Analisi Intermarket della Settimana tra Azioni, Obbligazioni, Oro e Valute – PORDENONEOGGI.IT – .

La settimana appena conclusa ha visto movimenti significativi nei mercati finanziari globali. Sul fronte macroeconomico, i dati del PIL statunitense hanno mostrato una crescita superiore alle attese, mentre l’inflazione in Europa continua a preoccupare gli investitori. Sul mercato azionario, l’S&P 500 ha chiuso leggermente in ribasso, trascinato al ribasso dal settore tecnologico. Nel settore obbligazionario, i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi sono aumentati sul segmento lungo della curva ma sono diminuiti sulle scadenze brevi a 2 anni, riflettendo le aspettative di un ulteriore inasprimento monetario da parte della Fed. Le materie prime hanno mostrato prezzi stabili per il petrolio, che non ha visto alcun aumento nonostante le tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Per quanto riguarda l’oro, i prezzi hanno mostrato un leggero calo, chiudendo la settimana a 2.326 dollari l’oncia, in calo rispetto ai 2.336 dollari del 27 maggio. Sul mercato valutario, il dollaro si è rafforzato rispetto all’euro dall’inizio dell’anno grazie ai solidi dati economici statunitensi, mentre il cross Eur/USD è rimasto invariato durante la settimana. Il VIX, un indice di volatilità che misura le aspettative di volatilità nel mercato azionario statunitense, è aumentato da 12,51 del 27 maggio a 12,91 del 31 maggio, indicando un aumento della volatilità e dell’incertezza del mercato durante la settimana, ma rimane vicino ai minimi a lungo termine.

MERCATO AZIONARIO

Nella settimana appena conclusa i principali indici azionari hanno mostrato una significativa volatilità, influenzata da una combinazione di fattori macroeconomici e di business. L’indice S&P 500 ha chiuso la settimana con un leggero calo dello 0,5%, trascinato dai settori tecnologico e industriale. Il NASDAQ ha registrato un calo dell’1,7%, essendo più sensibile a ciò che accade nella politica monetaria e nei tassi. Ricordiamo che veniamo comunque da mesi di continua crescita del settore tecnologico. Se da un lato la resilienza del settore tecnologico e l’innovazione nel settore sanitario offrono prospettive positive, dall’altro persistono i timori sull’inflazione e sui possibili effetti sui tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. Gli investitori dovranno monitorare attentamente le prossime decisioni delle banche centrali e i principali dati economici a livello macro. A livello europeo, i dati di debole crescita economica di Germania e Francia, con revisioni al ribasso delle previsioni di crescita per il 2024 hanno alimentato correzioni dei rispettivi indici di circa l’1%, con l’Italia che ha fatto meglio, chiudendo invariata a 34.492 punti.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Mercoledì scorso Christine Lagarde ha rilasciato alcune dichiarazioni importanti durante una conferenza stampa. Avete ribadito l’impegno della BCE a mantenere una politica monetaria accomodante per sostenere la ripresa economica dell’Eurozona. Lei ha però menzionato anche la possibilità di un adeguamento delle misure di sostegno qualora l’inflazione dovesse continuare a superare le previsioni. Lagarde ha sottolineato che l’inflazione nell’Eurozona ha raggiunto il 3,1% su base annua, ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE. Ciò ha alimentato speculazioni su possibili interventi futuri, inclusa una riduzione del programma di acquisto di asset. Le sue parole hanno suscitato una certa reazione sui mercati, con gli investitori che cercano di anticipare le mosse della BCE.) I rendimenti dei titoli di stato europei hanno registrato movimenti significativi, con il Bund tedesco a 10 anni che ha visto un sostanziale aumento dei rendimenti, attestandosi al 2,66%, mentre quelli del governo italiano i rendimenti obbligazionari sono saliti alla soglia del 4%. Il Treasury a 2 anni è invece ritracciato dalla soglia psicologica del 5%, chiudendo al 4,88%.

MATERIA PRIMA

La scorsa settimana, l’oro ha mostrato un andamento misto, chiudendo la settimana leggermente in ribasso dello 0,43%, a circa 2.326 dollari l’oncia. Questa tendenza è stata alimentata dalle preoccupazioni sull’inflazione, che hanno spinto gli investitori a cercare rifugio nel mercato obbligazionario con rendimenti più interessanti. Il mercato petrolifero ha vissuto una settimana di volatilità, con il Brent che ha chiuso a 77,75 dollari al barile, sotto la soglia degli 80 dollari. Questo calo è stato influenzato dalle preoccupazioni su un possibile calo della domanda globale a causa della concorrenza del settore manifatturiero statunitense e degli alti tassi di interesse. Tuttavia, la riduzione della produzione annunciata domenica 2 giugno dall’OPEC+ ha fornito un certo sostegno ai prezzi, limitando le perdite.

MERCATO DEI CAMBI

Nell’ultima settimana, il mercato valutario ha registrato oscillazioni significative, in particolare per quanto riguarda il cross EUR/USD. Le dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente della BCE, hanno avuto un impatto significativo sul valore dell’euro rispetto al dollaro americano, mantenendone i prezzi. Bitcoin che staziona sotto i massimi con una certa volatilità, non mostrando ancora la forza per una rottura rispetto ai massimi precedenti.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it

 
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