“Il miglior progetto di accordo sul tavolo” – Notizie – .

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La bozza di accordo tra Israele e Hamas per porre fine alla guerra a Gaza è “la migliore” dall’inizio dei negoziati e la sua “accettazione è imminente”. Un funzionario arabo ha detto a Sky news Arabia. Tuttavia, la stessa fonte ha espresso il timore che “entrambe le parti possano fare una svolta di 180 gradi e tornare al punto di partenza”. Si prevede che i negoziati – dopo il primo round di ieri terminato in stallo – riprendano oggi al Cairo. Il punto del dissenso è quello noto: Hamas vuole la fine “esplicita” della guerra nella Striscia in cambio degli ostaggi, mentre Israele è totalmente contrario.

Le trattative del Cairo per la tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi restano ancora in bilico e nulla è dato per scontato, dopo che Hamas ha congelato i colloqui al termine di una giornata che aveva visto positivi spiragli di un possibile accordo. L’ottimismo filtrato dalla capitale egiziana – con i mediatori che parlavano di “progressi significativi” – si è attenuato in serata, quando un alto funzionario israeliano ha frenato gli entusiasmi accusando il gruppo palestinese di “rovinare gli sforzi” per l’accordo insistendo sulle precondizioni per porre fine alla guerra. Un alto funzionario di Hamas ha infatti sottolineato che il gruppo “non accetterà in nessuna circostanza” una tregua a Gaza che non includa esplicitamente la fine completa dell’offensiva sulla Striscia. E ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di “ostacolare personalmente” gli sforzi per raggiungere un accordo di tregua a causa di “interessi personali”.

Da parte sua, lo Stato ebraico – hanno avvertito da Gerusalemme – “non accetterà in nessun caso la fine della guerra come parte di un accordo per la liberazione dei suoi ostaggi”. La questione quindi resta sempre la stessa, ma la delegazione di Hamas arrivata al Cairo continua a discutere le linee generali dell’accordo con i mediatori egiziano e qatariota. In informazioni contraddittorie sull’andamento dei colloqui, Barak Ravid del sito Axios aveva riferito della possibilità che Hamas completi la prima fase dell’accordo (la liberazione umanitaria degli ostaggi) senza un impegno ufficiale da parte di Israele a porre fine alla guerra. Secondo il quotidiano saudita Asharq, in cambio la fazione palestinese otterrebbe solide garanzie da parte degli Stati Uniti sul cessate il fuoco, il ritiro completo dell’IDF dalla Striscia dopo le prime due fasi dell’accordo e la promessa che l’esercito israeliano non proseguire i combattimenti dopo la liberazione definitiva dei circa 130 ostaggi ancora a Gaza.

Ma Israele ha continuato a sollecitare cautela per tutta la giornata. Una fonte nello Stato ebraico ha sottolineato che “stanno aspettando con impazienza di vedere la posizione finale di Hamas, ma che l’informazione non è ancora arrivata”. Ha poi insistito sul fatto che “alla luce delle esperienze passate, anche se Hamas afferma di seguire le linee guida, i piccoli dettagli e le riserve che presenterà potrebbero far naufragare l’accordo”. Per questo finora nessuna delegazione israeliana si è recata in Egitto, dove si recherà – è stato spiegato – solo “se ci sarà una risposta di Hamas che abbia un orizzonte negoziale”. Anche Benny Gantz, ministro del gabinetto di guerra, ha invitato alla pazienza, confermando che i palestinesi non hanno ancora dato una risposta definitiva ai mediatori.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken – dopo aver respinto ancora una volta l’intenzione di Israele di entrare a Rafah che comporterebbe “un danno inaccettabile” – ha osservato che al momento “Hamas è l’unico ostacolo al cessate il fuoco a Gaza”.

Mentre uno dei consiglieri del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, Taher Nunu, ha ribadito che “qualsiasi accordo da raggiungere deve includere la fine completa e totale dell’aggressione e il ritiro totale dell’occupazione da Gaza”.

Nel turbinio di notizie sul possibile accordo, il quotidiano saudita Asharq – riportato dai media israeliani – ha ipotizzato che Israele sia disposto a rilasciare anche Marwan Barghouti, il leader palestinese di Fatah condannato a diversi ergastoli per terrorismo. A patto che vada a Gaza e non in Cisgiordania. Ma non esiste alcuna conferma ufficiale di una questione così spinosa in Israele.

Il fatto è che la pressione internazionale affinché venga raggiunto un accordo, dopo Israele, si concentra su Hamas. Il Qatar, ha rivelato il Times of Israel, sarebbe pronto ad accogliere la richiesta americana di espellere da Doha la leadership di Hamas, compreso lo stesso Haniyeh, se i leader della fazione continuassero a respingere l’accordo. Una richiesta, ha detto il Washington Post, consegnata da Blinken il mese scorso.

Per saperne di più Agenzia ANSA Proteste pro-Gaza, sciopero della fame a Princeton – Notizie – Ansa.it Mobilitazioni filo-palestinesi nelle università di tutto il mondo, Sciences Po evacuato a Parigi. La polizia sgombera l’accampamento della New York University. E messaggi di ringraziamento compaiono sulle tende di Rafah (ANSA)

Media, Qatar disponibile su richiesta Espulsione americana di Hamas

Il Qatar è pronto ad accogliere la richiesta americana di espellere da Doha la leadership di Hamas, compreso Ismail Haniyeh. Una fonte vicina al dossier ha detto al Times of Israel. Secondo il Washington Post (WP), il mese scorso il segretario di Stato americano Antony Blinken ha presentato la richiesta di “espellere” i leader di Hamas dal paese se continueranno a respingere l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Blinken – secondo il giornale – ha consegnato questo messaggio al primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani il mese scorso. Il WP ha anche riferito che il Qatar aspettava da mesi la richiesta degli Stati Uniti.

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