Cresce l’industria manifatturiera e tecnologica nel Lazio, l’export è raddoppiato negli ultimi 16 anni – .

Cresce l’industria manifatturiera e tecnologica nel Lazio, l’export è raddoppiato negli ultimi 16 anni – .
Cresce l’industria manifatturiera e tecnologica nel Lazio, l’export è raddoppiato negli ultimi 16 anni – .

Cresce nel Lazio l’industria manifatturiera e tecnologica, mentre l’export regionale è quasi raddoppiato negli ultimi 16 anni, con una lieve flessione nel 2023. È quanto emerge dalla ricerca sui distretti industriali e i poli tecnologici del Lazio realizzata dall’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo e presentato questo pomeriggio all’Istituto Luigi Sturzo, a Roma. La regione Lazio presenta un’elevata specializzazione in settori avanzati, in particolare nel farmaceutico, aerospaziale, elettronico, ma anche in settori più tradizionali, come alimentare, materiali da costruzione, prodotti per la stampa, detersivi e cosmetici. Tutti questi settori presentano, nel Lazio, una percentuale di addetti manifatturieri regionali molto più elevata della media italiana: oltre 5 volte l’incidenza nazionale per il farmaceutico e l’aerospaziale, circa il doppio per la stampa, per la detergenza e la cosmesi e per i materiali per l’edilizia.

Proprio intorno ad alcune di queste specializzazioni si sono sviluppati nella regione tre poli tecnologici ad alto contenuto hi-tech: il Polo Farmaceutico e Aerospaziale del Lazio e l’Ict romano, a cui si aggiungono il distretto industriale ceramico di Civita Castellana e quello dell’Agroindustria. L’ortofrutta pontina, tutto monitorato dall’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo. Alta anche la presenza di startup innovative nella regione: il Lazio è al secondo posto in Italia per numero, con circa 1.600 startup innovative ad aprile 2024, dopo la Lombardia che ne conta oltre 3.400. È stato lui ad aprire i lavori Roberto Gabriellidirettore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo mentre Giovanni Foresti E Rosa Maria Vitulano, gli economisti di Intesa Sanpaolo hanno presentato “Strategie e opportunità per l’economia del Lazio”. Successivamente si è svolta una tavola rotonda che ha raccolto le idee e le esperienze degli imprenditori Salvatore Manfredi CEO di Fenix ​​Pharma, Roberto Giacometti: CFO di Unidata e Andrea Del Brocco, Amministratore Delegato di Aerostrutture. L’incontro è stato moderato da Paolo Mussodirettore commerciale per le società Intesa Sanpaolo del Lazio e dell’Abruzzo.

“I dati sono molto confortanti: dimostrano la capacità di resilienza del sistema economico e produttivo del Lazio e la capacità di reagire alle tante complessità verificatesi nel 2023. Non dimentichiamo le due guerre e un’inflazione nel 2023 ancora elevata e piuttosto tassi di interesse elevati – ha osservato il direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, Roberto Gabrielli -. C’è stata quindi grande resilienza e capacità di trovare contromisure e apertura verso i mercati internazionali. Abbiamo poi alcuni pali che stanno dando un ottimo contributo. Il settore agroalimentare, la parte cosmetica, e non dimentichiamo il turismo, visto che abbiamo avuto oltre 32 milioni di presenze nel Lazio, di cui il 90 per cento a Roma, e di cui due terzi rappresentati da turisti stranieri. I dati sono quindi positivi, dobbiamo continuare a investire e a crederci, nei prossimi anni, se gestiti bene soprattutto dal punto di vista delle due importanti transizioni, green e digitale, noi come Paese potremo avere il nostro dire”, ha concluso.

L’evoluzione del fatturato delle imprese manifatturiere, a fine 2022, mostra un pieno recupero dei livelli pre-pandemia: la variazione percentuale, a prezzi correnti, è più del 19,5 per cento rispetto ai valori del 2019 (valori mediani). Tutti i settori sono sopra i livelli pre-crisi: spiccano in particolare la filiera dei metalli (+34% nel 2022 rispetto al 2019), quella dei beni intermedi (+33,5%) e il sistema interno (+28%). centinaio). I margini unitari misurati dall’Ebitda margin mostrano una buona stabilità (7,7 per cento il valore mediano) nonostante l’aumento dei costi sostenuti dalle imprese, soprattutto nell’anno 2022, durante il quale si sono registrati picchi storici per i prezzi di molte commodity, non solo energetiche: L’incidenza degli acquisti netti in percentuale sul fatturato è infatti passata dal 42,3 per cento nel 2019 al 44,6 per cento nel 2022.

