È così che prende vita l’indomediterraneo. La mappa di Talò – .

È così che prende vita l’indomediterraneo. La mappa di Talò – .
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Italia e India sono due Paesi né continentali né insulari, ma con la caratteristica di far parte di un continente con cui condividono molto e hanno un interesse comune: quello della libertà di navigazione. I due Stati sono collegati tra loro attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez, fondamentale per mantenersi aperti alla navigazione: si sta quindi sviluppando il concetto di Indo-Mediterraneo. La riflessione di Francesco Maria Talò, Ambasciatore, già rappresentante permanente dell’Italia presso la NATO, è apparsa sull’ultimo numero della rivista Formiche

28/04/2024

Uno degli aspetti più interessanti da cui partire per esaminare i rapporti tra Italia e India sono le due visite effettuate dal Primo Ministro Giorgia Meloni nel 2023: questi incontri hanno segnato una svolta in un rapporto bilaterale che negli anni precedenti, anche a causa di alcune difficoltà, non era adeguato all’importanza dei due Paesi coinvolti. Ho avuto la fortuna di vivere questa svolta e il passaggio cruciale avvenuto all’inizio di marzo 2023, con la partecipazione della Meloni al Raisina Dialogue Forum.

Il Primo Ministro è stato invitato a tenere il discorso principale di apertura dell’importante conferenza che l’India ha fatto coincidere con il G20 dei ministri degli Esteri. È importante sottolineare alcuni aspetti di quel discorso, perché è stata l’occasione per spiegare come la geopolitica, in definitiva, detta gli interessi nazionali e ci porta a valorizzare certe relazioni internazionali in cui questi interessi possono, di fatto, essere comuni, e quindi portare a sinergie. In questo senso è importante riflettere sul rapporto con l’India, poiché viviamo in un periodo considerato, da alcuni, di crisi della globalizzazione.

La globalizzazione, così come è stata vissuta finora, ha subito un ripensamento: ci eravamo in gran parte illusi pensando che ciò avrebbe portato ad un aumento generalizzato della ricchezza tra le nazioni e all’interno delle nazioni. Pensavamo anche che ciò avrebbe comportato una crescita generalizzata della democrazia. Ma questo non è avvenuto: c’è stato un effettivo aumento della ricchezza, ma più per alcuni che per altri; le disuguaglianze tra le nazioni e all’interno delle nazioni sono quindi aumentate. E non ci sono stati effetti sui sistemi politici autoritari. L’economia non può prevalere sulla politica se i valori e gli interessi nazionali vengono ignorati.

D’altronde le interdipendenze sono un fatto oggettivo anche nell’economia oltre che nella sicurezza. In futuro continueremo a lavorare e a commerciare in tutti i continenti, ma dovremo farlo in modo attento e ragionato, privilegiando interlocutori come l’India con cui ci sono maggiori comunanze di valori e, soprattutto, di interessi. In questo senso aiuta la geopolitica, o meglio l’analisi della geografia, dottrina che è peraltro sorella della storia. La Meloni ha sottolineato, ad esempio, un concetto molto particolare: quello di peninsularità.

Italia e India sono due Paesi né continentali né insulari, ma con la caratteristica di far parte di un continente con cui condividono molto (Europa per l’Italia e Asia per l’India). Allo stesso tempo, sono entrambi in gran parte circondati dai mari e quindi proiettati verso il mondo attraverso una dimensione marittima, fondamentale se si considera che la stragrande maggioranza del commercio internazionale circola attraverso i mari (secondo l’OCSE circa il 90% delle merci vengono trasportati sulle navi). Quindi Italia e India hanno un interesse comune: quello della libertà di navigazione.

Ciò che l’Italia sta facendo ora è garantire questa libertà nei punti di strozzatura, quelle strozzature critiche nei mari dove la libera circolazione delle merci può essere messa a repentaglio da attacchi da parte di governi o attori non statali. Questo ci fa riflettere sull’importanza del rapporto con l’India, con la quale condividiamo mari tra loro collegati: l’Italia si trova al centro del Mediterraneo, mentre l’India è al centro dell’area Indo-Pacifico, protagonista lo sviluppo dell’economia globale.

I due Stati sono collegati tra loro attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez, fondamentale per mantenersi aperti alla navigazione: si sta sviluppando quindi il concetto di Indomediterraneo, che in un certo senso potrebbe essere anche un’evoluzione del nostro idea da tempo sottolineata come una priorità per il Mediterraneo allargato. Soprattutto un concetto con una dimensione marittima che rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Il Mediterraneo può davvero svolgere, e l’Italia ne beneficia più di ogni altro Paese, la funzione strategica di “mare di mezzo”.

Mediterraneo che, pur essendo piccolo, collega i due bacini idrici più grandi del mondo (Atlantico e Indo-Pacifico). Ma perché ciò accada occorre garantire la libertà di navigazione: la geografia, insomma, ci offre un’opportunità storica, sta a noi preservarla garantendo la sicurezza, senza la quale non esiste benessere. Allo stesso tempo ci sono altre importanti opportunità di collegamento tra i due paesi. Si vedono Italia e India protagoniste nella connettività dati, grande fonte di ricchezza nell’economia digitale.

Fondamentale, a questo proposito, è il progetto di connettività Blue-Raman, che vede un’azienda italiana (Sparkle del gruppo Tim) in prima linea nella realizzazione di un cavo in fibra ottica che collegherà l’India e l’Italia (e quindi il resto dell’Europa) . L’altro progetto di grande interesse è l’Imec (corridoio economico India-Medio Oriente-Europa) lanciato al vertice del G20 di Nuova Delhi il 10 settembre 2023, che vede l’Italia tra i paesi fondatori: si tratta di un corridoio che, partendo dall’India, arriverà nei Paesi del Golfo e attraverserà la penisola arabica arrivando in Israele, per poi attraversare il Mediterraneo e utilizzare l’Italia come ponte verso il resto dell’Unione Europea.

L’Italia ha quindi un ruolo cruciale come porto europeo, mentre l’India si posiziona come un altro terminal Imec, avendo in mezzo i Paesi del Medio Oriente, come quelli della Penisola Arabica e Israele, che attualmente vivono una gravissima crisi. La prospettiva di una crescita comune può aiutare a risolvere la crisi. Il sogno di Peres di una “regione start up” potrebbe essere delineato, con Italia e India come partner interessati in un Medio Oriente che guarda all’Europa e all’Indo-Pacifico per uno sviluppo attualmente lontano dalle immagini di distruzione che ci arrivano.

Lavorare con l’India significa quindi affrontare con responsabilità e intelligenza una globalizzazione che non sarà più quella dei decenni precedenti. La chiara priorità devono essere i nostri interessi nazionali, puntando a diversificare le dipendenze economiche con alcuni partner prioritari, come l’India, rilevanti in termini di dimensioni e anche di affinità.

Formiche 201

 
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