’apporto di una volpe come Piccini è stato notevolissimo. Con lui in campo le sicurezze sulla terza linea si moltiplicano regolarmente.

Nell’elenco dei positivi, parole dolci vanno spese per Darboe, che si temeva perdesse la causa a causa di un problema muscolare. Invece mister Pirlo l’ha rilanciato ed è stato premiato con una prestazione sopra le righe con la “chicca” della punizione vincente guadagnata. Con l’ex romanista in queste condizioni, il declino di Kasami fa meno paura.

Solo uno è il fattore leggermente preoccupante emersi durante il congedo domiciliare: resistenza fisica a distanza. È vero che la Reggiana non ha mai rappresentato alcun pericolo per Stankovic, ma quegli ultimi venti minuti di dominio ospite hanno acceso la spia della benzina in casa blucerchiata. Con avversari più strutturati in prima linea – proiettiamoci già ai playoff – sarebbe stato difficile sopravvivere senza pagarne il prezzo.

Tratto dalla Pagina Facebook Ufficiale dell’UC Sampdoria

La ragione di questa impasse è abbastanza chiara: ci sono troppi giocatori che rientrano da infortuni più o meno recenti, che li condizionano in termini di freschezza atletica e di disponibilità di gioco. In questi casi, con il tempo, emerge la stanchezza e si perdono la corsa e la lucidità. Con altri allenamenti alle spalle certe lacune dovrebbero attenuarsi e la profondità della rosa doriana garantisce alternative sontuose, ma è chiaro che nei play-off promozione una ridotta autonomia potrebbe rappresentare un handicap non da poco.

Nel frattempo, Pedrola ha praticamente concluso in anticipo la stagione. Quel tiro prolungato sul tiro illuminante di Esposito è stato fatale. Una sconfitta grave in vista playoff, con la dolorosissima conferma che i muscoli dello spagnolo sono di vetro. Che peccato!

Nota marginale, dedicata a due personaggi che hanno caratterizzato la storia della Sampdoria. Il primo è ovviamente Sven Goran Eriksson, accolto in modo impareggiabile dal mondo Doria, a partire dai dirigenti, che hanno avuto l’idea di ospitarlo a Marassi, per proseguire con i tifosi, che gli hanno dedicato striscioni, cori e applausi pieni di affetto. Un pomeriggio speciale per Svengo, che sicuramente è riuscito a sconfiggere per poche ore il nemico più crudele che c’è dentro di lui.

Cesare Luis Menotti, scomparso all’età di 85 anni in Argentina, non ha lasciato un’impronta così profonda, duratura e piacevole a Genova, ma è stato un personaggio unico ed estremamente affascinante. Lo ricordiamo quando affermava l’inutilità della preparazione atletica svolta sui gradini delle tribune, come forma di sforzo fisico sostenuto: “Hai mai visto un campo da calcio che va su e giù?”. La sua Sampdoria, tutt’altro che entusiasmante, non era certo un prodigio di atletismo…

PIERLUIGI GAMBINO

Il vuoto lasciato da César Luis Menotti

 
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