Il TAR conferma la decadenza del carabiniere – .

Il TAR conferma la decadenza del carabiniere – .
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Gelo. Gli investigatori, coordinati dai procuratori della DDA di Caltanissetta e da quelli di Roma, lo hanno raggiunto nel corso della maxi indagine “Extra multe-Druso” che ha portato all’arresto del boss Salvatore Rinzivillo, che si era messo a capo del clan omonimo e che attualmente risulta ristretto ai sensi del regime del 41 bis, proprio per i fatti oggetto dell’indagine. I giudici del Tar Lazio hanno confermato il provvedimento che ha portato alla perdita “del grado per destituzione per motivi disciplinari” del carabiniere Marco Lazzari. Più volte in tribunale per i fatti del blitz “Extra multe-Druso”, secondo gli inquirenti sarebbe stato lui, insieme ad un altro militare del Corpo, ad accedere abusivamente ai sistemi informatici in dotazione alle forze di polizia, al fine di acquisire dati ed informazioni, per poi comunicarli a Rinzivillo. Eventi che hanno generato processi penali, conclusi con condanna. Nel periodo in cui finì sotto l’attenta osservazione dell’antimafia, Petrone lavorò per l’Aisi, i servizi segreti interni. I suoi avvocati si sono rivolti ai magistrati del Tar Lazio per impugnare la decisione di decadenza per destituzione, formalizzata dal ministero della Difesa, attraverso la direzione generale del personale. Insistevano sull’assenza dei presupposti necessari ed anche sul fatto che al momento della decisione il procedimento penale era in corso e non definitivo.

 
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