Troisi morto, viva Troisi! Il film dell’82 che dimostra che l’Arte è più forte della morte – .

Troisi morto, viva Troisi! Il film dell’82 che dimostra che l’Arte è più forte della morte – .
Troisi morto, viva Troisi! Il film dell’82 che dimostra che l’Arte è più forte della morte – .

“La morte è un livello”, lo sapeva benissimo Totò. Una verità universale, nota anche a Massimo Troisi. Due geni, figli di Partenope, accomunati da un travolgente volto comico, capace di rimescolare le carte, di ingannare la triste mietitrice, di perfino scherzare a fine partita. Naturalmente, il direttore di Ricomincio da tre ci ha lasciato troppo presto. Si spegne all’età di 41 anni, il 4 giugno 1994. Eppure, anche nel trentesimo anniversario della sua scomparsa, il cineasta sembra essere ancora tra noi, grazie alla sua vitalità contagiosa, alla sua eloquenza unica, alla sua comicità mai standardizzata. . Non è un caso che Mario Martone abbia intitolato il suo meraviglioso documentario dedicato a Troisi Qualcuno laggiù mi ama. Perché Massimo continua a essere amato ovunque e da chiunque, in questo mondo e nell’altro. E immaginiamo che adesso ci guardi proprio da lassù e sorrida sornione, pensando a quel film televisivo trasmesso per la prima volta il 21 gennaio 1982 durante una puntata speciale della serie di Rai Tre Cosa stai facendo… ridi?. Un finto reportage in cui il comico ha inscenato la propria morte, suggellato dal titolo inequivocabile Troisi morto, viva Troisi!disponibile su Raiplay (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick)

Da Lory Del Santo a Riccardo Cocciante, uniti nel ricordo di Troisi

“Buongiorno, siete collegati in diretta da San Giorgio a Cremano. Quelle che vedete sono le modeste immagini dell’impresa funebre che da qualche ora ospita la salma di Massimo Troisi. Una folla insonne, incredula e attonita si accalca verso l’ingresso. Migliaia e migliaia di persone, giunte da tutta Italia, a stento trattenute dalla polizia, aspettano di poter salutare Massimo per l’ultima volta; come sempre, anche quest’ultimo spettacolo di Troisi è esaurito”. Si comincia con queste parole, pronunciate fuori campo dalla voce ufficiale del telegiornale, Troisi morto, viva Troisi!. Siamo all’inizio degli anni ’80 e il genio napoletano, con la complicità di Anna Pavignano e Lello Arena, sta già giocando d’anticipo, prevedendo la futura moda dei mockumentary, danzando, elegantemente come Vaslav Nijinsky, tra realtà e finzione. Con un solo film al suo attivo, RInizierò con tre, girato nel 1981, l’attore e regista sa già di avere un grande futuro alle spalle. E che fosse un artista molto amato lo si capisce Parterre de rois che ha partecipato volentieri al finto funerale. Nell’ordine, Gianni Boncompagni, Rosanna Vaudetti, Fabrizio Zampa, Nadia Cassini, Pippo Caruso, Pippo Franco, Pippo (sì, il cane antropomorfo della Disney amico di Topolino), Maria Giovanna Elmi, il pappagallo del programma Portobello, Riccardo Cocciante, Lory Del Santo, Piera Rolandi, Giampiero Galeazzi, Jocelyn, Mario Pastore e ultimo, ma non per importanzail cane Lassie.

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Qualcuno mi vuole bene laggiù, il doc di Mario Martone su Massimo Troisi

Massimo Troisi, in privato, è la principessa Anna d’Inghilterra

In Troisi morto, viva Troisi! SRivela tutta la potenza sovversiva delle gag della Smorfia, ma anche la perfidia dell’Antologia dell’umorismo nero scelta da Breton (i surrealisti ridevano ai funerali e piangevano ai matrimoni) e la follia contagiosa dei Monty Python. Il film anticipa anche alcune idee delle serie future I Grifoni di Seth McFarlane, con l’attore e regista napoletano che in privato afferma di essere la principessa Anna d’Inghilterra e con Marco Messeri che si identifica con un cavallo arabo di nome Abukir. Impagabile, poi, è Roberto Benigni che in incognito, nascosto da un velo e con un improbabile accento napoletano, parla male di Troisi, che secondo lui è un geometra incapace perfino di contare, nonché dedito ad ogni tipo di sostanza stupefacente. E non ci resta che piangere dal ridere troppo.

Il ricordo di Carlo Verdone, Roberto Benigni e Renzo Arbore

Tra i luoghi comuni che a Napoli la dieta prevede solo pizza e spaghetti (guai a chi mangia gnocchi) e la battuta esilarante di immaginare folle di ragazzini feriti alla testa dai mandolini che, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, impazzano in tutte le strade, Troisi ci ricorda che con la morte non si può proprio ragionare. Tuttavia può essere celiaco all’ultimo respiro. E Massimo, maestro indiscusso di (auto)ironia, elabora il lutto con una trovata irresistibile. Con i proventi del suo film costruì una casa di riposo per artisti. Affaccendati a giocare a carte troviamo gli anziani e trasandati Carlo Verdone, Roberto Benigni, Maurizio Nichetti e Renzo Arbore. E quest’ultimo ci illumina con le seguenti parole: “Massimo era meglio vivo che morto”. Lo pensiamo anche noi. COSÌ ricominciamo da tre. Abbiamo pensato era amore e invece era una carrozza Perché le vie del Signore sono finite. COSÌ scusate il ritardo, ma è sempre il momento di gridare al mondo: Viva Troisi! Ieri oggi e domani.

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Massimo Troisi, le frasi più divertenti tratte dai suoi film

 
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