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Marco Stanzani ricorda così il suo primo incontro con Cesare Cremonini e l’avventura di “50 Special”.

Cesare ha suonato il campanello del mio ufficio una mattina di marzo del 1997. Dal videocitofono si vedeva solo il suo naso e quindi non l’ho fatto entrare; ma siccome era tenace, si è rifatto vivo nel pomeriggio dicendo che era Cesare del Senza Filtro, e questa volta l’ho accolto io. Gli ho detto che il nome della sua band era orribile e che se avessimo lavorato insieme avremmo dovuto cambiarlo. Ci ha suonato alcune delle sue canzoni, che ha scritto per lo più ispirandosi alle sue frequenti delusioni amorose. A quel tempo Cesare era magro come un chiodo, portava i Rayban grandi quanto un parabrezza e sembrava un allampanato Liam Gallagher della Padania. Abbiamo iniziato a lavorare sul repertorio che ci ha portato a provare brani come “Qualcosa di grande”, “Un giorno migliore”, “Stay with me”, “Vorrei”. Una notte Cesare mi svegliò chiedendomi di aprirgli lo studio perché doveva scrivere una canzone ispirata dalla delusione di un suo amico innamorato. La mattina aveva messo tutto su un CD ed era corso a scuola per farglielo ascoltare. Abbiamo trovato una versione di “Something Big” nel mixer che durava sei minuti. Gli abbiamo suggerito di ridurre la canzone a 3 minuti e di tornare con le modifiche dopo qualche giorno, ma dopo due ore era di nuovo con noi, con la canzone pronta. Perché questo voleva essere: il Freddie Mercury “de noantri”.

Con quel brano decidemmo di iscrivere la band, che nel frattempo avevamo deciso si sarebbe chiamata Lunapop, al Festival di San Marino. Quell’edizione vinse il gruppo, e quando fui pronto a partire con il lancio del primo singolo, ovvero “Qualcosa di grande”, Cesare ci portò in studio questo brano che sembrava un yeyé a “Fatevi mandare da vostra madre a prendere latte”. L’estate era ormai alle porte, e non ci volle molto per convincerci che quella canzone fosse molto più adatta al debutto di una band di quasi diciottenni alle prese con gli esami finali.

Abbiamo realizzato un video con la regia di Gaetano Morbioli e la Piaggio ha contribuito parzialmente a coprire le spese, a patto di utilizzare il nuovo modello di Vespa e non la vecchia mitica 50 Special che era già fuori produzione.

Nella prima versione del video appare Andrea Furlanetto, ma non gli è stato permesso dal padre (capo del marchio Furla nel mondo) di continuare la sua carriera nei Lùnapop. Per questo è stato sostituito da Nicola Balestri, detto Ballo, che apparirà poi nella seconda versione del video. Le stazioni radiofoniche hanno avuto atteggiamenti diversi nei confronti della canzone, che è stata lanciata sul mercato nel maggio ’99. Alcune reti radiofoniche si sono avviate senza indugi, completamente rapite dal ritmo incalzante del brano, coinvolgendo subito dal primo colpo di pianoforte iniziale. Altri, più reticenti, seguirono il successo, cominciando a progettare la canzone dopo l’estate. MTV e Videomusic invece abbracciarono subito il progetto, e il video contribuì ad aumentare l’attenzione del pubblico giovane nei confronti della band.

Nonostante il brano raggiunga la prima posizione nella classifica dei singoli più venduti in Italia nell’ottobre del ’99, soppiantando Lou Bega con “Mambo n. 5”, mi è dispiaciuto non essere riuscito a portarlo al n. 1 di Music Control, il sistema di monitoraggio che determina le classifiche dei brani più ascoltati in radio. Ci sono riuscito con gli altri sei singoli che verranno estratti da “Squerez?”, l’album d’esordio (e unico) pubblicato dai Lùnapop, che con oltre 1 milione e 800mila copie vendute, è tuttora il quinto album discografico più venduto di sempre. nella storia della discografia italiana.

Cos’altro posso dire? Per quanto mi riguarda esiste una vita prima e una vita dopo “50 Special”. Ancora oggi quando la sento suonare sulle spiagge o negli stadi, e vedo gente che non riesce a stare ferma, provo un senso di orgoglio misto ad imbarazzo. “Vespe con trucco anni ’60, fanno il giro del centro quasi a 90”: quando si accende la voce di Ce, e noto che qualcuno si gira verso di me, abbasso lo sguardo e in genere mi allontano con discrezione, come se temessi di essere additato come un Oppenheimer di tutto questo.

Sono passati 25 anni eppure sembra ieri che giravo in furgone con questi ragazzi, inseguendoli per i corridoi di alberghi dove ci chiedevano gentilmente di non tornare mai più, o con i quali improvvisavo tastierista in una riproduzione televisiva perché uno di loro era assente, io che non potevo nemmeno suonare il campanello di casa mia.

Quindi, buon compleanno, “50 Special”.

Per me vali quanto un Oscar per la colonna sonora del film più bello della vita.

 
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