Con le auto vendute in Europa, i produttori cinesi – .

Ufficializzando l’indagine dell’UE sulle presunte perturbazioni del mercato causate dai sussidi cinesi ai produttori di auto elettriche, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che “I mercati globali sono invasi da auto elettriche cinesi particolarmente economicheTuttavia, guardando i listini, possiamo tranquillamente affermare che questa invasione, in Europa e in Italia, non esiste, o almeno non si è ancora vista.

Se guardiamo i listini dei maggiori produttori cinesi, BYD su tutti, vedremo come le auto hanno un prezzo da due a tre volte superiore a quello praticato in Cina, e perfettamente in linea con quelli dei produttori europei. Prezzi praticati dai produttori cinesi in Europa che, a seconda dei casi, possono restare attraenti, ma che sono certamente lontani dalla “follia” cinese, dove una city car elettrica può costare anche meno di 9.000 euro.

L’UE è pronta a imporre tariffe sui prodotti elettrici cinesi. L’ultimo atto di Ursula Von der Leyen

È normale allora chiedersi perché nel Vecchio Continente il prezzo di un’auto elettrica cinese raddoppia o triplica. Una risposta a questa domanda è un rapporto dell’agenzia di stampa Reuters, che giunge a una conclusione molto chiara: i prezzi europei sono così alti perché I produttori cinesi vendono in Europa con margini di profitto molto elevati. E questo profitto consente agli stessi produttori cinesi di combattere la guerra dei prezzi in patria.

Nel rapporto, Reuters si concentra principalmente su BYD, data la sua posizione dominante nel mercato interno. E uno degli esempi più eclatanti è quello del crossover Atto 3. In Cina l’auto costa, al cambio, intorno ai 18.000 euro, in Europa intorno ai 40.000 euro. In Italia l’Act 3 di BYD parte da 38.790 euro. Parliamo di un netto raddoppio del prezzo, che colloca il crossover cinese in una fascia di prezzo non troppo lontana dai principali concorrenti europei. Stesso filo conduttore se guardiamo alla Dolphin – meno di 15.000 euro in Cina e circa 35.000 euro in Europa – o alle altre vetture commercializzate dal marchio.

Confronto tra i prezzi cinesi e tedeschi di alcuni veicoli elettrici

Le auto cinesi esportate in Europa costano dal 100% al 178% in più. Una Model 3 solo il 37% in più

Una differenza significativa: “Le differenze di prezzo tra i veicoli commercializzati a livello globale sono generalmente più ridotte” dichiara Sam Fiorani, analista di AutoForecast Solutions. È chiaro che il trasporto, il rispetto delle più severe normative europee e, in generale, una dotazione tecnologica più ricca e un allestimento più raffinato hanno un costo. Un’auto venduta in Europa non potrà mai mantenere lo stesso prezzo che in Cina, differenze di prezzo così evidenti vanno oltre i normali costi di conformità.

Reuters, infatti, quantifica nel 30-40% il giusto margine per un’auto che attraversa l’oceano per atterrare in Europa. Cita come esempio la Tesla Model 3, prodotta in Cina e poi venduta in Europa, che ha una differenza di prezzo del 37%. Nel caso di BYD, ma anche di altri produttori cinesi, la differenza è molto più elevata, raggiungendo quasi sempre valori percentuali a tre cifre.

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Le batterie elettriche non sono mai costate così poco. Conseguenza della “guerra” tra CATL e BYD

Tutto questo mentre le batterie delle auto elettriche hanno raggiunto un nuovo picco di diminuzione dei prezzi. In altre parole, Le batterie per le auto elettriche non sono mai costate così poco come in questo momento storico. E BYD, anche grazie alla sua esasperata integrazione verticale, è uno dei produttori a beneficiare maggiormente di questo crollo dei prezzi.

Con i margini realizzati sulle automobili in Europa, i produttori cinesi combattono una guerra dei prezzi in patria

La risposta a questa politica dei prezzi, a prima vista strana, è, come detto, tutta finalizzata all’ottenimento di margini di profitto molto elevati in Europa. I marchi cinesi si combattono in patria con la riduzione dei prezzi. BYD ha tagliato i prezzi delle sue auto in Cina in media del 17%. Con alcuni modelli particolari il taglio è arrivato anche al 30%. Un approccio che ha portato BYD a diventare, per un quarto, il più grande produttore in termini di numero di veicoli elettrici venduti nel mondo. Ma ha avuto una conseguenza diretta anche sui conti dell’azienda.

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BYD, il 2023 è un buon anno. Ma le guerre dei prezzi e il rallentamento dei mercati non la risparmiano

La spirale dei tagli dei prezzi in Cina non ha risparmiato praticamente nessun produttore. Infatti, Tesla ha immediatamente risposto a BYD, con conseguenze simili in termini di dati finanziari. Tutti gli altri produttori più piccoli hanno seguito l’esempio.

I produttori cinesi stanno lottando per raggiungere il pareggio sui costi di produzione delle automobili in Cina. Raramente riescono a trarre profitto dalla vendita. Per questo motivo cercano di realizzare margini elevati in Europa” scrive Ben Townsend, analista della Thatcham Research nel Regno Unito.

L’indagine dell’Ue è il granello di sabbia che inceppa il meccanismo?

La conclusione della citata indagine dell’Unione Europea potrebbe inceppare questo meccanismo. Nel luglio di quest’anno l’Unione Europea potrebbe infatti decidere di imporre dazi più pesanti sui veicoli elettrici prodotti in Cina e poi esportati in Europa.

Secondo le prime indiscrezioni che arrivano da Bruxelles, l’Unione Europea intende aumentare le tasse sull’elettricità cinese dall’attuale 10% al 27,5%. L’aliquota del 27,5% è la stessa a cui sono soggetti i veicoli elettrici cinesi esportati nel mercato statunitense. Un mercato che, anche grazie all’elevato livello di tassazione, è rimasto “al riparo” dalle mire espansionistiche cinesi.

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L’UE potrebbe aumentare le tariffe sulle auto elettriche prodotte in Cina già a luglio

 
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