Il Centro per Cuneo lascia il Consiglio Comunale e annuncia: “Verifica urgente sul Crc”. Poi si è seduta sospesa: cosa succede nella maggioranza?

Il Centro per Cuneo lascia il Consiglio Comunale e annuncia: “Verifica urgente sul Crc”. Poi si è seduta sospesa: cosa succede nella maggioranza?
Il Centro per Cuneo lascia il Consiglio Comunale e annuncia: “Verifica urgente sul Crc”. Poi si è seduta sospesa: cosa succede nella maggioranza?

«Il confronto odierno tra i gruppi della coalizione sul tema della Fondazione Crc ha generato una situazione che necessita di un’urgente verifica della maggioranza. A scanso di ulteriori equivoci attendiamo la convocazione del Coordinamento di Maggioranza e abbandoniamo i lavori di questo Consiglio Comunale”. Con questa nota, il gruppo consiliare Centro per Cuneo ha clamorosamente abbandonato l’aula, già ridotta per le assenze di metà gruppo Pd, e ha aperto ufficialmente la crisi nella maggioranza della sindaca Patrizia Manassero.

È successo questa sera intorno alle 19.30, mentre si discuteva di un’interrogazione di Ugo Sturlese su Villa Invernizzi. L’assessore Alessandro Spedale non ha fatto in tempo a rispondere quando alcuni consiglieri di minoranza hanno iniziato a protestare e ad alzare la voce quando i rappresentanti del Centro per Cuneo hanno lasciato in massa l’aula. Poi è successo il finimondo e il presidente del Consiglio, Marco Vernetti, ha sospeso la seduta e ha indetto la conferenza dei capigruppo attualmente in corso.

La questione riguarda le nomine nella Fondazione Crc, con la designazione dell’ex sindaco Federico Borgna e dell’avvocato Luisella Cavallo, che avrebbero creato una frattura nella maggioranza. In particolare, il Centro per Cuneo spingerebbe per Beppe Delfino, (coordinatore della lista) nel consiglio di amministrazione accanto al presidente in pectore Mauro Gola (che ha vinto la sfida con Borgna).

Le sedie restano semivuote tra i banchi della maggioranza, Civallero ha chiesto la verifica del numero legale, anche se questo non è necessario (ha ricordato Claudia Carli, capogruppo Pd), per la discussione dei quesiti. Ha parlato l’assessore Spedale e i gruppi dell’opposizione si sono scatenati gridando “Vergogna” e altri epiteti. «Non è molto elegante – prosegue Lauria – che spesso in una discussione manchi quasi tutta o buona parte della maggioranza e che i lavori siano tenuti dalla presenza della minoranza. Ci viene voglia di mandare tutti al diavolo”. Pochi istanti dopo, Giancarlo Boselli (Indipendente) rivela il messaggio del Centro per Cuneo con la richiesta di verifica a maggioranza: «Me lo ha mandato un giornalista. Questo è un atto vergognoso, molto pesante, che apre la crisi e, per di più, senza avere nemmeno il coraggio di farlo in Consiglio. Signora sindaco, prenda un’iniziativa davanti alla città. E lei, presidente, sospenda il consiglio, siamo di fronte a una cosa molto seria”. Sulla stessa linea Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): «Aprendo chiaramente una crisi politica e fatto in termini sprezzanti, nei confronti dell’opposizione e della maggioranza. Non abbiamo mai visto nulla di simile.”

Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) aggiunge: «La campagna elettorale che il Centro Cuneo sta portando avanti per il centrodestra (alcuni esponenti sono candidati alle elezioni regionali per governatore Cirio, ndr), mette in imbarazzo anche noi. Crea un disagio enorme e vedermi seduto al tavolo da opposizione mi fa ribollire il sangue, anche di fronte ad un’affermazione che non mi sembra veritiera”. Riferimento al fatto che alcuni sarebbero andati a Borgo San Dalmazzo al comizio di Marco Gallo, sindaco di Busca e candidato con Cirio.

«Se voi siete indignati, noi del centrodestra lo siamo ancora di più – dice Mavi Civallero del gruppo SìAmo Cuneo -. Queste persone cercano solo un pezzo di torta e spero che nessuno glielo dia. Una grande maleducazione, parlava l’assessore Spedale, potevano almeno aspettare che finisse e poi alzarsi. Un minimo di rispetto. Sono vergognosi”. Anche il padre Franco Civallero (Forza Italia non ha mandato loro notizie, mentre Beppe Lauria, poco prima della sospensione, ha espresso ancora solidarietà al sindaco Manassero: «Umanamente le sento vicino. Una cosa del genere non è mai accaduta – evidenzia il ricatto) O lei, il sindaco, dimostrerà di avere le qualità, oppure io verrò ricordato come il sindaco che ha gestito il ricatto”.

I consiglieri di minoranza abbandonano poi l’aula e il presidente Vernetti ha dovuto chiudere la riunione per mancanza del numero legale. Riprenderà – se possibile – domani alle 17, quando la sessione sarà stata aggiornata. In serata, in un messaggio a La Stampa, il sindaco Manassero chiarisce la sua posizione: «Aspetto di parlare con la maggioranza. Non accetto di essere soggetto a ricatti”.

 
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