LONDRA (Reuters) – I prezzi del petrolio sono scesi di circa 1 dollaro, estendendo le perdite rispetto alla sessione di ieri in cui avevano toccato i minimi di quattro mesi, con gli investitori preoccupati per un aumento dell’offerta nel corso dell’anno dopo i segnali di una domanda più debole negli Stati Uniti.
Intorno alle 10:50, i futures erano in ribasso di 92 centesimi, o dell’1,2%, a 77,44 dollari al barile. Ieri il Brent ha chiuso sotto gli 80 dollari per la prima volta dal 7 febbraio, dopo essere crollato di oltre il 3%.
I futures del greggio statunitense West Texas Intermediate hanno perso 1,03 dollari, o l’1,4%, a 73,19 dollari al barile. Ieri il WTI è sceso del 3,6% per poi stabilizzarsi vicino ai minimi di quattro mesi.
L’Organizzazione dei paesi esportatori e i suoi alleati (OPEC+) hanno deciso domenica di estendere la maggior parte dei tagli alla produzione di petrolio fino al 2025, ma hanno aperto la possibilità a otto membri di rimuovere i tagli volontari a partire da ottobre.
L’aumento dell’offerta da parte dell’OPEC+ potrebbe riversarsi in un mercato in cui la domanda ha già mostrato segnali di debolezza.
L’attività manifatturiera statunitense ha rallentato per il secondo mese consecutivo a maggio, mentre la spesa per l’edilizia ad aprile è diminuita inaspettatamente per il secondo mese a causa del calo dell’attività non residenziale, entrambi i quali potrebbero tradursi in un indebolimento della domanda di petrolio e carburante.
(Traduzione di Chiara Scarciglia, a cura di Claudia Cristoferi)
