l’audio inedito dell’ex compagno del boss De Pedis – .

l’audio inedito dell’ex compagno del boss De Pedis – .
l’audio inedito dell’ex compagno del boss De Pedis – .

Come se fossimo al cinema, anche qui va messa una didascalia: “proibito ai deboli di cuore e ai facilmente impressionabili”. Perché la finestra che stiamo per aprire va oltre l’immaginazione, è una sceneggiatura pazzesca.

La trama è quella di scomparsa da Emanuele Orlandi E Mirella Gregorioi due adolescenti che sono scomparsi a poche settimane l’uno dall’altro nella tarda primavera del 1983. L’ultima incredibile verità viene fuori da alcuni nastri, parte di un lungo colloquioin cui è incisa la voce di un importante malavitoso romano, socio in affari del boss della Banda della Magliana Renato De Pedis che aveva (eufemismo) parecchi punti d’appoggio in Vaticano.

Secondo CU – le iniziali sono fittizie, il Riformista conosce la sua vera identità; le due ragazze frequentavano gli appartamenti più privati ​​del Vaticano dove avrebbero sofferto molestie E rapporti sessuali con alti prelati. Ecco perché sono dovuti scomparire. Sarebbe stato De Pedis a ricevere l’incarico.

“Quando la cosa era diventata un merda il Segretario di Stato Casaroli ha deciso di intervenire”, questa è l’esatta trascrizione di uno dei passaggi più importanti di un’intervista del 2009 in cui l’ex compagno di De Pedis rivela il motivo della doppia scomparsa.

“Non puoi fare niente con questa verità”, ha scritto il criminale all’autore dell’intervista Alessandro Ambrosini. E c’è un particolare ancora più agghiacciante, sapevano tutto importanti statisti, informati dallo stesso socio del boss.

“Nando [nome di un’esponente dei Servizi che sarebbe stato a conoscenza di tutti i particolari] ti trasferiranno da me, mi uccideranno”, dice raccontando un incontro avuto con membri dell’apparato di sicurezza e aggiunge commentando: “questo è un paese strano, a nessuno importa della verità”.

Delinquenti comuni o terroristi? Se questa fin dall’inizio del mistero era la domanda- che ha rapito Mirella ed Emanuela– la vera domanda è sempre stata il movente: perché? Perché due adolescenti hanno dovuto essere rapiti, perché gli emissari vaticani sono entrati nelle trattative, perché Papa Wojtyla pochi giorni dopo ha fatto a appello per Orlandi un caso non raro ma unico nella storia del papato?

E perché nel corso di queste “trattative” non è mai stata chiesta la prova dell’esistenza in vita delle ragazze rapite?

Oggi queste registrazioni, testimonianza parziale di oltre quattro ore di intervista del corporis interno del vertice della Magliana, rivelano il più incredibile dei moventi: le due ragazze sarebbero state fatte sparire perché testimoni e protagoniste di un sexgate nelle stanze più private del Vaticano, a quel tempo abitate da Papa Wojtyla che non sarebbe stato – sempre secondo il “magliaia” CU – ignaro della storia.

Ecco il passaggio preciso del nastro che il Riformista ha potuto ascoltare senza censure: “Quando la cosa era diventata una cazzata il segretario di stato [vicario del Papa Agostino Casaroli n.d.r.] deciso di intervenire”. “Non direttamente, sempre secondo la testimonianza, ma coinvolgente”i cappellani del carcere di Regina Coeli”. I nomi di battesimo di questi prelati sono divulgati in chiaro dall’ex compagno di De Pedis e sono quindi facilmente individuabili. Il Riformistad’accordo con Ambrosini, ha deciso di coprire dettagli della vita privata del Pontefice polacco rivelati dall’ex della Magliana: dettagli non riferibili ma sempre legati alla scomparsa dei due adolescenti.

L’intervento, cioè il sequestro dei due ragazzi, sarebbe stato appaltato a De Pedis. Per questo il boss ucciso nel 1990 sarebbe stato seppellito in una famosa basilica.

«De Pedis è sepolto lì come grazia ricevuta», dice l’ex compagno. Era una telefonata alla trasmissione”Chi ha visto?” per consentire l’apertura della tomba del De Pedis, accanto a cardinali E nobilipresso la chiesa di Sant’Apollinare nel cuore di Roma. Sabrina Minardiamante e compagno del boss, certificò che quella nobile sepoltura era dovuta al rapimento dell’Orlandi, favore fatto al Vaticano su richiesta di un altro potente cardinale, Marcinkus, il deus ex machina delle “sante finanze” vaticane, molto vicino al papa polacco. La Minardi, che la CU non tiene in grande considerazione, è stata a lungo messa in discussione e ha prodotto una serie di bugie che declassa la sua testimonianza a poco più della metà calunnia.

