Goliarda Sapienza, dal manicomio al romanzo postumo L’arte della gioia che ora diventa una serie tv: chi era

Goliarda Sapienza, dal manicomio al romanzo postumo L’arte della gioia che ora diventa una serie tv: chi era
Goliarda Sapienza, dal manicomio al romanzo postumo L’arte della gioia che ora diventa una serie tv: chi era

La serie Sky Original L’arte della gioia, diretto da Valeria Golino sarà presentato in prima mondiale al Festival di Cannes 2024 e arriverà successivamente nelle sale italiane in due parti: la prima dal 30 maggio, la seconda dal 13 giugno. Prodotta da Sky Studios e Viola Prestieri per HT Film e liberamente tratta dall’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi), rifiutato a lungo dalle case editrici italiane fino a raggiungere il successo all’estero, la serie racconta la storia di una giovane ragazza siciliana degli inizi del ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto.

Alla ricerca di un’identità

Goliarda Sapienza (1924-1996) è stata una scrittrice e attrice catanese. Lei è figlia di anarchici, ha vissuto intensamente il Novecento senza mai allinearsi alla cultura del suo tempo. Nella sua scrittura il corpo ha avuto un ruolo fondamentale: è stato mezzo di conoscenza, arma e rifugio mentre le parole servono a ricostruire l’identità perduta in un mondo in continuo cambiamento. L’infanzia in Sicilia, l’esilio, la carriera teatrale e cinematografica, il fascismo, la psicanalisi, la carcerazione, l’amore omosessuale, l’oblio causato dal mancato riconoscimento delle sue opere in vita sono tasselli che si incastrano nel discorso e, a intermittenza, appaiono come se evocato, portando con sé incontri, pensieri e sensazioni.

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L’arte della Gioia, il trailer della serie di Valeria Golino

Attrice, sceneggiatrice e insegnante

Maria Giudice, nota sindacalista lombarda e Giuseppe Sapienza, avvocato catanese – sono già anziani, hanno altri figli da precedenti sindacati e, soprattutto, sono più interessati a lottare per un mondo migliore che a crescere un neonato . La vita di Goliarda si snoda così tra un continuo senso di abbandono e la consapevolezza di appartenere ad un ideale di profonda uguaglianza sociale. Goliardo per tutta la vita rifiutò di abbracciare ufficialmente chiese o fedi politiche, pur essendo socialista per nascita e vocazione. Durante la sua vita, ha tentato il suicidio due volte, è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico e sottoposta all’elettroshock. È femminista senza esserlo (“questi preti in gonna” dice delle femministe americane), ama le donne ma non si dichiara lesbica, ama gli uomini, ma non fa nulla per ottenerli. La rese attrice per volere del padre, scrisse le sceneggiature dei suoi film con il compagno di vita Citto Maselli, lo aiutò a girare i suoi documentari e, a quarant’anni, iniziò a scrivere fiction. Ma per sopravvivere finisce per insegnare recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, sorprendendo e scandalizzando talvolta gli studenti con la sua forza espressiva.

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L’arte della gioia di Valeria Golino a Cannes 2024 fuori concorso

Dal carcere alla letteratura

Nel 1980 finì in carcere, dove fu detenuta per cinque giorni, per il furto di alcuni gioielli di un’amica che aveva venduto a un banco dei pegni utilizzando la carta d’identità della cognata. Sempre in carcere, ma anche successivamente, continuò la sua attività di scrittrice, pubblicando però ben poco di suo, tranne alcune sue opere come L’Università di Rebibbia E Le certezze del dubbio, pubblicata grazie all’incontro con il collega poeta ed editore Beppe Costa, che si batté a lungo per lei. Costa tenta invano di farle riconoscere il vitalizio Legge Bacchelli, né riesce ad ottenere la ristampa delle sue opere. Tuttavia la Sapienza pubblica, con la casa editrice Pellicanolibri, Le certezze del dubbionel 1987, e successivamente le è stato assegnato il Premio Casalotti nel 1994. Durante la prigionia nel carcere di Rebibbia si è sentita più accettata dai suoi compagni di prigionia che dagli intellettuali italiani e, dietro le sbarre, ha trovato il riconoscimento che desiderava: “Sono tornata a vivere in una piccola comunità dove le proprie azioni vengono seguite, approvate quando giuste, insomma riconosciute”, scrive su L’Università di Rebibbia, raccontando il suo periodo in carcere.

L’arte della gioia, il romanzo postumo

Il suo romanzo più famoso, L’arte della gioia, è stato pubblicato integralmente postumo da Stampa Alternativa nel 1998, a cura di Angelo Maria Pellegrino. Solo la prima delle quattro parti che lo compongono era stata stampata mentre l’autore era in vita, nel 1994, nella collana Millelirepiù diretta da Marcello Baraghini. Il romanzo è stato ripubblicato da Einaudi nel 2008. La stessa casa editrice ha successivamente pubblicato i volumi Io, Jean Gabin (2010), Appuntamento a Positano (2015) e una selezione di pensieri tratti dai diari dello scrittore, raccolti nei volumi L’abitudine di parlare da solo (2011) e La mia parte di gioia (2013).

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L’Arte della Gioia, cast e foto della serie diretta da Valeria Golino

 
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