“Comuni emiliani lontani da Iren, tanto non controllano” – .

“Comuni emiliani lontani da Iren, tanto non controllano” – .
“Comuni emiliani lontani da Iren, tanto non controllano” – .

“Già da tempo denunciamo l’opacità e la perdita di legame di Iren con il territorio e penso che non abbia più senso che i comuni emiliani restino all’interno di una società quotata in Borsa che non controllano, che non rispondere agli utenti e i cui centri decisionali si sono spostati a Genova e Torino”, spiega Dall’Olio.

Per quanto riguarda l’amministratore delegato, il candidato poi commenta: “Sebbene i reati contestati, ancora al vaglio della magistratura, riguardino attività precedenti all’incarico in Iren, i comportamenti e gli stili di vita che emergono ci appaiono incompatibili con chi dovrebbe gestire l’incarico. servizi pubblici locali ed evidenziano la scarsa capacità di verifica e controllo da parte dei Comuni”.

Che gli enti locali possano fare ben poco per “intervenire nelle politiche aziendali e tutelare gli interessi dei cittadini” lo dimostra per l’Olio anche la vicenda del teleriscaldamento di Parma e Piacenza. “Nonostante le ripetute richieste degli utenti e un’indagine aperta dall’Antitrust per abuso di posizione dominante, Iren ha continuato ad applicare il prezzo del gas al calore prodotto dai termovalorizzatori, facendo di fatto pagare due volte gli utenti, prima con la Tari e poi con le bollette.

A ciò “bisogna aggiungere la totale mancanza di trasparenza della multiutility: con il pretesto di tutelare i dati sensibili di una società quotata in Borsa, Iren non fornisce informazioni nemmeno ai consiglieri dei comuni aderenti che dovrebbero invece avere accesso completo”.

Infatti, dice dall’Olio, “si comporta come una multinazionale del settore svincolata da ogni vincolo pubblico e territoriale”, mentre “l’unico vero ritorno per il Comune nell’essere azionista sono i dividendi e le sponsorizzazioni, in un rapporto malato dove chi chi dovrebbe essere controllato droga il controllore con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini attraverso i servizi a lui affidati”.

Insomma, conclude il candidato dei Verdi e della Sinistra, “l’unico modo per sciogliere questo nodo è tagliarlo. Se i Comuni non hanno modo di controllare i vertici aziendali e di influenzare le politiche aziendali, dovrebbero prenderne atto e uscire dall’azionariato per riprendere il controllo della gestione e il controllo dei propri servizi pubblici, a cominciare dal servizio idrico integrato”.

 
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