30 anni fa moriva a 41 anni dopo Il Postino – .

30 anni fa moriva a 41 anni dopo Il Postino – .
30 anni fa moriva a 41 anni dopo Il Postino – .

E È difficile parlare della morte di qualcuno che amavi molto, perché la sofferenza è forte di fronte al vuoto che quell’addio ha lasciato. Poco importa che non fosse un legame di sangue, perché Massimo Troisi, morto a soli 41 anni il 4 giugno 1994esattamente trent’anni fa, era una famiglia per tutti, un caro amico per il quale provavamo un affetto fortissimo ogni volta che appariva sullo schermo.

Massimo Troisi, una morte che non sarà mai dimenticata

Con la sua parlata spesso incomprensibile e con una dolcezza infinita negli occhi, Troisi ha lasciato questa vita come in una sceneggiatura, purtroppo triste, morendo dopo l’ultima ripresa del suo ultimo film, Il postino.

L’attore e regista salutò la troupe il 3 giugno 1994 e morì ventiquattr’ore dopoucciso da quei problemi cardiaci che lo avevano accompagnato per tutta la vita e dai quali aveva cercato di fuggire.

Massimo Troisi. (Immagini Getty)

La capacità di rendere la vita piacevole agli altri

«Troisi era un essere umano leggero, esile, forse stonato in un’epoca e in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è un comportamento di moda» Gianni Minà ha detto di luiaggiungendo che «Massimo sapeva stare al mondo rendendo piacevole la vita dei suoi amicidelle persone che gli erano care senza mai toccare gli altri con la sua angoscia”.

Una napoletanità istintiva e una mimica unica

Nato il 19 febbraio 1953 da ingegnere ferroviario e casalinga, Troisi fu subito apprezzato dal pubblico che lo amò moltissimo. Con il la sua istintiva napoletanità E quell’incredibile capacità espressiva, sia verbale che mimica e gestualelasciò presto i confini locali per approdare prima sul piccolo e poi sul grande schermo.

Indimenticabile con gli amici de «La Smorfia», Lello Arena ed Enzo Decaro, come per Eduardo e Totò, anche la sua interpretazione è diventata comprensibile a tutti al di là del suo discorso spesso incomprensibile. Ma bastava guardarlo per capirlo.

Massimo Troisi ne “Il Postino”. (Cielo)

Per il pubblico Massimo Troisi è stato amore a prima vista

Con Ricomincio da tre dal 1981 diventa uno dei fenomeni cinematografici più sensazionali degli anni ’80. Il successo fu inaspettato, clamoroso, immediato.

Ma il suo classico carattere insicuro diventa sempre più sfumato scusate il ritardo del 1983, Non ci resta che piangere del 1984 in coppia con R. Benigni, Le vie del Signore sono finite del 1987, Pensavo fosse amore e invece era un calesse del 1992. Per arrivare all’ultimo film, Il postino del 1994, omaggio a Pablo Neruda che ottenne 5 nomination agli Oscar 1995.

Il Pulcinella senza maschera che il destino ci ha negato

Troisi era un perfetto connubio tra ironia e malinconia, era un attore capace di scherzare sui difetti universali con estrema irriverenza, ma era anche capace di trasformarsi in uomini sensibili e indifesi di fronte alle situazioni quotidiane. Purtroppo, però, questo “Pulcinella senza maschera” il destino negò un’esistenza giustanegando inoltre al pubblico la possibilità di godere di un talento così forte e di una presenza così gradevole e bella.

«Quando manca una persona come Massimo Troisi qualcosa si spegnenel tuo universo personale e poi nell’universo del mondo dello spettacolo” ha detto Vincenzo Mollica ricordando l’artista in un’intervista rilasciata all’Archivio Istituto Luce Cinecittà, aggiungendo che “nella mia memoria quello che vive con più forza è, certamente, il suo grande arte, ma anche di più la tenerezza della sua umanitàil che era già qualcosa veramente raro».

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