Alla Lazio è bastato un punto per garantirsi la partecipazione all’Europa League, e così si è trovata di fronte a un Sassuolo senza più gol e ormai condannato alla serie B. Alla squadra di Tudor, infatti, basta il minimo sforzo per ottenere il titolo. massimo risultato con la punizione di Zaccagni, a metà ripresa, che è bastata per conquistare la vittoria davanti al grande ex, Sven-Goran Eriksson, omaggiato prima del fischio d’inizio. All’Olimpico, infatti, si sentono i brividi ancor prima che l’arbitro dia il via libera con lo svedese, artefice dello scudetto del 2000 e di gran parte dei successi del club tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, prendendosi il applausi calorosi da parte dei suoi fan.
Emozione e nostalgia sono dunque i sentimenti che accompagnano l’inizio della partita. Gli unici sprazzi di un primo tempo giocato al trotto sono stati la conclusione di Hysaj, che ha colpito Cragno da ottima posizione, e quella di Kamada, fermato ancora una volta dal portiere neroverde. Un primo tempo privo di emozioni non poteva che chiudersi sullo 0-0. Ma il colpo di scena arriva poco prima della metà del secondo tempo quando Zaccagni calcia una punizione non irresistibile, Cragno si mette in azione facendosi passare la palla sotto le mani e la Lazio passa in vantaggio quasi inaspettatamente. Il Sassuolo non ce l’ha fatta, sono bastati 6 minuti per assistere al pareggio con Viti che sbuca sul secondo palo e infila da due passi. La Lazio non ci sta, i biancocelesti vorrebbero vincere ma Immobile non è preciso, tira su Cragno in uscita mentre il colpo di testa di Romagnoli manca di forza. Un pareggio che accontenta le due squadre, ma non i tifosi che fischiano al termine di una partita senza niente da dire e senza grandi emozioni.
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