Fallimento dell’offerta e aumento dei prezzi, l’Europa dipende dalla Norvegia – .

Il prezzo del gas naturale europeo resta sui livelli del closing precedente, dopo il rialzo innescato dalla scoperta di uno perdita in un oleodotto nel Mare del Nord da cui trasporta la materia prima Norvegia. L’interruzione dei flussi evidenzia la parziale dipendenza dal Paese nordico, che ha sostituito la Russia come principale fornitore di gas dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Nonostante gli alti livelli di stoccaggio, il mercato rimane sensibile ai problemi di offerta e i prezzi possono fluttuare notevolmente.

Gas naturale europeo ai massimi di sei mesi

Lunedì, io futures sul gas quotati sul TTF (“Title Transfer facility”, il punto di scambio virtuale del gas naturale nei Paesi Bassi) hanno chiuso in rialzo del 5,2% a 36,01 euro per megawattora.

Durante la sessione, i i prezzi hanno registrato aumenti fino al 13%, attestandosi a 38,56 euro/megawattora, il più alto in sei mesi. Al momento viaggiano poco e oscillano intorno ai 36€/MWh.

Guasto della piattaforma Sleipner

Ciò che ha innescato il balzo di ieri è stato uno crepa in una conduttura che collega la piattaforma Sleipner Riser nel Mare del Nord (gestito da Equinor) alla struttura costiera di Nyhamnadove il gas viene trattato prima dell’esportazione al terminale britannico di Easington, il punto di ingresso per un terzo della fornitura totale della Gran Bretagna.

Il problema alla condotta è emerso nel corso di un sopralluogo che ha evidenziato un guasto significativo, quale la soluzione potrebbe richiedere tempo. Difficile individuare la causa del problema, ma stando alle prime valutazioni dovrebbe essere semplicemente usura.

L’operatore di rete norvegese Gassco lo ha fatto sapere sta collaborando con Equinor per deviare almeno parte dei flussiin modo da “consegnare all’Europa i massimi volumi possibili”dove il danno comporterebbe un’interruzione prolungata.

Dipendenza dalla Norvegia per le forniture di gas

L’evento di ieri evidenzia il rischio di fare troppo affidamento su un unico grande fornitore. Dal 2022, infatti, il Norvegia ha preso il posto della Russia come principale fonte di gas per l’Europain seguito all’invasione russa dell’Ucraina e alle conseguenti sanzioni occidentali contro Mosca.

In precedenza, il Cremlino forniva circa un terzo del gas totale europeo. Adesso invece la regione dipende In misura maggiore dai flussi norvegesi e dal gas naturale liquefatto (GNL) proveniente da Stati Uniti e Qatar.

Nelle ultime settimane, le importazioni di GNL in Europa sono diminuite a causa della maggiore domanda in Asia, dove un’ondata di caldo sta aumentando i consumi di raffreddamento. Ciò sta stimolando la concorrenza per le merci, come sottolineato da Ole Hansen, esperto di materie prime presso Saxo Bank.

Intanto oggi sono iniziati i lavori annuali di manutenzione del gasdotto TurkStream, che priveranno il Vecchio Continente di ulteriori flussi russi per una settimana.

Livelli elevati di stoccaggio del gas, ma i rischi permangono

I livelli di stoccaggio in Europa sono rassicuranti, con i magazzini pieni per oltre il 70% della loro capacità totale, livello storicamente superato solo una volta in questo periodo dell’anno, grazie anche all’inverno relativamente mite trascorso. Inoltre, la domanda industriale si sta riprendendo lentamente, esercitando poca pressione sui consumi.

comunque, il il mercato rimane volatile e sensibile a eventuali cambiamenti nelle forniture e alle modifiche dei piani di manutenzione programmata.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, si prevede che la bassa domanda europea manterrà elevati i livelli di stoccaggio per tutta l’estate. In questo scenario, i i prezzi del gas sono previsti intorno ai 30 €/Mwhin leggera diminuzione rispetto ai prezzi attuali. In vista dell’invernoTuttavia, la regione rimane vulnerabile a possibili minacce temperature inferiori alla mediaQuello potrebbe portare ad un rapido aumento dei prezzi del gas.

 
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