La Dinamo vince anche la Coppa di Croazia (foto) – .


Foto Roni Brmalj

Niente da fare, la Dinamo è semplicemente più forte. Dopo la Supercoppa e il campionato, gli Zagabria vinsero anche la Coppa di Croazia. Un trio straordinario, che si è verificato l’ultima volta nel 2013. E meno male che è stata una stagione “difficile”, con cambio di allenatore e tante turbolenze societarie. Alla fine è emersa la massima qualità tecnica, esperienza e, soprattutto, una mentalità vincente che deve necessariamente fare invidia a tutti. D’altronde le statistiche parlano chiaro: nei sei confronti diretti stagionali con il Rijeka, la Dinamo ne ha vinte quattro e pareggiate due. In un Rujevica pronto a festeggiare, gli uomini del tanto odiato ex Sergej Jakirović si sono imposti per 3-1, che sommato allo 0-0 dell’andata in casa del Maksimir, hanno regalato ai “modri” il 17esimo Rabuzin Sun. E Fiume? Una stagione sopra le aspettative, ma alla fine due cocenti delusioni onestamente difficili da digerire. Al punto che, nonostante le smentite del caso, qualche “malcontento” potrebbe nascere. I biancocrociati sono stati traditi soprattutto dai loro uomini migliori: da Pjaca e Pašalić ci si aspetta molto di più, per quanto riguarda i nazionali, mentre gli esperti Mitrović e Radeljić non possono lasciarsi spiazzare così dagli avversari. Anche i profani ormai lo sanno… che manca il bomber…

Inizio promettente

I due tecnici confermano sostanzialmente l’undici dell’andata, con un cambio per parte: Obregon, di Varaždin entrato nel “club delle 100 presenze”, al posto di Ivanović e Ademi per Špikić. Selahi recupera ed è regolarmente in campo, così come Pjaca. I fiumani iniziano con l’atteggiamento giusto, aggressivo e ordinato. La Dinamo è costretta sulla difensiva e al 3′ rischia grosso. Fruk tira dalla sinistra, la palla colpisce Obregon e cambia direzione: Nevistić non si lascia ingannare e blocca. Due minuti più tardi il colombiano sbaglia la deviazione su cross di Goda. Proprio mentre la curva dell’Armada intona il consueto ritornello inerente al “Sole Rabuzin” Pašalić tira fuori dal cilindro un bellissimo tiro da sinistra destinato a infilarsi nell’incrocio dei pali: Nevistić si supera e soffoca l’urlo dei tifosi fiumani che avevano già anticipato l’obiettivo. La Dinamo, strano ma vero, non mostra particolari velleità offensive. Quando attacca, come al 24′, è ancora pericolosa. Petković penetra in area di rigore e tira di sinistro, per fortuna il tiro è centrale e Zlomislić blocca al sicuro.

Uno-due mortali

Passano quattro minuti e gli Zagabria segnano. Mišić apre per Petković, che allunga per Hoxha. Alla fine la palla arriva a Sučić che, grazie ad uno scivolone di Goda, supera Zlomislić da una decina di metri. Rujevica è rimasto senza parole, vista la regola dei gol in trasferta, ora servono due gol per vincere il trofeo. Il Rijeka macina la partita e la Dinamo segna, un film già visto tante, tante volte. I Quarnerini avvertono la battuta d’arresto e gli ospiti hanno ora il controllo della partita. Petković entra in partita e per i difensori centrali Radeljić e Mitrović è una rottura. Zlomislić nega il secondo gol al centravanti della Nazionale, ma non può nulla al 42′ sul tiro velenoso dalla media distanza di Baturina: 2-0 e la partita si chiude praticamente con largo anticipo. Perché questo Rijeka, volenteroso ma vulnerabile e fragile, non dà garanzie che qualcosa possa cambiare nella ripresa.

Recupero… inutile

I secondi 45 minuti si aprono con Janković al posto di Pjaca. Il Rijeka ha il merito di provarci, senza particolari brillanti, mentre la Dinamo si accontenta ovviamente di gestire l’enorme capitale acquisito. Obregon, con il suo colpo di testa, ha l’occasione di riaprire la partita, ma non riesce a trovare la porta. La partita è decisamente monotona, con alcuni momenti di eccessivo nervosismo. A volte si ha quasi l’impressione che entrambe le squadre stiano solo aspettando il fischio finale. Ma prima, all’82’, Petković pesca in profondità Bulat che realizza il 3-0. La meritata festa degli ospiti può cominciare, nonostante il gol di Fruk su punizione nei minuti di recupero che addolcisce un po’ la pillola…

Foto Roni Brmalj
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