Mesotelioma, il tumore raro e aggressivo che colpì lo stimato giornalista Franco di Mare – .

Mesotelioma, il tumore raro e aggressivo che colpì lo stimato giornalista Franco di Mare – .
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Legata soprattutto all’esposizione all’amianto, continua a colpire anche l’Italia

La redazione dell’Osservatorio Malattie Rare, così come l’Italia intera, lo ha appreso con grande rammarico lo stimato collega Franco di Mare, per anni inviato speciale della Rai nelle zone di conflitto e conduttore di Uno Mattina, Soffre di un tumore raro e aggressivo, il mesotelioma.
L’annuncio del malore è stato dato dallo stesso Di Mare, nel corso della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Nove, dove il giornalista ha spiegato che purtroppo la sua prognosi è gravissima. Di Mare è apparso in un video con l’aspetto molto stanco, legato ad un erogatore di ossigeno senza il quale la difficoltà respiratoria sarebbe eccessiva.

La patologia di cui è affetto l’handler è un tumore molto aggressivo, per il quale al momento non esistono opzioni terapeutiche risolutive.

Il mesotelioma è un tumore che colpisce il mesotelio – spiega il dProfessoressa Carolina Mensi, Responsabile del Registro Mesoteliomi della Regione Lombardia presso l’IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – È un lenzuolo da cui derivano varie strutture: la pleura che avvolge i polmoni, il pericardio attorno al cuore, il peritoneo che avvolge gli organi addominali e, nell’uomo, la tunica vaginale del testicolo”. Circa il 90% dei mesoteliomi colpisce la pleura, quindi le manifestazioni del tumore tendono ad essere più spesso respiratorie: i pazienti avvertono difficoltà respiratorie e dispnea o dolore toracico. Tutti questi sintomi possono far sospettare altri tipi di problemi – soprattutto cardiologici – rendendo la diagnosi meno immediata.
«Il paziente si rivolge al medico di base per dispnea o perdita di peso», continua Mensi. “Successivamente, durante la visita, può essere riscontrato un versamento pleurico, rendendo necessari alcuni accertamenti che, in prima istanza, prevedono l’esecuzione di una radiografia del torace e poi, eventualmente, una TAC che evidenzia un ispessimento della pleura con caratteristiche delle formazioni nodulari, dette ‘mammelloni’”. L’esame di riferimento per il mesotelioma resta comunque la biopsia che viene eseguita sotto toracoscopia e consente di prelevare campioni di tessuto per la conferma istologica.

MESOTELIOMA

“Dal punto di vista morfologico il mesotelioma può essere di tre diversi sottotipi: epitelioide, sarcomatoide o bifasico”, precisa Mensi. «La prima corrisponde alla forma più diffusa e più facilmente curabile con la chemioterapia, mentre il mesotelioma sarcomatoide è più raro e, purtroppo, ha una sopravvivenza di soli sei mesi, circa la metà di quella della forma epitelioide». Si tratta, quindi, diumore aggressivo che si manifesta occasionalmente e si evolve rapidamente. Il principale fattore scatenante è l’esposizione all’amianto (o amianto), per questo motivo in Italia esistono i COR (Centri Operativi Regionali) per il Mesotelioma, deputati alla sorveglianza epidemiologica attraverso la raccolta di tutti i casi della malattia; ulteriore compito di queste strutture è quello di raggiungere i pazienti – possibilmente quando sono ancora in buona salute – per raccogliere preziose informazioni sul lavoro svolto dal paziente, sulle sue abitudini di vita e sulle visite abituali. “In certi casi, anche solo aver vissuto in zone contaminate, come Casale Monferrato, Bari o il comune di Broni, dove erano attivi impianti per la lavorazione di prodotti contenenti amianto può costituire un rischio”, aggiunge l’esperto citando il caso di Broni , in Lombardia.

Il mesotelioma è però legato anche ad altre sostanze minerali, come la fluoroedenite (in Italia è noto il caso di Biancavilla in Sicilia) o l’erionite, una fibra con caratteristiche chimiche simili all’amianto rinvenuta in alcuni villaggi della Cappadocia descritta nell’opera di Michele Carbone . In Italia la lavorazione dell’amianto è vietata fin dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso (Legge n. 257 del 25 marzo 1992), tuttavia le conseguenze di decenni di manipolazione di questo materiale hanno reso necessaria l’istituzione di organismi di raccolta dei dati e sorveglianza delle popolazioni più esposte. L’esigenza di raccogliere informazioni sul mesotelioma ha portato alla Legge 277 del 1991 – entrata in vigore con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) n. 308 del 2002 – che spiega come deve essere effettuata la sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi.

ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO IN TERRITORI DI CONFLITTO E SCOPERTA DELLA DIAGNOSI

Il nesso tra permanenza in territori di conflitto e mesotelioma è purtroppo accertato da anni, ndr è certamente probabile che la causa principale del tumore che colpì Di Mare sia stata l’esposizione a sostanze tossiche (tra cui l’amianto) durante i lunghi periodi trascorsi come corrispondente nei Balcani.

I danni provocati dall’esposizione a queste sostanze possono manifestarsi anche a distanza di anni, tanto che la giornalista e conduttrice ha scoperto la malattia solo tre anni fa. Il danno pleurico si è manifestato con un forte dolore tra le scapole, la diagnosi è arrivata dopo qualche settimana. La situazione del conduttore era però già gravemente compromessa e, nonostante esistano approcci terapeutici in grado di rallentare la progressione della malattia, nel caso di Franco di Mare purtroppo la prognosi non lasciava spazio a speranze.

Di Mare ha però deciso di lanciare un messaggio positivo: “Dire che qui finisce la speranza non è vero, perché la scienza va sempre avanti. Sono qui per celebrare una soluzione che potrebbe essere scoperta, speriamo che ci sia una soluzione e non sia poi così lontana“.

Franco di Mare ha voluto inoltre presentare, il 28 aprile (la giornata dedicata ai lavoratori vittime dell’amianto), il suo libro ”Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi”. Il libro intreccia la storia della sua vita con l’esperienza del momento e la sua terribile malattia. «Ho avuto una vita bellissima e i ricordi che ho sono pieni di vita. Mi dispiace saperlo adesso, ma non è troppo tardi, il mio arbitro non ha ancora fischiato”, ha detto accolto da grandi applausi. Per la malattia, dice il giornalista, occorre che ci sia un’idea di comunità attorno alla persona malata, «quando qualcuno si ferma per aiutare gli altri, lì nasce la comunità umana».

Per ulteriori informazioni leggi anche:

Mesotelioma: il cancro dell’amianto che continua a colpire in Italia

 
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