Le esportazioni regionali sono cresciute in modo significativo dal 2008 a oggi, con valori a prezzi correnti quasi raddoppiati (+198%), e una dinamica migliore della media italiana (+170%). Anche se nel 2023 ha registrato un calo dell’11 per cento rispetto ai valori del 2022. Il farmaceutico è il primo settore per esportazioni della regione, con circa 11,5 miliardi nel 2023; seguono la metallurgia (1,6 miliardi), l’agroalimentare (1,5 miliardi) e il sistema moda (1,4 miliardi). Un contributo importante alla crescita dell’export laziale nel lungo periodo va riconosciuto ai poli e ai distretti tecnologici. Tra il 2008 e il 2023 i cinque enti monitorati sono passati da circa 4,5 miliardi di euro di esportazioni a quasi 14 miliardi di euro (+206%). A trainare i mercati europei: tra gli hub tecnologici, il Belgio è stata la destinazione che è cresciuta di più (oltre 4 miliardi di euro di esportazioni verso questo mercato nel 2023), seguita dai Paesi Bassi (2,6 miliardi) che arrivano al terzo posto e dagli Stati Uniti (1,3 miliardi ). Per i distretti tradizionali, il cui valore dell’export è più contenuto, il podio va alla Germania (132 milioni) seguita da Polonia (30 milioni), Paesi Bassi (21 milioni), Francia (20 milioni) e Austria (14 milioni); bisognerà attendere la sesta posizione per l’unica destinazione extraeuropea, gli Stati Uniti (13 milioni).

Nel 2023 l’export regionale ha registrato un calo rispetto ai valori del 2022 (meno 11%), dovuto soprattutto al farmaceutico (meno 9,2%), ma hanno continuato a crescere alcuni settori come l’agroalimentare (+3,8%) e la detergenza e la cosmesi (+8,3%). Dalla ricerca di Intesa Sanpaolo emergono al 2023 risultati eterogenei anche per hub e distretti: i tre poli tecnologici restano indietro sui mercati esteri (-9,5% per il Farmaceutico del Lazio, -19,6% per l’Aerospaziale del Lazio e -13,5% per l’ICT romano) ), ma anche il viterbese (-12,7 per cento per le Ceramiche di Civita Castellana); in crescita l’unico settore agroalimentare (+14 per cento nell’ortofrutta dell’Agro-Pontino). “Si tratta di risultati che vanno letti alla luce della forte crescita degli anni passati, e che sono spesso condizionati da oscillazioni dovute a commesse pluriennali (come nel caso dell’aerospaziale) o da scambi intra-aziendali (come nel caso del farmaceutico) , in un anno caratterizzato da un deciso rallentamento del commercio internazionale”, si legge nella ricerca di Intesa San Paolo.

L’economia del Lazio può contare su alcuni fattori di competitività emersi dall’analisi. Tra i settori che registrano un incremento nel numero degli addetti spicca l’aerospaziale, con oltre 2.800 addetti in più rispetto al 2012, ma anche altri settori più tradizionali, come la meccanica, comprese le macchine generali (circa 300 addetti in più), il trattamento dei metalli (+1.400 dipendenti) e alcune filiere agroalimentari come le conserve vegetali (circa +600 dipendenti), le carni e i salumi (+170) e altri alimenti (settore che comprende piatti pronti, alimenti dietetici e tè e lavorazione del caffè, e che conta complessivamente 1.400 dipendenti in più). A questi si aggiungono l’Ict e il settore dei servizi professionali alle imprese, particolarmente diffusi e in espansione nella regione: 190mila addetti per il primo, con una crescita di 20mila unità dal 2012; oltre 263mila per il secondo settore e un incremento di 64mila occupati. La transizione digitale e green sarà il volano per gli investimenti per il futuro, come emerge da un’indagine interna di Intesa Sanpaolo sul sentiment delle imprese rilevato dai colleghi manager, alla quale hanno partecipato oltre 300 intervistati nel Lazio.

Sul digitale, l’Italia mostra un buon posizionamento nel cloud computing rispetto alla media dell’UE27, e un potenziale di sviluppo nell’e-commerce. Il cambiamento climatico impone un cambio di passo, e le strategie green sono favorite dai rapporti di filiera: circa un intervistato su 10 indica che le aziende laziali cercano fornitori che riducano l’impatto ambientale, con punte del 25% per i beni intermedi e del 20% per i farmaceutici . Il tema del capitale umano sarà sempre più centrale: le statistiche Almalaurea evidenziano per gli atenei laziali che tra gli studenti che hanno concluso gli studi nel 2022 (laureati, dottorati e magistrali) il 3,5 per cento (oltre 950 studenti) è occupato all’estero (dato a un anno dalla laurea) . Stipendi, carriera e riavvicinamento alla famiglia sono i fattori decisivi per il ritorno, che vanno favoriti anche per favorire un più rapido ricambio generazionale: nel Lazio il 18 per cento delle aziende ha un board composto interamente da over 65 (14 per cento la media italiana ).

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