I nastri

Era il 2008 quando l’ex socio di De Pedis si incontra Alessandro Ambrosini rivelando la sua verità sull’intrigo vaticano. Si rifiuta di essere filmato ma la sua voce è ancora registrata. Ambrosini, una vita spericolata tra Veneto e Sicilia, ex attivista di peso nell’estrema destra e conoscitore dei codici che dai NAR confluire Capitale mafiosadiventa giornalista di cronaca nera e gestisce un blog”Notte criminale“vera e propria bibbia underground per gli amanti della materia. Cosa lo ha spinto a mantenere questa storia inedita per 14 anni, spiega a Riformista e in un lungo video pubblicato sul suo sito.

“Dal 2009, molto è cambiato nella comprensione di questa storia. Le ultime acquisizioni confermano il contesto che mi è stato detto. Non ultima, la testimonianza di un’amica della Orlandi che ha svelato le confidenze ricevute direttamente da lei: era stata molestata all’interno del Vaticano”. Anche Ambrosini sostiene di aver parlato Pietro OrlandiIl fratello di Emanuela che con la sua instancabile attività non ha mai smesso di cercare la verità: «Mi ha ringraziato», dice Ambrosini. La scelta di non rivelare il nome dell’autore di queste sconvolgenti rivelazioni ha un motivo molto semplice: proteggere il testimone, ora latitante, e consentire eventuali accertamenti, se ce ne saranno.. La levatura del personaggio è senza dubbio di “livello”, certo affidabile quando parla di De Pedis, affidabile quando parla dei suoi rapporti con gli apparati statali. Tutto il resto sarà oggetto di indagine.

Il contesto

L’ipotesi che Orlandi avesse subito vessazioni all’interno del Vaticano è stata messa in ombra da molte, inchieste giornalistiche ma anche da alcuni inquirenti. Se poi questo è stato uno dei tanti motivi che hanno messo il Vaticano sotto ricatto da parte del Magliana ma anche di altri ambienti è troppo presto per dirlo. Quel che è certo è che quelli furono gli anni di punta della finanza in cui il IOR banchieri vaticani e mafiosi, Sindona E Calvo soprattutto, hanno negoziato affari miliardari e contribuito a scrivere interi capitoli della storia della Guerra Fredda con finanziamenti anticomunisti Polonia E Sud America. Soldi macchiati di sangue: perché appartenevano alla mafia siciliana e alla Magliana e chiunque si proponesse di svelare la trama degli affari – giornalisti, investigatori, banchieri – diventava un bersaglio da abbattere.

È in questo contesto che si collocano i sequestri di Orlandi e Gregori sui quali si perpetua il silenzio del Vaticano, da Wojtyla a Papa Francesco. E chissà se il Vaticano, di fronte a queste sconvolgenti rivelazioni, sceglierà ancora una volta la politica della repressione e del silenzio, più volte denunciata da Pietro Orlandi, o una nuova pagina di questo infinito rebus da sangue E segreti

L’audio curato e pubblicato da Alessandro Ambrosini su “Notte criminale”

PRIMO NASTRO

CU: De Pedis è sepolto lì per grazia ricevuta, ma non per quello che dice la pazza Minardi.
AMBROSINI: Ma quanti soldi gli ha dato De Pedis per avere…
CU: Ma lei sa chi era Casaroli? Veniva al riformatorio e ci portava le sigarette. Era anche… INCOMPRENSIBILE… Papa Wojtyla…
AMBROSINI: No, ma andiamo…
AUDIO
CU: Chi gli ha salvato il culo è Casaroli. Casaroli non è intervenuto direttamente, ha fatto intervenire gli ex cappellani di Regina Coeli che hanno portato dentro al carcere whisky, lettere, tutto ciò di cui aveva bisogno, droga. A chi si rivolgevano quando era necessario qualcosa?
AMBROSINI: Allora però… facciamolo.
CU: Wojtyla… AUDIO CENSURATO… anche insieme se li portava a letto, se li portava, non so dove li portava, dentro il Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una cazzata, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ‘adesso li tolgo di mezzo’. A chi si è rivolto? Essendo un esperto del carcere perché era cappellano del riformatorio, si rivolse ai cappellani del carcere.
Uno dei cappellani del carcere era calabrese, un altro furbo. Un certo Luigi, un certo padre Pietro, non ha fatto altro che chiamare De Pedis e ha detto ‘sta succedendo, ci può dare una mano?’. Punto. Il resto sono tutte stronzate.

SECONDO NASTRO

CU: Ma le cose vere non si possono pubblicare. ADUIO CENSURATO… Il comandante del… che era subordinato al generale del SISMI. Mi hanno portato a pranzo a Fiuggi, hanno cercato di… ‘raccontarci come stanno le cose’. Ho detto ‘ascolta Nando’ – si chiamava Nando – ‘cosa sto dicendo? Se conosci la verità, cosa stai facendo? Non fai niente al riguardo. È morto, come fai a provare una cosa del genere, ti faranno anche causa per danni.
AMBROSINI: Quello certo…
CU: Quando ho parlato con Nando a Fiuggi gli ho detto ‘Nando non hai capito. Ti trasferiranno da me, mi uccideranno, lui lascerà stare. Purtroppo l’Italia è un paese strano.

© Riproduzione riservata

Nicola Biondo

 
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