Mentre il riscaldamento globale intensifica siccità, inondazioni e incendi in tutto il mondo, gli scienziati degli Stati Uniti occidentali si rivolgono ai castori per contribuire a invertire parte del danno.
Gli scienziati della Boise State University e della Utah State University stanno utilizzando i dati satellitari per identificare i corsi d’acqua in cui i castori, una volta sradicati, possono essere reintrodotti per aumentare la vegetazione. Stanno anche registrando come cambiano l’abbondanza di acqua e la vegetazione che costeggia quei corsi d’acqua una volta che i castori ritornano: parametri di salute ambientale.
“Il vero valore dell’utilizzo dei dati satellitari per il monitoraggio è che ci sono persone sul campo che lavorano duro e implementano cose come aumentare la disponibilità di acqua, aumentare l’habitat di pesci e specie”, Jodi Brandt, professore associato alla Boise State University che guida un team che utilizza dati satellitari per quantificare l’impatto dei castori sugli ecosistemi locali, ha detto in a precedente dichiarazione della NASA. “Più sostegno possiamo dare loro, più ampiamente queste pratiche potranno proliferare”.
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Secondo uno di essi, i castori sono “armi pelose di resilienza climatica”. New York Times articolo. Sono intrinsecamente programmati per costruire dighe su fiumi e torrenti, una misura di protezione dai predatori come orsi, puma e lupi. Queste dighe, composte da materiali provenienti da alberi, rami, ramoscelli, pietre ed erba tagliata dai denti dei castori, rallentano il flusso dell’acqua che altrimenti sgorgherebbe attraverso la regione, secondo il Servizio del Parco Nazionale. Le piscine successivamente create dalle dighe offrono quindi un rifugio sicuro ai castori per costruire le loro tane a forma di forno, favorendo al tempo stesso la vegetazione verde: a sua volta, questo riduce il rischio di incendi boschivi e mitiga gli effetti di siccità e inondazioni che sono diventate sempre più frequenti. frequenti e gravi negli ultimi anni a causa del riscaldamento globale indotto dall’uomo.
Fino alla fine del 1800, i castori erano comuni nei laghi, nei ruscelli e nelle paludi di tutto il Nord America. Tuttavia, secondo il California Department of Fish and Wildlife, la cattura non regolamentata guidata da una nuova domanda di pelliccia di castoro ha ridotto la popolazione dell’animale da ben 400 milioni di castori nel 1600 a soli 10-15 milioni di oggi.
In risposta al declino, California, Idaho e Utah sono tra i pochi stati americani che hanno recentemente lanciato importanti programmi di ripristino dei castori. Di sicuro, i dati provenienti da un satellite della NASA mostrano zone più dense di vegetazione verde dove i castori sono stati reintrodotti rispetto alle aree in cui la loro popolazione è limitata. Ad esempio, un ruscello vicino a Preston, nell’Idaho, ora scorre 40 giorni in più all’anno grazie a oltre 200 dighe di castori apparse dopo che gli allevatori hanno iniziato il rewilding dei castori, secondo una precedente dichiarazione della NASA.
“Prima della cattura dei castori, le dighe dei castori erano un po’ ovunque nell’ovest. Quindi quello che stiamo cercando di fare è riportare, ove possibile, la densità delle dighe di castori ai livelli storici”, ha detto. “In tal modo, stiamo costruendo un’importante resilienza alla siccità e ripristinando le aree dei corsi d’acqua”.
Lo strumento online Beaver Restoration Assessment Tool, o BRAT, utilizza i dati dei satelliti Landsat e European Sentinel della NASA per individuare i siti di ripristino che trarrebbero maggiori benefici dalla reintroduzione guidata dai castori. Lo strumento tiene conto degli alberi disponibili che i castori potrebbero utilizzare per costruire dighe, aumentando così il flusso d’acqua, la vegetazione e supportando le infrastrutture umane sul posto. Una volta scelto un sito, i ricercatori attirano i castori costruendo strutture temporanee simili a dighe di castori che rendono l’area più ospitale per le famiglie di castori.
L’uso dei dati satellitari consente ai ricercatori non solo di avviare questi sforzi di restauro decennali, ma anche di monitorare i risultati nel tempo, per i quali spesso non ci sono fondi disponibili sufficienti, ha affermato Brandt in un recente studio. Dichiarazione della NASA. Ha notato che i dati satellitari possono anche fornire prove empiriche degli sforzi di ripristino che possono essere utilizzati per aumentare i finanziamenti e il sostegno da parte di agenzie federali, gruppi di conservazione, fondi fondiari e altre imprese.
“Questo è lo scopo della scienza applicata: fornire agli utenti tutto ciò che è necessario per il processo decisionale ambientale”, ha affermato nella dichiarazione Cindy Schmidt, responsabile del programma associato per l’iniziativa di conservazione ecologica della NASA. “Il futuro del nostro pianeta dipende da questi partner commerciali che lavorano con noi per fare le cose in modo più sostenibile”.
